Obiettivi di sviluppo sostenibile
L'Agenda 2030
Gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (Sustainable Development Goals - SDG) sono stati adottati all’unanimità dall’Assemblea Generale dell’ONU nel 2015 per dare impulso all’impegno globale volto a porre termine alla povertà, alla fame e costruire una comunità internazionale più equa e solidale entro il 2030.
Per raggiungere traguardi così ambiziosi è indispensabile che sia realizzato il diritto di ogni bambino alla salute, all’istruzione, alla protezione e a un ambiente più pulito.
L’UNICEF lavora insieme ai governi, alle altre agenzie ONU e a innumerevoli partner locali e internazionali per assicurare che questi solenni impegni vengano rispettati, nell’interesse dei bambini di oggi e delle future generazioni.
Non può esserci pace senza sviluppo, né sviluppo senza pace. E non possono esserci né pace né sviluppo senza il rispetto dei diritti umani.
António Guterres, Segretario Generale ONU
Sconfiggere la povertà
Sconfiggere la fame nel mondo
Buona salute
Istruzione di qualità
Parità di genere
Acqua pulita e servizi igienico-sanitari
Energia rinnovabile
Buona occupazione e crescita economica
Innovazione infrastrutture
Ridurre disuguaglianze
Città e comunità sostenibili
Consumo responsabile
Lotta contro il cambiamento climatico
Sconfiggere la povertàSconfiggere la povertà
Obiettivo 2030: dimezzare la percentuale di uomini, donne e bambini che vivono in condizioni di povertà, in ogni Stato del pianeta, rispetto ai livelli 2015. La povertà nega ai bambini i loro fondamentali diritti a essere nutriti, curati, protetti, istruiti, riducendo le loro possibilità di diventare cittadini del futuro e protagonisti dello sviluppo delle proprie società. Sebbene dal 1990 a oggi la percentuale della popolazione umana che vive in condizioni di povertà estrema (meno di 1,9 dollari al giorno) sia scesa dal 36 al 10%, questa situazione coipisce tuttora il 20% dei bambini - 385 milioni in tutto. Nei paesi in via di sviluppo l’UNICEF lavora per migliorare i servizi sociali da cui dipendono la vita e la dignità dei bambini, soprattutto quelli più vulnerabili.
Sconfiggere la fame nel mondoSconfiggere la fame nel mondo
Obiettivo 2030: azzerare la fame nel mondo e, in particolare, raggiungere entro il 2025 i livelli stabiliti a livello internazionale su malnutrizione cronica e rachitismo dei bambini di età compresa tra 0 e 5 anni.
Un’adeguata alimentazione è alla base della salute e dello sviluppo infantile. Un bambino ben nutrito è in grado di crescere sano, studiare, partecipare alla vita della propria comunità e resistere meglio in caso di eventi avversi come epidemie, disastri naturali o altre emergenze. Nel mondo, quasi metà della mortalità infantile tra 0 e 5 anni è riconducibile alla malnutrizione. L’UNICEF lavora per rimuovere le barriere che separano bambini e ragazzi da una alimentazione sana, equilibrata e sostenibile, e per assistere con cure i bambini colpiti dalle diverse forme di malnutrizione, dalla denutrizione acuta all’obesità.
Buona saluteBuona salute
Obiettivo 2030: ridurre la mortalità neonatale a 12 decessi ogni 1.000 nascite (oggi: 18/1.000), ridurre la mortalità infantile 0-5 anni a 25 decessi ogni 1.000 (oggi: 38/1.000), ridurre la mortalità materna a 70 decessi ogni 100.000 parti (oggi: 211/100.000). Mai, nella storia, i bambini hanno avuto probabilità così alte di sopravvivere e crescere. Ma per noi è intollerabile che ancora oggi 5,3 milioni di bambini tra 0 e 5 anni muoiano ogni anno, in massima parte per cause ampiamente prevenibili.
