Haiti un anno dopo - Dall'emergenza alla ricostruzione
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Il terremoto del 12 gennaio 2010 ad Haiti è stato la più immane catastrofe che questo sfortunato paese abbia mai subito nella sua travagliata storia.
Le vittime - circa 220.000 - sono un numero spaventoso, pari a quelle che ebbe lo tsunami del 26 dicembre 2004 nell'Oceano Indiano, ma se possibile la tragedia di Haiti è ancora più grave, perché ha messo in ginocchio quello che già prima del sisma era lo Stato più povero dell'emisfero occidentale.
Il panorama della capitale Port-au-Prince, con i palazzi governativi rasi al suolo e le piazze del centro trasformate in tendopoli, esprime con efficacia la situazione in cui versa oggi Haiti.
In questo quadro di distruzione e precarietà, la popolazione ha dovuto tollerare nel corso dell'anno appena trascorso altre prove durissime: l'uragano Tomas, l'ondata di violenze seguite alle controverse elezioni del 28 novembre e un'epidemia di colera che ha già mietuto oltre 3.300 vittime.
A un anno dal terremoto, l'UNICEF presenta un rapporto dedicato alle attività svolte in questi dodici, difficili mesi, a fianco dei bambini e delle famiglie haitiane.
Puoi scaricare e sfogliare l'intero documento in inglese oppure leggere la sintesi del rapporto nella traduzione italiana.
«A un anno dal devastante terremoto del 12 gennaio, i 4 milioni di bambini di Haiti continuano a subire le conseguenze di una ineguale disponibilità di accesso all'acqua e alle latrine, ai servizi sanitari e scolatici, alla protezione dalle malattie, dallo sfruttamento e dalla scarsa igiene» ricorda il presidente dell'UNICEF Italia Vincenzo Spadafora. «Gli aiuti e gli sforzi di ricostruzione degli haitiani e della comunità internazionale sono stati straordinari. Ma il processo di recupero è solo all'inizio».
L'UNICEF in azione
L'UNICEF ha avuto un ruolo di primaria importanza nel prestare soccorso alla popolazione di Haiti, soprattutto nei settori dell'acqua, dell'igiene, della nutrizione, protezione e istruzione dei minori. Lo testimoniano le impressionanti cifre degli aiuti recati nell'isola.
L'intervento umanitario dell'UNICEF ad Haiti nei primi 365 giorni della crisi è stato superiore a 75 milioni di dollari.
Se si mettessero i container di aiuti distribuiti dall'UNICEF nell'isola uno sopra l'altro, si formerebbe una colonna di circa 700 metri di altezza - più del doppio della torre Eiffel!
Al culmine della crisi, 1,2 milioni di persone hanno ricevuto acqua potabile ogni giorno grazie ai camion-cisterna gestiti dalle 430 organizzazioni umanitarie coordinate dall'UNICEF.
Sono stati vaccinati 2 milioni di bambini, centinaia di migliaia di altri e di madri hanno beneficiato di interventi alimentari, mentre oltre 11mila bambini gravemente malnutriti hanno avuto la vita salva grazie alle terapie nutrizionali messe in campo dall'UNICEF.
Ad aprile l'anno scolastico è ripreso e 720.000 bambini sono tornati in un'aula (in muratura o in tenda) grazie all'impegno dell'UNICEF e delle organizzazioni partner.
Oltre a identificare e riunire a parenti superstiti i tanti minori rimasti orfani o separati dai genitori a causa del sisma, l'UNICEF ha creato opportunità di svago e socializzazione per circa centomila bambini e ragazzi nei 369 "Spazi a misura di bambino" allestiti nelle aree terremotate.
Risposte rapide alle nuove emergenze
L'esperienza acquisita e la generosità dei donatori internazionali ha consentito di migliorare le capacità di risposta in caso di emergenza in un Paese storicamente flagellato da catastrofi naturali di ogni tipo. Quando, a inizio novembre, l'uragano Tomas si è abbattuto sulla costa occidentale dell'isola, i team mobili di soccorso e le scorte di beni di prima necessità predisposte in 12 località del paese hanno alleviato le conseguenze del disastro.
L'epidemia di colera, esplosa in un'area dell'isola marginalmente toccata dal terremoto e poi estesasi alla zona di Port-au-Prince, ha posto nuove sfide alla macchina degli aiuti.
Attualmente l'UNICEF sostiene 72 Centri per la cura del colera e contribuisce a una campagna di prevenzione nelle scuole e nelle comunità di cui beneficiano un milione e mezzo di bambini e ragazzi. Senza questo impegno, il già drammatico bilancio in vite umane dell'epidemia sarebbe intollerabilmente più grave.
Un aspetto meno noto è che il terremoto del 12 gennaio è stato anche la crisi più tragica per il personale umanitario delle Nazioni Unite, con 100 operatori di varie Agenzie rimasti vittime sotto le macerie delle sedi ONU.
Le enormi difficoltà logistiche dovute alla scomparsa di staff, strutture e risorse, l'insicurezza dominante e da ultimo una criminale campagna di diffamazione contro i Caschi blu dell'ONU, accusati di diffondere il contagio del colera, ha reso se possibile l'impresa di portare aiuti alla popolazione di Haiti un'impresa ancora più difficile.
Giustamente il Direttore dell'UNICEF, Anthony Lake, che ha più volte visitato l'isola in questi mesi, ha definito quella della popolazione civile e degli operatori umanitari una prova di "eroismo quotidiano".
Una forza basata sulla generosità
Tutto ciò che è stato realizzato ad Haiti dall'UNICEF è reso possibile dalle donazioni di cittadini, aziende e governi di tutto il mondo, che hanno generosamente finanziato 300 dei 350 milioni di dollari richiesti nell'appello alla solidarietà internazionale lanciato dall'organizzazione per fare fronte ai programmi di emergenza per l'infanzia di Haiti per il biennio 2010-2011.
Merita di essere ricordato che il 70% di questa somma è stata donata da privati (cittadini e aziende), mentre il 25% è costituito da stanziamenti governativi. Ancora una volta, la forza operativa dell'UNICEF si dimostra fondata sulla generosità dei singoli donatori.
Haiti è ancora un paese in piena emergenza. Se vuoi aiutare i bambini di Haiti, puoi contribuire anche in questo momento, con una donazione online su questo sito oppure scegliendo uno dei tanti altri modi per donare.