Andrea Lo Cicero in missione con l'UNICEF in Eritrea (foto) - 3
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Una piccola paziente del Centro sanitario di Hagaz (regione di Anseba, nord-ovest dell'Eritrea), sostenuto dall'UNICEF.
La bambina ha 16 mesi ed è affetta da malnutrizione acuta grave, diarrea e vomito. È arrivata qui due giorni fa: i medici le stanno somministrando antibiotici e alimenti terapeutici. Se tutto andrà bene, tra 8 giorni dovrebbe stare meglio ed essere dimessa. La mamma ha altri 6 figli che, in sua assenza, ha affidato alle cure del marito.
Quello che Andrea Lo Cicero sta accarezzando in questa foto, scattata ad Hagaz, è un mulo speciale: fa parte infatti del progetto: "Donkey for School”, avviato nel 2010 e sostenuto dall’UNICEF in collaborazione con i Ministeri del Lavoro, della Salute e dell’Istruzione del governo eritreo e con il contributo, tra gli altri, della Cooperazione Italiana allo Sviluppo.
Gli asini vengono utilizzati per accompagnare da casa a scuola, e ritorno, i bambini disabili che vivono nelle aree rurali: è stato scelto questo animale grazie alle sue doti di empatia e soprattutto alla sua capacità di ricordare a memoria il percorso da seguire, che gli viene insegnato posizionando presso il punto di partenza e presso quello di arrivo l’acqua che deve trasportare.
In Eritrea meno del 10% dei minori con disabilità ha accesso alla scuola. In ciascun villaggio sono istituiti “Comitati locali per il benessere dell’infanzia”, che hanno il compito di individuare e segnalare le famiglie indigenti che hanno minorenni disabili a carico, riferendo periodicamente al Governo.
Una volta individuata la famiglia beneficiaria, funzionari governativi fisseranno un incontro e provvederanno a fornire alla famiglia un asino (ogni animale ha un costo di circa 300 dollari) che accompagni il figlio a scuola. Il rendimento scolastico del bambino è fondamentale, poiché la famiglia può continuare a beneficiare dell’asino finché il bambino ottiene risultati positivi.