L’UNICEF lavora in tutto il mondo per rafforzare i servizi sanitari di base e le vaccinazioni, assistere i bambini e gli adolescenti con disabilità, tutelare la salute mentale dei più giovani, prevenire la mortalità neonatale e materna e sconfiggere i secolari nemici della sopravvivenza dell’infanzia - come polio, malaria, polmonite, diarrea - e le nuove minacce, come il COVID-19. Il nostro approccio è centrato sul sostegno alle risorse sanitarie delle comunità locali, soprattutto quelle più povere e difficili da raggiungere.
Istruzione di qualitàIstruzione di qualità
Obiettivo 2030: tutti i bambini/ e e ragazzi/e completino un ciclo primario dell’istruzione gratuito e di qualità. Attualmente l’accesso alla scuola primaria è al 91%, quello alla scuola secondaria inferiore è all’85% e quello alla secondaria superiore è al 65%. La fase storica in cui viviamo è quella in cui il numero di bambini e ragazzi che frequentano una scuola è il più alto di sempre e siamo più vicini che mai alla parità tra i sessi nell’accesso all’istruzione. Purtroppo, non sempre iniziare un ciclo dell'istruzione equivale a concluderlo dopo avere acquisito competenze di qualità adeguata.
Ancora oggi 59 milioni di bambini nel mondo non accedono alla scuola primaria, 61 milioni alla media inferiore e 138 alle superiori. L’istruzione è la migliore arma che abbiamo a disposizione per combattere la povertà (Nelson Mandela) e per costruire società più eque, pacifiche e resilienti. L’UNICEF si batte affinché tutti i bambini – qualunque sia la loro estrazione sociale ed economica – godano di eguali opportunità di studio e formazione, dalla prima infanzia all’adolescenza.
Parità di genereParità di genere
Obiettivo 2030: porre termine alle discriminazioni e alle violenze su bambine, ragazze e donne in ogni ambito della società, dalla sfera privata a quella del lavoro alla rappresentanza politica. Azzerare pratiche nocive come matrimoni precoci e mutilazioni genitali femminili. Non ci sono mai state tante bambine e ragazze a scuola, né tante giovani donne nel mercato del lavoro come oggi. Eppure, le disparità legate al genere persistono a tutte le età e a tutte le latitudini, sotto diverse forme: ripartizione ineguale del lavoro domestico, matrimoni precoci (ne sono state vittime almeno 600 milioni di donne), mutilazioni genitali (200 milioni), abusi o violenze sessuali, discriminazione sul lavoro (lo stipendio medio femminile, nel mondo, è pari al 77% di quello maschile).
L’UNICEF lavora ovunque nel mondo affinché bambine e ragazze abbiano pari diritti e opportunità di crescere, studiare e sviluppare le proprie potenzialità rispetto ai coetanei maschi. L’eguaglianza di genere, un vero e proprio diritto umano, è una componente presente in modo trasversale in tutti i nostri programmi di intervento.
Acqua pulita e servizi igienico-sanitariAcqua pulita e servizi igienico-sanitari
Obiettivo 2030: garantire a tutti la disponibilità e la gestione sostenibile dell’acqua e delle strutture igienico-sanitarie. La carenza di acqua pulita e di igiene è alla base di gran parte della mortalità infantile nel mondo. Nonostante gli straordinari progressi (2,1 miliardi di abitanti del pianeta hanno ottenuto accesso all’acqua dal 1990 a oggi) il 40% della popolazione mondiale soffre ancora di qualche forma di carenza idrica e ben 2,3 miliardi di persone non dispongono di servizi igienici domestici. Oltre a favorire il diffondersi di malattie veicolate dall’acqua, come diarrea o colera, la carenza di fonti idriche affidabili e di servizi igienici di qualità accettabile ha conseguenze negative su tutte le dimensioni dello sviluppo - dall'istruzione all'alimentazione alle disparità di genere, oltre a un devastante impatto sull’ambiente (nel mondo l’80% delle acque reflue non è sottoposto a trattamento). L’UNICEF lavora con Stati e organizzazioni partner per estendere l’accesso all’acqua e all’igiene nelle case, nelle scuole e nei centri sanitari dei paesi in via di sviluppo
Energia rinnovabileEnergia rinnovabile
Obiettivo 2030: garantire l’accesso universale all’energia elettrica (dato attuale: 87%) aumentando in modo significativo la quota di energia da fonti rinnovabili e raddoppiando l’efficienza energetica. Nonostante i progressi compiuti negli ultimi due decenni, un settimo dell’umanità (poco meno di un miliardo di persone, per lo più abitanti di zone rurali dei paesi poveri) non ha ancora accesso all’energia elettrica in ambiente domestico. Espandere tale accesso rischia però di avere un pesante prezzo per il clima, se non si riduce il ricorso alle fonti fossili: la produzione di energia è responsabile del 60% dei gas serra. L’UNICEF lavora con impegno crescente per la diffusione di fonti rinnovabili.
