HIV/AIDS - Una minaccia globale per le nuove generazioni
2 minuti di lettura
- David, 5 anni, di Harare (Zimbabwe), accanto alla nonna. David ha perso la mamma a causa dell'AIDS - ©UNICEF/HQ02-0364/G. Pirozzi
Quando il virus (HIV) dell'AIDS fece la sua comparsa, poco più di due decenni fa, si pensava che i giovani fossero relativamente al sicuro dalla malattia.
Oggi la diffusione dell'HIV/AIDS ha preso le dimensioni di una epidemia globale (pandemia) e oltre metà dei nuovi casi di infezione che avvengono nel mondo colpiscono persone con meno di 25 anni.
Nei Paesi in cui il virus è più diffuso, gli effetti dell'HIV/AIDS sulle nuove generazioni è devastante.
L'età media delle persone infette o malate è sempre più bassa: le ragazze, più indifese rispetto al virus per ragioni fisiologiche e per condizionamenti sociali, pagano un tributo alla malattia ancora più alto rispetto ai coetanei maschi.
I tassi di mortalità infantile crescono a causa della trasmissione del virus da madre a figlio, mentre il numero dei bambini rimasti orfani a causa della malattia è salito a oltre 15 milioni.
L'HIV/AIDS è una malattia spietata, per la quale non esiste un vaccino o una cura in grado di debellare il virus dall'organismo malato, ma può essere combattuta con le terapie che ne bloccano il decorso e soprattutto con la prevenzione.
Purtroppo, da quando l'Occidente ha imparato a proteggersi efficacemente dal virus, sembra avere dimenticato il resto del mondo, che non avendo i mezzi per imitarne il successo, vede l'epidemia espandersi di anno in anno.
Oggi l'AIDS è la prima causa di morte in Africa, il continente in cui vivono tre quarti dei sieropositivi e dei malati di AIDS, e il 90% degli orfani per AIDS di tutto il pianeta.
Lo stretto legame fra HIV/AIDS e giovani generazioni è il motivo per cui l'UNICEF è in prima linea nella lotta all'infezione, con programmi di intervento che coprono tutti gli aspetti del problema (prevenzione, sensibilizzazione, accesso ai farmaci, assistenza agli orfani, sostegno alle comunità).