Appello 2015 per il Sud Sudan
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Sud Sudan: situazione umanitaria
Nel Sud Sudan è entrato nel secondo anno un conflitto interno che attenta alla vita dei bambini e mina alla base i loro diritti umani.
Dal dicembre 2013 le persone che hanno dovuto abbandonare la propria casa a causa del conflitto sono state 1,9 milioni, oltre metà delle quali sono bambini e ragazzi sotto i 18 anni: circa 1,5 milioni sono gli sfollati all’interno del paese, quasi mezzo milione coloro che si sono rifugiati nei paesi confinanti (Etiopia, Uganda, Sudan e Kenya), aggiungendosi a una popolazione di profughi che già prima della crisi contava 130.000 unità.
I bambini sono i soggetti più vulnerabili: i minori rappresentano circa metà degli sfollati ma addirittura 2/3 dei profughi all'estero.
Il conflitto acuisce la crisi nutrizionale che ormai coinvolge la maggior parte del paese, con un tasso di malnutrizione acuta che sfiora il 30% nelle contee più a rischio, e colpisce in totale circa 235.000 bambini, esposti a rischio imminente di morte per fame.
Altri fattori di rischio per i bambini sono le possibili recrudescenze - anche in forma epidemica - di polio, colera (oltre 6mila i casi registrati decessi), kala-azar o leishmaniosi viscerale (5.729 nuovi casi e 174 decessi), morbillo - favorito dalla scarsa copertura vaccinale -, malaria, infezioni respiratorie e diarrea.
Circa 400.000 alunni hanno dovuto abbandonare la scuola a causa delle ostilità, mentre sono in preoccupante ascesa le violenze nei confronti dei minori, che restano per lo più impunite. Particolarmente preoccupanti le violenze di genere nei confronti di bambine e ragazze, quali minacce, abusi sessuali e matrimoni forzati.
Inoltre si stima che oltre 12.000 bambini siano associati a gruppi armati.
La crisi umanitaria ha avuto un impatto negativo su una situazione già gravemente compromessa, cme testimoniano gli alti tassi di mortalità infantile (99 decessi infantili ogni 1.000 nati vivi) e materna (730 decessi ogni 100.000 bambini nati vivi).
Soltanto il 57% della popolazione ha accesso a fonti idriche sicure e il 9% a servizi igienici adeguati. Soltanto metà dei bambini e un terzo delle bambine frequentano regolarmente la scuola.
Cosa faremo nel 2015
Nel Sud Sudan l'UNICEF è stata incaricata dall'ONU di operare quale agenzia leader per gli interventi nei settori Acqua e igiene, Nutrizione e Protezione dell’infanzia; cogestisce il settore Istruzione ed è responsabile, all'interno del settore Sanità, dei programmi di vaccinazione, di comunicazione e mobilitazione sociale. Gestisce inoltre i "Siti per la protezione dei civili" (PoC) di Mingkaman e Bor, a Warrap, Lake e negli stati di Western, Central e Eastern Equatoria [il Sud Sudan è una federazione di stati].
In stretto coordinamento con il World Food Programme (WFP). l'agenzia delle Nazioni Unite preposta all'assistenza alimentare nelle emergenze, l'UNICEF cercherà di raggiungere il 93% degli sfollati che non risiedono già nei PoC, facendo leva sul Meccanismo di Risposta Rapida (RRM) che ha già prodotto notevoli successi nel 2014.
La stagione secca sarà l’occasione per incrementare gli interventi in ambito nutrizionale (anche in partnership con il locale Ministero della Salute) e per stoccare scorte di aiuti in luoghi strategici. Sarà dato seguito alle campagne di vaccinazione, alle misure di assistenza sanitaria di base, all'accesso all'acqua potabile e servizi igienici nei PoC.
Inoltre, proseguirà il sostegno alla scolarizzazione tramite la formazione degli insegnanti e la fornitura di materiali didattici, l'azione di sostegno psicologico e sociale, i ricongiungimenti familiari per i minori orfani o rimasti isolati dai propri familiari, l'assistenza a ragazze e donne vittime della violenza di genere, il reinserimento sociale dei minori smobilitati dai gruppi armati e il dialogo con le istituzioni (advocacy) per porre fine alle violazioni gravi dei diritti dell'infanzia.
Nel 2015 l'UNICEF, insieme alle organizzazioni partner, si pone come obiettivi principali:
- prestare terapia nutrizionale per 137.800 bambini affetti da malnutrizione acuta grave
- garantire l'accesso all'acqua a 600.000 persone in stato di bisogno
- realizzare servizi di prevenzione e tutela contro le violenze di genere per 40.000 persone
Cosa abbiamo realizzato nel 2014
A metà novembre 2014 l'UNICEF aveva ricevuto dai donatori internazionali (pubblici e privati) soltanto il 58% (88 milioni di dollari) dei 151,8 milioni di dollari dell’appello umanitario per il Sud Sudan lanciato all'inizio dell'anno.
Ottimizzando queste risorse, l'UNICEF ha ottenuto risultati di enorme importanza, che hanno salvato la vita di migliaia di bambini e donne: 575.000 persone, fra cui 121.800 bambini sotto i 5 anni, sono state raggiunte attraverso 31 missioni congiunte di risposta rapida (MRR) condotte insieme al World Food Programme, per raggiungere con aiuti alimentari la popolazione nelle località più remote del paese.
Nel corso dell'anno, in tutto il Sud Sudan, ben 80.000 bambini affetti da malnutrizione acuta grave e dunque a imminente rischio di morte sono stati sottoposti a terapia nutrizionale d'urgenza.
In occasione dell’epidemia di colera esplosa nell’aprile 2014, l’UNICEF ha allestito e gestito il primo Centro specializzato per la cura del colera, e ha fornito oltre mille tonnellate di forniture per garantire acqua potabile e servizi per l'igiene a quasi un milione di abitanti, per la prevenzione dell'infezione.
L’UNICEF e le organizzazioni partner hanno vaccinato 729.000 bambini sotto i 15 anni contro il morbillo.
Appello UNICEF sull'emergenza umanitaria nel Sud Sudan per il 2015pdf / 732 kb
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