"Chi pensa ai bambini del Medio Oriente e del Nord Africa?"
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Come UNICEF Italia non possiamo più tacere: Medio Oriente e Nord Africa stanno diventando un'immensa trappola per bambini e adolescenti.
Violenze ripetute, cecchini che mirano ai bambini, bombe a grappolo, separazione forzata dalle famiglie, mancanza di beni di prima necessità, di assistenza e di protezione rischiano di fare danni irreparabili alla vita e alla mente di un’intera generazione di bambini e adolescenti.
Pensiamo se sotto le macerie di una casa distrutta dalle bombe ci fosse un nostro familiare, pensate se fossero i nostri figli, i nostri cari, in balia delle onde sulle “carrette del mare”.
I bambini del Nord Africa e del Medio Oriente non muoiono solo se una bomba colpisce loro e la loro famiglia.
Muoiono se ci dimentichiamo ogni giorno di loro e di cosa sta succedendo, delle loro sofferenze, dei loro traumi e delle paure che si porteranno sempre dentro.
Muoiono se non ci occupiamo di loro, se i media ne oscurano gli sguardi, se si spegne la luce sulla loro disperazione.
Anthony Lake, il Direttore Generale dell’UNICEF, ci ha ricordato i doveri degli Stati di rispettare la Convenzione sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza e di adottare tutte le misure necessarie per proteggere i bambini dagli effetti diretti e indiretti delle violenze.
Noi, come UNICEF Italia, a maggior ragione non possiamo assistere silenti, mentre in Italia si discute con passione sulle conseguenze sulla nostra economia e sul grado di democraticità dei nuovi e vecchi interlocutori politico-istituzionali, mentre non si pensa alla necessità di protezione dei bambini che, più di ogni altro, pagano il prezzo delle crisi.
Stretti tra gli scenari geopolitici e quelli economici, i bambini rischiano di rimanere stritolati dall’indifferenza di un dibattito che ignora i pericoli per i più deboli. La parola guerra non esiste quasi più, mentre l’espressione “danni collaterali” è diventata il nostro cloroformio preferito.
In Libia, il conflitto in corso ha compromesso la vita dei bambini e ne ha privati molti di più dei bisogni fondamentali. Soltanto a Misurata, decine di bambini sono stati uccisi e molti altri feriti.
Nello Yemen, dall'inizio di febbraio almeno 26 bambini sono stati uccisi e oltre 800 sono stati feriti.
In Siria, nel corso delle ultime settimane, nove bambini sono stati uccisi e molti feriti.
Nel Bahrein molti dimostranti sono stati uccisi o feriti, tra questi c’erano giovani studenti.
Nel sud di Israele, il lancio di razzi da Gaza questa settimana ha ucciso un sedicenne israeliano, morto a seguito delle lesioni, dopo che un razzo aveva colpito uno scuolabus.
Nel Territorio Palestinese Occupato, dall'inizio dell'anno, otto bambini palestinesi sono stati uccisi e almeno 48 feriti.
L’UNICEF Italia chiede alla comunità internazionale e al Governo italiano di:
- considerare la protezione dei bambini come la priorità su cui concentrare ogni pressione politica e negoziato
- aprire dei corridoi umanitari che consentano, all’UNICEF e alle altre agenzie presenti sul terreno, di portare in sicurezza gli aiuti necessari a bambini e civili
- destinare immediatamente le risorse necessarie per far fronte a questa emergenza e per avviare programmi di sviluppo che diano priorità ai bambini
- garantire l’accoglienza a chi fugge dai conflitti e dalla povertà, assicurando la piena tutela dei minori e il loro diritto fondamentali di essere assistiti e ricongiunti ai loro familiari
- sottoscrivere e attuare, da parte di tutti gli Stati l’impegno a non utilizzare armi di sterminio, come le bombe a grappolo