Buona occupazione e crescita economicaBuona occupazione e crescita economica
Obiettivo 2030: ridurre sensibilmente disoccupazione giovanile e NEET, potenziare la formazione e l’inserimento dei giovani nel mercato del lavoro, azzerare le peggiori forme di lavoro minorile. Negli ultimi decenni le condizioni di vita dei lavoratori sono migliorate a livello globale (la quota di lavoratori facenti parte della classe media è triplicata dal 1990 a oggi), ma il sistema economico non riesce ad assorbire l’incremento demografico e a garantire un’occupazione dignitosa a tutti. A essere penalizzati sono soprattutto i più giovani: la disoccupazione giovanile (13%) è di gran lunga superiore a quella degli adulti (5%). L’UNICEF è in prima linea nella prevenzione del lavoro minorile e con l’iniziativa “GenerationsUnlimited” promuove la formazione, l’avviamento professionale e l’imprenditorialità dei giovani.
Innovazione infrastruttureInnovazione infrastrutture
Obiettivo 2030: incrementare il peso e la sostenibilità ambientale dell’industria nei paesi in via di sviluppo, ampliare l’accesso al credito per piccole e medie imprese, aumentare gli investimenti e le risorse umane nei settori della ricerca e dello sviluppo, colmare il “digital divide” tra Nord e Sud del mondo. Circa 4 miliardi di abitanti del pianeta non dispongono di una connessione regolare a Internet: il 90% di essi vive in un paese povero, un terzo di essi ha fra 18 e 24 anni. Il “digital divide” è una zavorra che grava sullo sviluppo delle società e frena le potenzialità dei giovani, al pari delle carenze infrastrutturali – fattore che si stima riduca del 40% la produttività delle imprese africane. L’UNICEF ha una comprovata esperienza nella promozione dell’innovazione e delle nuove tecnologie nell’ambito dello sviluppo umano e nelle crisi umanitarie, e può offrire un contributo rilevante alla modernizzazione delle infrastrutture e dei processi nei paesi a basso reddito.
Ridurre disuguaglianzeRidurre disuguaglianze
Obiettivo 2030: promuovere la crescita economica del 40% più povero della popolazione mondiale, introdurre misure per regolamentare il mercato finanziario globale, eliminare politiche e norme penalizzanti per le donne, favorire flussi migratori legali, aumentare il peso dei Paesi in via di sviluppo nelle istituzioni economiche internazionali. Se negli ultimi decenni sempre più abitanti del pianeta sono usciti dalla povertà, la diseguaglianza economica non ha mai cessato di approfondirsi: l’1% più ricco detiene il 33% della ricchezza mondiale, mentre la metà della popolazione meno abbiente non va oltre il 10%. A parità di reddito, le donne sono penalizzate: rispetto agli uomini, trascorrono il doppio del tempo in attività non retribuite e accedono in modo ridotto al credito e alla proprietà terriera. I bambini soffrono in modo particolare gli effetti delle iniquità legate al genere, all’etnia o alla disabilità. L’UNICEF supporta i governi che varano politiche sociali più eque e investe crescenti risorse in programmi per bambini e famiglie vulnerabili, come le agevolazioni per studenti, i sussidi monetari o la refezione scolastica.
