In difesa dei bambini "invisibili"
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Corrispondenza dalla Giordania di Paolo Rozera, Direttore generale dell'UNICEF Italia
30 maggio 2015 - Oggi abbiamo incontrato Lucio Melandri, responsabile per le emergenze di UNICEF Giordania. La situazione di migranti e rifugiati qui è molto complessa.
Oltre a quelli che vengono registrati nei campi (almeno 650.000, di cui la metà bambini) ci sono quelli "invisibili" che dai campi sono scappati o che sono riusciti a passare illegalmente il confine siriano.
Importante il ruolo della Giordania nello scacchiere dell'equilibrio della crisi in corso. Una Giordania stabile garantisce un equilibrio, anche se precario. E fondamentale è il ruolo di advocacy dell'UNICEF.
Grazie alle sue relazioni consolidate con il governo e con le istituzioni militari, l'UNICEF riesce a far passare il confine ai bambini feriti o comunque in situazioni di grave pericolo.
I controlli del governo sono sempre più complessi al confine e in generale nel paese, per il timore di attentati. Questo complica il lavoro dell'UNICEF.
Il dato più agghiacciante è che di tutti i rifugiati, richiedenti asilo e migranti, più della metà sono bambini.
L'UNICEF garantisce loro istruzione, "Child-friendly Space" [Spazi protetti in cui giocare e socializzare] e assistenza sanitaria.
Come al solito si collabora molto con altre ONG (organizzazioni non governative).
In particolare, oggi raggiungeremo un ospedale di Medici Senza Frontiere dove è molto stretta la collaborazione con l'UNICEF per la cura dei bambini che hanno appena superato il confine.
In particolare, oggi raggiungeremo un ospedale di Medici Senza Frontiere dove è molto stretta la collaborazione con l'UNICEF per la cura dei bambini che hanno appena superato il confine.