Child Labour Day, 152 milioni i bambini intrappolati nel lavoro minorile

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10/06/2019

12 giugno 2019 – Oggi, nella Giornata Mondiale contro lo Sfruttamento del Lavoro Minorile l'UNICEF ricorda che a livello globale quasi 1 bambino su 10 è vittima di lavoro minorile, proporzione che sale a circa 1 su 5 in Africa.
 
Sono complessivamente 152 milioni i minorenni vittime di questa forma di sfruttamento, secondo i dati più recenti diffusi dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO).

L'incidenza del lavoro minorile è maggiore (+77% rispetto alla media globale, +50% relativamente ai lavori classificati come pericolosi) nei paesi colpiti da conflitti armati.

Nelle sue forme peggiori - codificate dalla Convenzione ILO n. 182 del 1999 - il lavoro minorile può tramutarsi in schiavitù, sfruttamento sessuale e morte.
 
«Il lavoro minorile è sia causa che conseguenza della povertà: rinforza le disuguaglianze sociali e la discriminazione, priva i bambini di un futuro prospero e mina al benessere sia dello Stato sia dell’individuo.
 
È stato dimostrato che il lavoro minorile compromette direttamente l’istruzione, la salute – fra cui anche i progressi contro l’HIV/AIDS –, e di conseguenza ostacola le capacità dei bambini e delle famiglie di trarre beneficio da opportunità di sviluppo sociale ed economico», ha sottolineato il Presidente dell’UNICEF Italia Francesco Samengo.
 
Fra il 2008 e il 2012 il lavoro minorile è diminuito solo dell’1% e la riduzione del lavoro delle ragazze è stata inferiore della metà rispetto ai progressi compiuti sul fronte maschile.
 
Ai tassi attuali di progresso, nel 2025 - anno entro il quale dovrebbero essere eliminate le forme di lavoro minorile pericolose, secondo quanto previsto dall'Obiettivo di Sviluppo Sostenibile n. 8 - saranno ancora 121 milioni i bambini vittime di lavoro minorile, 52 milioni dei quali impiegati in lavori pericolosi.
 
 

Dove lavorano i bambini

Diversi settori sono coinvolti nel lavoro minorile: dall'agricoltura all'industria manifatturiera, dal lavoro nelle miniere e nelle cave a quello domestico. Spesso questi lavori sono poco visibili all'osservatore esterno..
 
Ad esempio, i 15,5 milioni di bambini che si stima svolgano lavori domestici – per la maggior parte ragazze – sono poco visibili ma affrontano molti pericoli.
 
A differenza delle attività che possono aiutare i bambini e i ragazzi a sviluppare competenze e autonomia -  come contribuire alle faccende domestiche per qualche ora alla settimana o svolgere lavori leggeri durante le vacanze scolastiche - il lavoro minorile vero e proprio è un'attività che interferisce con l’istruzione e nuove allo sviluppo fisico, mentale, sociale ed emotivo di un bambino.
 
In quasi tutte le regioni del mondo bambini e bambine hanno più o meno le stesse probabilità di essere coinvolti in lavoro minorile, ad eccezione dell’America Latina, dove i ragazzi hanno maggiori probabilità rispetto alle ragazze di ritrovarsi a svolgere un lavoro (13% contro 8%).
 
In Africa Centrale e Occidentale per entrambi la percentuale si attesta attorno al 32%; in Africa Subsahariana il 30% dei ragazzi è coinvolto in lavoro minorile, rispetto al 29% delle ragazze; in Africa Meridionale e Orientale il 27% dei ragazzi contro il 24% delle ragazze, mentre in Medio Oriente e in Nord Africa i ragazzi sono l’8% rispetto al 6% delle ragazze.
 
Delle disparità di genere si registrano tuttavia nei tipi di attività svolte: le ragazze hanno probabilità molto maggiori di essere coinvolte in lavori domestici.
 
L’UNICEF promuove un approccio integrato per eliminare il lavoro minorile, che include il rafforzamento di iniziative per i genitori e la risposta alle pericolose norme sociali che perpetuano il lavoro minorile, in aggiunta a un rafforzamento del supporto legale e sociale e dei meccanismi di segnalazione per arginarlo. 
 
Tramite questi sistemi si cerca di aumentare l’accesso a istruzione di qualità e rafforzare le strategie di riduzione della povertà.
 
L’UNICEF collabora a stretto contatto con i governi nazionali e locali per supportare lo sviluppo e l’implementazione di strategie per rispondere al lavoro minorile.
 
Per esempio, in India, 12 Stati hanno sviluppato un piano d’azione contro il lavoro minorile e 8 hanno aumentato i loro programmi per prevenire e porre fine a questa pratica, con il supporto dell’UNICEF.

L’UNICEF chiede delle azioni per eliminare il lavoro minorile:
  • Rendere i bambini visibili. I governi devono investire nella raccolta di dati nuovi e migliori sul lavoro minorile;
  • Includere i bambini lavoratori nelle iniziative e nei programmi di protezione sociale;
  • Cambiare le norme sociali e permettere l’empowerment delle comunità; 
  • Rendere l’istruzione accessibile e maggiormente pronta a rispondere ai bisogni dei bambini lavoratori.

10/06/2019

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