Lo ''spazio'' che dà senso alla vita per i bambini profughi dalla Siria
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Quello che ti colpisce immediatamente, quando entri nel campo profughi di Domiz è la quantità di bambini che corrono, giocano o semplicemente stanno seduti nelle loro tende.
Alcuni bambini del campo profughi di Domiz giocano: dietro di loro le aule prefabbricate installate da UNICEF e UNHCR - ©UNICEF Iraq/2012/Abdulmunem
Quando ne parlo con l'amministratore del campo, mi risponde che quasi tutte le famiglie siriane che si sono registrate qui sono formate da giovani adulti e bambini. Praticamente non c'è nessuno che abbia più di 50 anni.
Il campo è stato allestito nel nord dell'Iraq, nel governatorato di Dohuk. Al momento ci vivono 500 famiglie, ma può ospitarne altrettante, se occorre. Nell'area destinata alle famiglie con bambini ci sono circa 2.000 persone, 40% delle quali hanno meno di 14 anni.
Mentre però i più piccoli si divertono sulle altalene e sugli scivoli forniti dall'amministrazione locale, per gli adolescenti non c'è molto da fare.
Hassan ha 14 anni e se ne sta all'entrata della tenda della sua famiglia insieme alla sorellina e al fratello minore, rispettivamente di 11 e 9 anni, e guarda i ragazzi più piccoli che giocano a calcio. Hassan e i suoi fratelli sono qui da un mese e si annoiano molto.
Mohammed (9 anni), Eveen (11) e Hassan (14) all'ingresso della loro tenda - ©UNICEF Iraq/2012/Abdulmunem
Quando chiedo loro cosa ne pensano della scuola, la sorella Eveen risponde prontamente che non desidera nulla più che tornarci.
Recentemente il locale Dipartimento dell'istruzione, con l'assistenza di UNICEF e dell'UNHCR (l'Alto Commissariato ONU per i Rifugiati) ha dato il via a una scuola estiva per aiutare i bambini a recuperare il tempo scolastico perduto a causa del conflitto.
Ma con l'approssimarsi del nuovo anno scolastico, si prevede che 500 alunni già regolarmente iscritti non potranno frequentare le lezioni per mancanza di spazi idonei.
Mi reco al "Child-friendly space" (Spazio a misura di bambino), l'ambiente attrezzato installato dall'UNICEF. Qui incontro Perween Abdulaziz, un'operatrice sociale che lavora con l'Organizzazione umanitaria ACTED, incaricata di gestire la struttura.
Perween mi racconta che, sebbene alcuni bambini siano stati testimoni di violenze, per la maggior parte di essi la principale fonte di timori deriva dai discorsi degli adulti sul futuro incerto che li attende. Lo "Spazio a misura di bambino" e le attività che vi si conducono puntano proprio a restituire a questi bambini il senso della normalità e del quotidiano.
Soleen, 10 anni, si esercita nella lettura all'interno dello ''Spazio a misura di bambino'' allestito dall'UNICEF nel campo profughi di Doniz - ©UNICEF Iraq/2012/Abdulmunem
Incontro anche Adnan, un tredicenne che indossa una maglietta bianca perfettamente pulita e con uno sguardo molto serio. Parliamo di come la sua giornata ruoti attorno alla scuola estiva e di come attenda con ansia la ripresa delle lezioni. «Studio un poco anche quando torno a casa, e soltanto dopo esco a giocare», mi dice. La sua determinazione a riuscire bene nello studio nonostante le difficoltà è commovente e merita il nostro rispetto e incoraggiamento.
UNICEF e UNHCR hanno tirato su 7 aule prefabbricate, ma ne occorrono altrettante per garantire che nessuno degli alunni del campo profughi rimanga privo del suo diritto all'istruzione e per aiutare questi bambini a sviluppare il proprio potenziale, una volta che questa crisi sarà alle spalle.
Amina, 2 anni, è una dei 1.400 bambini ospiti del campo profughi di Doniz. Qui l'acqua arriva grazie a un'autocisterna, tre volte alla settimana - ©UNICEF Iraq/2012/Abdulmunem
Le autorità irachene, con l'aiuto delle agenzie umanitarie dell'ONU, stanno facendo il possibile per offrire ai bambini profughi dalla Siria l'accesso a una scuola di qualità. Servono però nuovi fondi, man mano che il numero dei bambini siriani da assistere continua a crescere.
(Salam Abdulmumen, UNICEF - Dohuk (Iraq), 22 agosto 2012)