Rapporto su minori migranti e rifugiati: 50 milioni i bambini sradicati
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7 settembre 2016 – Secondo il nuovo Rapporto dell’UNICEF "Uprooted: the growing crisis for refugee and migrants children” (“Sradicati: la crisi sempre più grave dei bambini migranti e rifugiati"), lanciato oggi, in tutto il mondo sono circa 50 milioni i bambini sradicati dalle loro case.
Di questi, si stima che siano 28 milioni quelli costretti a fuggire a causa di conflitti, mentre milioni di altri si spostano nella speranza di trovare un futuro migliore e una vita più sicura.
Fra quelli in fuga dalle guerre, sono 10 milioni il numero dei minori rifugiati, 1 milione i richiedenti asilo in attesa di decisione e 17 milioni quelli sfollati all'interno dei propri paesi. Tutti, indistintamente, sono bambini che hanno urgente bisogno di assistenza umanitaria e di accesso ai servizi di base.
In fuga da soli
Sono sempre più numerosi i bambini che attraversano le frontiere da soli. Nel 2015, oltre 100.000 minorenni non accompagnati hanno richiesto asilo complessivamente in 78 Stati, il triplo rispetto al 2014.
I bambini non accompagnati sono tra quelli più esposti a rischi di sfruttamento e abuso, come la tratta e il traffico di esseri umani.
20 milioni di bambini migranti, nel mondo, hanno lasciato le proprie case differenti da conflitti, come la povertà estrema o la violenza delle gang. Molti di loro sono particolarmente esposti al rischio di abusi e detenzione perché sono privi di documenti, perché il loro status legale è incerto oppure non esiste un sistema di identificazione e monitoraggio del loro benessere. Per loro è estremamente concreto il pericolo di scivolare nelle pieghe dell'illegalità.
In generale, i minorenni sono una percentuale sproporzionata, e in crescita, fra tutti coloro che hanno cercato rifugio fuori dai propri confini. I bambini (0-18 anni) rappresentano circa un terzo della popolazione globale, ma la loro quota sale a circa il 50% quando prendiamo in considerazione il totale dei rifugiati.
Turchia e Libano, numeri da record
I paesi in guerra sono quelli che fanno registrare i numeri più elevati di minori rifugiati: nel 2015, circa il 45% di tutti i bambini rifugiati sotto la protezione dell' Alto Commissariato ONU per i rifugiati (UNHCR) provenivano da Siria e Afghanistan.
La Turchia è lo Stato che ospita il maggior numero di rifugiati recenti, e con ogni probabilità anche maggior numero di minori rifugiati al mondo.
In proporzione alla sua popolazione, però, è il Libano il paese che ospita più rifugiati: addirittura 1 abitante su 5, nel paese mediorientale, ha status di rifugiato. Per fare un paragone, in Gran Bretagna c'è rifugiato ogni 530 abitanti, mentre negli Stati Uniti il rapporto è di 1 a 1.200.
In proporzione alla sua popolazione, però, è il Libano il paese che ospita più rifugiati: addirittura 1 abitante su 5, nel paese mediorientale, ha status di rifugiato. Per fare un paragone, in Gran Bretagna c'è rifugiato ogni 530 abitanti, mentre negli Stati Uniti il rapporto è di 1 a 1.200.
Se analizziamo invece il livello di reddito, troviamo che i paesi con la più alta concentrazione di rifugiati sono la Repubblica Democratica del Congo, l’Etiopia e il Pakistan.
Dallo shock all'azione concreta
Il nuovo rapporto dell’UNICEF presenta un quadro preoccupante sulle condizioni di vita in cui versano milioni di famiglie con bambini che affrontano viaggi pericolosi pur di sfuggire a conflitti, persecuzioni e miseria.
Su questi bambini pesano i traumi di conflitti e violenze nel loro paese, i rischi dei viaggi (dall'annegamento alla malnutrizione e alla disidratazione) e gli incubi della tratta, dei rapimenti, della violenza sessuale e persino degli omicidi. Nei paesi di transito e di arrivo, spesso questi minori diventano vittime di xenofobia e discriminazioni.
«Immagini indelebili di singoli bambini – come il corpo riverso sulla spiaggia del bambino curdo Aylan o di Omran Daqneesh, stordito e con il volto insanguinato all'interno di un’ambulanza dopo che la sua casa era stata distrutta – hanno scioccato il mondo» ricorda il Direttore dell’UNICEF Anthony Lake.
«Tuttavia ogni fotografia di ogni singolo ragazzo o ragazza, rappresentano milioni di altri bambini in pericolo. Per questo la nostra compassione per ogni singolo caso di cui veniamo a conoscenza deve unirsi ad azioni concrete per tutti i bambini.»
Migrazioni, opportunità per le società che sanno accogliere
Il Rapporto mostra che laddove vi siano rotte legali e sicure, la migrazione può offrire opportunità sia per i minori che migrano, sia per le comunità che li accolgono.
Un’analisi dell’impatto economico delle migrazioni sui paesi ad alto reddito rivela che i migranti contribuiscono più con tasse e contributi sociali rispetto all’aiuto che ricevono.
I giovani migranti e rifugiati possono riempire le lacune nel mercato del lavoro, sia nelle funzioni più specializzate che in quelle manuali, e spesso hanno contribuito alla crescita economica e all’innovazione nei paesi in cui sono stati ospitati.
D'altro canto, purtroppo, i bambini che hanno abbandonato le proprie case spesso perdono i potenziali benefici della migrazione, come l'istruzione - uno dei fattori più importanti per i bambini e le loro famiglie che decidono di migrare.
Un bambino rifugiato ha 5 volte più probabilità di non frequentare la scuola rispetto ai coetanei. E quando possono andarci, è proprio a scuola che i bambini migranti e rifugiati incontrano il maggior rischio di rimanere vittime di discriminazioni e bullismo.
Al di là dall'ambito scolastico, spesso ostacoli giuridici impediscono ai bambini rifugiati e migranti di ricevere pari accesso ai servizi sociali rispetto ai coetanei residenti.
Nei casi peggiori, la xenofobia può tradursi in veri e propri attacchi. Nel 2015, nella sola Germania, le autorità hanno registrato 850 attacchi contro edifici in cui erano ospitati rifugiati.
Sei misure chiave per migliorare l'integrazione
«Quale prezzo pagheremo tutti se non garantiamo a questi giovani un’istruzione e l’opportunità di vivere un’infanzia normale?» ammonisce Lake. «Come potranno contribuire positivamente alla società? Se non potranno farlo, non solo non ci sarà futuro per loro, ma anche le loro società ne pagheranno il prezzo».
Il Rapporto suggerisce 6 azioni per migliorare la tutela e l'aiuto per i bambini rifugiati e migranti:
- intensificare la protezione da violenze e sfruttamento dei minorenni rifugiati e migranti, in particolare di quelli non accompagnati
- porre fine alla detenzione di bambini che hanno chiesto asilo o che sono migranti introducendo una serie di soluzioni alternative
- tenere insieme le famiglie e garantire loro il riconoscimento legale
- offrire a tutti i minori migranti e rifugiati opportunità educative e l'accesso a cure sanitarie di qualità e ai servizi sociali di base
- promuovere la conoscenza delle cause alla radice dei movimenti di massa di rifugiati e migranti e interventi risolutivi
- combattere xenofobia, discriminazione e emarginazione.
Documenti disponibili
Rapporto "Uprooted. The Growing Crisis for Refugee and Migrant Children" (in inglese)pdf / 2.12 Mb
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