Città e comunità sostenibiliCittà e comunità sostenibili
Obiettivo 2030: estendere a tutta la popolazione urbana l’accesso ad abitazioni adeguate, trasporti pubblici efficienti e spazi verdi. Ridurre significativamente l’impatto ambientale delle città, con speciale attenzione per la qualità dell’aria e la gestione dei rifiuti. Il 55% della popolazione del pianeta vive in ambiente urbano. Le città, che occupano il 3% della superficie terrestre, consumano 3/4 dell'energia globale e sono responsabili del 70% delle emissioni di gas serra, ma è qui che si produce anche il 90% della ricchezza globale. L'urbanizzazione ha sempre più il volto delle megalopoli: le città con oltre 10 milioni di abitanti sono 28 e si espandono sempre più, soprattutto nel Sud del mondo: il 90% delle megalopoli del futuro saranno nei Paesi in via di sviluppo. Non sempre vivere in città è sinonimo di benessere: 828 milioni di esseri umani abitano in baraccopoli prive di infrastrutture idriche e igieniche e con immensi problemi di marginalità sociale. Dal 1996 l'UNICEF porta avanti il programma internazionale "Città amiche dei bambini", che promuove politiche e iniziative territoriali che migliorino la qualità della vita e favoriscano la partecipazione di bambini e adolescenti nelle città. Il programma è attivo anche in Italia.
Consumo responsabileConsumo responsabile
Obiettivo 2030: dimezzare lo spreco alimentare globale e rendere più efficiente la filiera agroalimentare, diminuire significativamente la quantità di rifiuti prodotta e migliorarne la gestione, eliminare i sussidi che favoriscono l’uso di combustibili fossili inquinanti e poco efficienti (petrolio e carbone). I modelli di produzione e di consumo dominanti sono la causa principale di fenomeni epocali quali cambiamento climatico, inquinamento, desertificazione e riduzione della biodiversità. Consumiamo più acqua potabile di quanta la natura ne possa reimmettere in circolo, sprechiamo ogni anno 1,2 miliardi di tonnellate di cibo, distruggiamo foreste per fare spazio ad allevamenti che aumentano le emissioni di gas serra mentre nel mondo 2 miliardi di esseri umani sono affamati e altrettanti sono obesi. I bambini, privi di qualsiasi responsabilità per questi squilibri globali, sono quelli che ne pagano e ne pagheranno il prezzo più alto, sia per il degrado dell’ecosistema che per gli effetti sulla salute fisica e mentale. Per questo l’UNICEF promuove con forza l’educazione ambientale, i comportamenti sostenibili e un’alimentazione sana, e chiede agli Stati e alle imprese di privilegiare processi produttivi “amici dei bambini” e dell’ambiente.
Lotta contro il cambiamento climaticoLotta contro il cambiamento climatico
Obiettivo 2030: Rafforzare la resilienza e la capacità di gestire i disastri ambientali in ogni paese del mondo. Mobilitare risorse (100 miliardi di dollari/anno) per mitigare gli effetti del cambiamento climatico nei Paesi in via di sviluppo. Integrare le misure di lotta al cambiamento climatico nelle politiche di ogni Stato del pianeta. Riscaldamento globale, cambiamenti del clima e inquinamento dell’aria e degli ecosistemi rappresentano altrettante minacce globali all’infanzia. Si stima che circa il 90% delle malattie connesse a questi fenomeni colpisca neonati e bambini sotto i 5 anni, e che ogni anno 500.000 di essi muoiano per le conseguenze del solo inquinamento atmosferico. L'UNICEF chiede alla comunità internazionale di mantenere fede agli impegni presi con l'Accordo di Parigi (2015) per mantenere l’aumento della temperatura globale sotto i 2°C rispetto all’era preindustriale, con l’auspicio di non superare 1,5°C di incremento. L'UNICEF favorisce, anche con strumenti dedicati come le piattaforme digitali Voices of Youth e U-Report, la partecipazione dei giovanissimi al dibattito sul clima e sostiene l’azione dei movimenti nazionali e internazionali come Fridays for Future.
