Siria, 5 anni di guerra: un bambino su tre non ha mai conosciuto la pace
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14 marzo 2016 – Secondo un nuovo rapporto dell’UNICEF, circa 3,7 milioni di bambini siriani (un terzo della popolazione infantile del paese) sono nati dall'inizio del conflitto, che domani entra nel suo sesto, tragico anno.
Le vite di questi bambini sono state segnate da violenza, terrore e fughe. I dati comprendono i 306.000 bambini nati all'estero, come rifugiati.
Il numero complessivo dei minori siriani colpiti dalle conseguenze della guerra, all'interno del paese o negli Stati dove si sono rifugiati, è di circa 8,4 milioni, oltre l’80% della popolazione infantile della Siria.
«In Siria le violenze sono diventate la normalità. Vengono colpiti in modo indifferenziato case, scuole, ospedali, cliniche, giardini, parchi gioco e luoghi di preghiera» dichiara Peter Salama, direttore UNICEF per Nord Africa e Medio Oriente. «Circa 7 milioni di bambini vivono in uno stato di miseria che ha reso la loro infanzia un'età di perdite e privazioni.»
Secondo il rapporto “Nessun luogo sicuro per i bambini”, l’UNICEF ha verificato almeno 1.500 gravi violazioni commesse contro i bambini solamente nel 2015. Oltre il 60% di esse includono uccisioni, ferimenti o mutilazioni causate da armi o esplosivi impiegati in centri abitati.
Oltre un terzo di questi bambini è stato ucciso mentre si trovava a scuola o lungo il percorso per raggiungerla.
Nei paesi confinanti con la Siria il numero di rifugiati è oggi 10 volte più alto rispetto al 2012. Metà dei rifugiati (51,6% secondo i dati UNHCR più aggiornati) sono minori di 18 anni.
E hanno abbandonato la Siria almeno 15.000 minori non accompagnati da adulti o rimasti separati da essi.
Oltre un terzo di questi bambini è stato ucciso mentre si trovava a scuola o lungo il percorso per raggiungerla.
Nei paesi confinanti con la Siria il numero di rifugiati è oggi 10 volte più alto rispetto al 2012. Metà dei rifugiati (51,6% secondo i dati UNHCR più aggiornati) sono minori di 18 anni.
E hanno abbandonato la Siria almeno 15.000 minori non accompagnati da adulti o rimasti separati da essi.
«In questi 5 anni di guerra milioni di bambini sono cresciuti troppo in fretta» prosegue Salama. «In questo conflitto che non accenna a finire, i bambini stanno combattendo la guerra degli adulti. Continuano a non poter frequentare la scuola, e molti sono costretti a lavorare, mentre sempre più ragazze si sposano in età adolescenziale».
Qamar, 14 anni, è già sposata e madre di Raneem, 1 anno. I matrimoni precoci sono un fenomeno in crescente diffusione fra le famiglie siriane più povere rifugiate all'estero. Qamar vive a Ramtha, in Giordania - ©UNICEF/UN013087Lucy Lyon
Minori combattenti, sempre più bassa l'età dell'arruolamento
Nei primi anni del conflitto, la maggior parte dei bambini reclutati da gruppi e forze armate erano ragazzi tra i 15 e i 17 anni. In un primo momento venivano impiegati in ruoli di supporto, lontano dalla linea del fronte.
A partire dal 2014, però, tutte le parti in conflitto hanno cominciato a reclutare minori, anche giovanissimi – è noto un caso di un bambino arruolato ad appena 7 anni – e spesso senza il consenso dei genitori.
In oltre metà dei casi - il riferimento è sempre ai casi verificati dall'UNICEF nel 2015 - a essere reclutati sono minori sotto i 15 anni: nell'anno precedente, questa fascia di età rappresentava meno del 20% dei casi.
Questi bambini ricevono un addestramento militare vero e proprio, partecipano ai combattimenti e svolgono ruoli rischiosi per la loro vita, dal maneggiare armi alla presenza ai check point, alla cura ed evacuazione dei feriti. Le parti in conflitto stano utilizzando minori per uccidere, anche come esecutori o cecchini.
Questi bambini ricevono un addestramento militare vero e proprio, partecipano ai combattimenti e svolgono ruoli rischiosi per la loro vita, dal maneggiare armi alla presenza ai check point, alla cura ed evacuazione dei feriti. Le parti in conflitto stano utilizzando minori per uccidere, anche come esecutori o cecchini.
Una quarta elementare nel campo per sfollati di Al Karnak, nella città siriana di Tartous - ©UNICEF/UN013173/Saker
Una delle sfide più importanti nel corso del conflitto è stata garantire un’istruzione ai bambini.
I tassi di frequenza scolastica sono calati drasticamente per colpa del conflitto. Secondo le stime dell'UNICEF oltre 2,1 milioni di bambini in Siria e 700.000 rifugiati nei paesi vicini non frequentano la scuola.
I tassi di frequenza scolastica sono calati drasticamente per colpa del conflitto. Secondo le stime dell'UNICEF oltre 2,1 milioni di bambini in Siria e 700.000 rifugiati nei paesi vicini non frequentano la scuola.
5 punti per salvare una generazione
Per fronteggiare l'emergenza educativa, l’UNICEF e le organizzazioni partner hanno lanciato l’iniziativa “No Lost Generation” finalizzata a offrire nuove opportunità ai bambini e agli adolescenti esclusi dal percorso scolastico..
«Non è troppo tardi per i bambini della Siria. Essi continuano a sperare in una vita dignitosa e ricca di opportunità. Hanno ancora sogni di pace e hanno la possibilità di realizzarli» conclude Peter Salama.
Il rapporto chiede alla comunità internazionale di intraprendere 5 passi fondamentali per proteggere una generazione di bambini della Siria:
Il rapporto chiede alla comunità internazionale di intraprendere 5 passi fondamentali per proteggere una generazione di bambini della Siria:
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porre fine alle violazioni dei diritti dei bambini siriani
- interrompere gli assedi in corso e consentire l'accesso umanitario a tutto il territorio della Siria
- garantire finanziamenti per 1,4 miliardi di dollari (per il 2016), necessari per dare a tutti i bambini siriani opportunità di istruzione
- restituire dignità ai bambini e sostenere il loro benessere psicologico
- trasformare in impegni concreti le promesse di finanziamento: a oggi l’UNICEF ha ricevuto appena il 6% dei fondi richiesti con l'Appello umanitario 2016 per la Siria - l'ammontare dei fondi necessari per aiutare sia i bambini siriani all’interno del paese che quelli rifugiati negli altri paesi del Medio Oriente.