Andrea Lo Cicero in missione con l'UNICEF in Eritrea (foto) - 4
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Due delle bambine di strada che hanno beneficiato del progetto di reinserimento scolastico sostenuto dall’UNICEF ad Hagaz, nella regione di Anseba.
In quest'area dell'Eritrea sono circa 4.000 i bambini di strada, in gran parte orfani di padre.
Il Governo, insieme all’UNICEF, sostiene interventi di microcredito destinati alle famiglie di appartenenza e prevede programmi finalizzati al reinserimento scolastico di questi bambini.
Andrea Lo Cicero tra gli alunni e i maestri del Centro di apprendimento per l'istruzione elementare complementare nel villaggio di Jenjeriiba, nel distretto di Hamelmalo. Insieme a loro vi sono anche diversi funzionari governativi e leader comunitari, oltre al Direttore generale dell'UNICEF Italia Davide Usai e ad alcuni operatori dell'UNICEF Eritrea
Portare l’istruzione nelle aree più remote del paese è una delle sfide dell’UNICEF in Eritrea. Sono oltre 220.000 i bambini in età scolare che non frequentano la scuola elementare: appartengono prevalentemente a gruppi svantaggiati che vivono nelle zone rurali e devono percorrere lunghe distanze per poter raggiungere la scuola oppure a famiglie nomadi dedite alla pastorizia (il 36% della popolazione eritrea è nomade o seminomade).
I Centri di apprendimento per l’istruzione elementare complementare, come questo, sono stati creati per offrire a bambini (soprattutto bambine) tra i 9 e i 14 anni, che non hanno mai frequentato o che hanno dovuto abbandonare la scuola formale, l'opportunità di completare in tre anni un ciclo quinquennale di istruzione primaria.
Secondo i dati del Ministero eritreo dell’Istruzione attualmente circa 5.000 bambini frequentano i 60 Centri di questo tipo sparsi sul territorio nazionale. I Centri di solito sono costituiti da tende o strutture in metallo ricoperte da rami o tappeti d’erba o, nei casi più fortunati, da edifici con muri di fango.
Le lezioni sono organizzate su due turni di tre ore ciascuno. I Centri sono sostenuti anche dall'UNICEF: ma occorrono nuovi fondi per sopperire alle persistenti necessità (carenza di banchi, di libri di testo, limitato accesso all'acqua corrente e ai servizi igienici).
Andrea Lo Cicero somministra una dose di vitamina A a un bambino che soffre di carenza di micronutrienti. Il colore delle dosi - blu, rosso o verde - varia a seconda della concentrazione di vitamina A in esse contenuta (le dosi blu corrispondono a 12 gocce di vitamina A).
Quando è in forma grave, la carenza di vitamina A (avitaminosi) aumenta fortemente il rischio di mortalità infantile perché diminuisce la resistenza a malattie infettive come morbillo, diarrea e infezioni respiratorie acute.
Il Ministero eritreo della Salute, insieme all’UNICEF, organizza due volte all’anno la Settimana sulla nutrizione e la salute del bambino che prevede campagne di vaccinazione e la contestuale somministrazione di vitamina A nei villaggi.