Proteggere gli oceani
Gli oceani occupano ¾ della superficie del pianeta e assorbono il 30% dell’anidride carbonica prodotta da attività antropiche. Purtroppo, il 40% degli oceani è afflitto da inquinamento (inclusa l’invasione di micro-plastiche), sovrasfruttamento della pesca o altri effetti negativi imputabili all’uomo.
Una seconda minaccia è costituita dai cambiamenti climatici, che per moltissimi bambini si traducono in uno squilibrio nel rapporto tra acqua e terraferma. 530 milioni di bambini vivono in zone costiere esposte a rischio per l’innalzamento del livello dei mari, e si prevede che nel 2040 un bambino su quattro, nel mondo, vivrà in aree sottoposte a grave stress idrico.
L'UNICEF aiuta le popolazioni delle zone costiere e delle piccole isole in via di sviluppo con programmi che migliorano l’accesso all’acqua potabile e ai servizi igienici.
Tutelare gli ecosistemi terrestri
La specie umana ha un legame indissolubile con la terra. Il mondo vegetale fornisce l’80% della dieta globale e 2,6 miliardi di persone dipendono dall’agricoltura per il proprio sostentamento. Eppure, ogni anno lasciamo scomparire 13 milioni di ettari di foreste, mentre una superficie quasi altrettanto estesa di terre fertili viene inghiottita dalla desertificazione.
Sebbene questo specifico Obiettivo non abbia particolare attinenza con la missione della nostra organizzazione, l’UNICEF riconosce e approva la leadership che le giovani generazioni stanno assumendo nel dibattito e nella mobilitazione globale sulle tematiche ambientali, favorisce con appositi strumenti (come il blog “Voices of Youth”)) la loro partecipazione e ne promuove l’ascolto ai più alti livelli all’interno delle istituzioni nazionali e internazionali.
Pace e giustizia
Nell’ambito di quello che è senza dubbio il più utopistico dei 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, articolato in una serie di ambiziosissimi (ma non misurabili) traguardi su pace, sviluppo e democrazia, lo speciale focus sulla protezione dell’infanzia è forse l’aspetto più concreto e dettagliato.
Prima sfida, nella vita di un bambino, è ricevere un’identità legale: sebbene la percentuale di neonati registrati all’anagrafe sia salita dal 60% del 2000 al 75% di oggi, 166 milioni di bambini sotto i 5 anni sono invisibili per i servizi sociali del proprio paese. E almeno 70 milioni tra quelli registrati non hanno mai ricevuto un certificato valido ai fini legali.
Oltre ad offrire ai paesi più poveri cooperazione tecnica per estendere la registrazione anagrafica a tutti i nuovi nati, l’UNICEF è in prima linea nella protezione dell’infanzia e dell’adolescenza in 150 paesi in via di sviluppo del mondo.
Cooperazione tra Stati
La realizzazione di tutti gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile è subordinata a un coerente impegno finanziario da parte dei governi e delle istituzioni internazionali. Si stima che il costo della messa in pratica degli Obiettivi richieda un investimento tra i 5 e i 7 trilioni di dollari annui di qui al 2030. Ad oggi, l’aiuto internazionale allo sviluppo non supera i 150 miliardi, e solo 6 Stati rispettano la promessa di destinare alla cooperazione con i paesi poveri lo 0,7 del PIL.
L’UNICEF fa la sua parte destinando ai programmi di assistenza all’infanzia l’88% del suo bilancio globale (oltre 6 miliardi di dollari nel 2019) e promuovendo partnership con soggetti pubblici e privati per massimizzare le risorse in favore della sanità, dell’istruzione e della protezione dell’infanzia in 150 Paesi a basso e medio reddito, e per fronteggiare tutte le crisi umanitarie che minacciano la vita dei bambini.