Principi fondamentali e diritti sanciti
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La Convenzione ONU sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza è stato il primo strumento di tutela internazionale a sancire nel proprio testo le diverse tipologie di diritti umani: civili, culturali, economici, politici e sociali, nonchè quelli concernenti il diritto internazionale umanitario.
Gli articoli della Convenzione possono essere raggruppati, per l'analisi, in quattro categorie da leggersi alla luce dei principi guida che informano tutta la Convenzione.
Nell'articolo 1 la Convenzione definisce come fanciullo "...ogni essere umano avente un'età inferiore a diciotto anni, salvo che abbia raggiunto prima la maturità in virtù della legislazione applicabile".
A tal riguardo il Comitato sui Diritti dell'Infanzia ha espresso il proprio invito agli Stati parti la cui legislazione prevede un termine più basso per il raggiungimento della maggiore età, ad innalzare la maggiore età al compimento del 18° anno per aumentare il livello di protezione degli adolescenti.
I quattro principi fondamentali della Convenzione sono:
Principio di non discriminazione
Il principio, sancito all'art. 2, impegna gli Stati parti ad assicurare i diritti ivi sanciti a tutti i minori, senza distinzione di razza, colore, sesso, lingua, religione, opinione del bambino e dei genitori.
Superiore interesse del bambino
Il principio, sancito dall'art. 3, prevede che in ogni decisione, azione legislativa, provvedimento giuridico, iniziativa pubblica o privata di assistenza sociale, l'interesse superiore del bambino deve essere una considerazione preminente.
Diritto alla vita, sopravvivenza e sviluppo
Il principio è sancito dall'art. 6 che prevede il riconoscimento da parte degli Stati membri del diritto alla vita del bambino e l'impegno ad assicurarne, con tutte le misure possibili, la sopravvivenza e lo sviluppo.
Ascolto delle opinioni del bambino
Il principio, sancito dall'art. 12, prevede il diritto dei bambini a essere ascoltati in tutti i procedimenti che li riguardano, soprattutto in ambito legale. L'attuazione del principio comporta il dovere, per gli adulti, di ascoltare il bambino capace di discernimento e di tenerne in adeguata considerazione le opinioni. Tuttavia, ciò non significa che i bambini possano dire ai propri genitori che cosa devono fare. La Convenzione pone in relazione l'ascolto delle opinioni del bambino al livello di maturità e alla capacità di comprensione raggiunta in base all'età.