Politiche familiari, nuovo studio UNICEF sul congedo parentale nei paesi ad alto reddito

5 minuti di lettura

11/06/2019

13 giugno 2019 – Secondo un nuovo rapporto dell’UNICEF, Svezia, Norvegia, Islanda, Estonia e Portogallo sono i paesi, fra i 31 ad alto reddito con dati disponibili analizzati, che offrono le politiche familiari più favorevoli. Svizzera, Grecia, Cipro, Regno Unito e Irlanda sono quelli con le politiche meno favorevoli.

Realizzato dal Centro di Ricerca Innocenti dell’UNICEF (IRC), il rapporto presenta una classifica dei paesi OCSE (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) e dell’Unione Europeabasata sulle loro politiche familiari nazionali, fra cui la durata del congedo parentale retribuito e i servizi per l’infanzia dai 0 ai 6 anni.

Guardando da vicino i dati sul congedo parentale interamente retribuito in 41 Stati, il rapporto “I paesi più ricchi del mondo sostengono le famiglie? Le politiche nell’OCSE e nell’UE” (Are the world’s richest countries family-friendly? Policy in the OECD and EU), indica che solo metà di essi  prevedono almeno 6 mesi di congedo di maternità interamente retribuito.
 
 

Welfare familiare, Scandinavia in testa (e Italia 19°)

L’Estonia offre alle madri la più lunga durata di congedo interamente pagato (85 settimane), seguita da Ungheria (72 settimane) e Bulgaria (61 settimane).

Gli Stati Uniti sono il solo paese incluso nell'analisi – e uno fra i soli 8 paesi al mondo – che non ha politiche nazionali per il congedo di maternità, né per quello di paternità (non ci sono norme che ne stabiliscano l'obbligatorietà).

L’Italia è al 19° posto della classifica (dati 2016), con 25 settimane di congedo di maternità interamente retribuito, solamente il 34% dei bambini sotto i 3 anni iscritti a servizi per l’infanzia e il 93% dei bambini fra i 3 e i 6 anni iscritti a istruzione pre-scolare.
 
Il rapporto fa parte del lavoro programmatico dell'UNICEF sulle politiche per lo sviluppo della prima infanzia e si inquadra nella campagna internazionale #EarlyMomentsMatter ("I primi momenti di vita contano"), giunta al suo terzo anno, che punta a sostenere le famiglie e a fornire ai bambini esperienze stimolanti di cui hanno bisogno per un sano sviluppo psico-fisico.

«Non esiste un periodo più importante 
dei primissimi anni di vita per lo sviluppo cerebrale dei bambini, e quindi per il loro futuro» afferma il Direttore esecutivo dell’UNICEF Henrietta Fore.
 
«Abbiamo bisogno che i governi aiutino a fornire ai genitori il sostegno di cui hanno bisogno per creare un ambiente stimolante per i loro bambini. E abbiamo bisogno del supporto e dell’influenza del settore privato per fare in modo che ciò accada».

Le politiche familiari rafforzano il legame fra i genitori e i loro figli, fattore fondamentale per lo sviluppo di famiglie e di società socialmente coese.

Con la petizione globale "It's About Time" l’UNICEF chiede almeno 6 mesi di congedo parentale per tutti i genitori e accesso universale all'assistenza per l’infanzia di qualità e a costi accessibili sin dalla nascita fino al primo anno di scuola. 

In linea con la campagna #EarlyMomentsMatter, l’UNICEF lavora con i governi, la società civile, il mondo accademico e il settore privato per incoraggiare maggiori investimenti per le famiglie.
 
 

Congedo per i papà = aiuto alle mamme

Il rapporto evidenzia inoltre che, anche quando ai padri è permesso un congedo retribuito, molti non ne usufruiscono.

In Giappone, il solo Stato che offre almeno 6 mesi di paternità interamente retribuita per i padri, solo 1 su 20 ha chiesto un congedo retribuito nel 2017.

La Corea del Sud ha il secondo periodo più lungo di congedo per i neo-papà (17,5 settimane), ma i padri sono soltanto 1/6 dei genitori che richiedono il congedo.

L'Italia risulta essere al 29° posto su 41 Stati presi in esame, con 0,4 settimane di congedo per paternità interamente retribuito

Come si evidenzia nel rapporto, il congedo di paternità retribuito aiuta i padri a creare un legame con i figli, contribuisce allo sviluppo infantile, abbassa i livelli di depressione post-partum e aumenta l’uguaglianza di genere.
 
Il rapporto chiede politiche nazionali che assicurino congedi di paternità retribuiti e incoraggino i padri a richiederli.

 

Diritto all'asilo

Per alcuni genitori che necessitano di servizi per l’infanzia quando rientrano al lavoro, l’ostacolo maggiore è di tipo economico.

Analizzando i dati di 29 Stati emerge che i genitori di bambini piccoli nel Regno Unito sono quelli che citano più frequentemente i costi di frequenza come la ragione per cui non usufruiscono degli asili nido.

Al contrario, in paesi come Repubblica Ceca, Danimarca e Svezia il costo rappresenta un ostacolo per l'1% dei genitori che lamenta una necessità non soddisfatta in materia di servizi per la prima infanzia.

Il rapporto offre alcuni suggerimenti su come i paesi possono migliorare le proprie politiche familiari:
  • Fornire un congedo parentale retribuito stabilito per legge a livello nazionale di almeno 6 mesi per tutti i genitori
  • Permettere a tutti i bambini di avere accesso ad asili nido di qualità, idonei, economici e accessibili, a prescindere dalla situazione familiare
  • Assicurare che non ci sia un periodo non coperto dalla fine del congedo parentale all'inizio di un’assistenza all'infanzia a costo accessibile (asilo), in modo che i bambini possano proseguire il loro percorso di sviluppo senza interruzioni
  • Assicurare che le madri possano allattare sia prima che dopo il loro rientro al lavoro fornendo congedi parentali retribuiti sufficientemente lunghi, garantendo pause sul posto di lavoro e luoghi sicuri e appropriati per allattare o per l’utilizzo di tiralatte
  • Raccogliere dati maggiori e migliori su tutti gli aspetti delle politiche familiari, in modo che i programmi e le politiche possano essere monitorati e si possano comparare fra i diversi paesi.
Documenti disponibili

politiche_familiari_2019pdf / 762 kb

Download

11/06/2019

News ed Aggiornamenti