"One UNICEF Response", l'azione dell'UNICEF per i minori migranti e rifugiati in Italia

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19/12/2016

20 dicembre 2016 – Sono oltre 22.000, secondo le cifre più recenti del Ministero del Lavoro e Politiche Sociali (aggiornate al 31 ottobre 2016), i minorenni stranieri non accompagnati registrati in Italia. 

Si tratta in 9 casi su 10 di maschi, di età compresa tra 15 e 17 anni, provenienti principalmente dall'Egitto, dall'Albania e dall’Africa subsahariana. Quasi del tutto assenti, a differenza del 2015, i minori siriani

Più di 6.000 quelli che hanno fatto perdere le loro tracce, fuggiti in altri paesi europei per riunirsi a familiari e amici. 

«Nei primi 10 mesi dell’anno l’80% dei minorenni stranieri approdati in Italia ha compiuto un lungo e pericoloso tragitto senza adulti che li accompagnassero: mai, nella storia delle migrazioni, avevamo avuto a che fare con un simile fenomeno» dichiara il Presidente dell’UNICEF Italia Giacomo Guerrera

«Ciò che abbiamo di fronte oggi sulle coste italiane ed europee del Mediterraneo è al tempo stesso un’emergenza umanitaria e un cambiamento epocale, che coinvolge l’intera società e richiede capacità di risposta e di gestione senza precedenti».

Per fronteggiare questa crisi umanitaria, l’UNICEF è sceso in campo con un programma innovativo, che prevede di seguire in Italia metodologie e interventi propri dei programmi di protezione dell’infanzia applicati nei paesi extra-europei. 

Oggi, nell'ambito della presentazione del docufilm “Invisibili. Non è un viaggio, è una fuga. Storie di ragazzi arrivati soli in Italia”, l’UNICEF presenta le principali attività dell’organizzazione a sostegno della protezione e dell’inclusione sociale dei minorenni stranieri non accompagnati nel nostro paese.

Il programma “One UNICEF Response”, che si svolge nel quadro del recente accordo tra UNICEF e Ministero dell’Interno, mira a fornire a circa 6.000 minori stranieri non accompagnati presenti nel nostro paese misure di assistenza che vanno dalla primissima accoglienza al trasferimento in strutture più piccole e stabili, dal monitoraggio degli standard sui diritti umani all'inclusione scolastica e culturale nelle comunità locali sparse in tutto il territorio nazionale.

«L’Italia è la frontiera dell’Europa, ed è qui che, dopo la chiusura della rotta balcanica a seguito dell’accordo UE-Turchia, si concentra la quasi totalità degli sbarchi. Saremo sulle navi della Guardia Costiera, che nel 2016 hanno soccorso e salvato da morte certa decine di migliaia di naufraghi, ma anche nei centri di prima accoglienza in Sicilia e in Calabria, nelle strutture ricettive della Campania, e i nostri team mobili saranno operativi a Roma, nelle zone di frontiera con Francia, Svizzera e Austria e ovunque si renda necessario un intervento urgente» aggiunge Guerrera. 

Il progetto ha tra i suoi partner istituzionali Ministeri, Enti locali, le Prefetture, i Garanti per l’Infanzia locali, le Università di Palermo, Reggio Calabria e Napoli. 

A livello operativo, si avvarrà di partner di consolidata esperienza in diversi settori di intervento come l’ONG INTERSOS, il Coordinamento Nazionale delle Comunità di Accoglienza (CNCA) e diverse articolazioni del mondo dei Salesiani di Don Bosco. 

Un ruolo fondamentale sarà svolto dai volontari dell’UNICEF Italia, del movimento giovanile Younicef e dei ragazzi del Servizio Civile Nazionale che presteranno la loro opera nei progetti di inclusione sociale dei minori stranieri non accompagnati.

Fra le caratteristiche salienti dell’intervento vi sono il monitoraggio partecipativo delle strutture di accoglienza da parte dei ragazzi ospiti attraverso l’innovativa tecnologia di U-Report* sviluppata dall'UNICEF nei suoi progetti in Africa, la formazione sui diritti dell’infanzia di centinaia di operatori sociali di “prima linea”, il collocamento di decine di ragazzi presso famiglie affidatarie e il coinvolgimento di minorenni migranti e rifugiati e italiani in attività sportive, culturali e ricreative comuni.

«Questi bambini e ragazzi hanno viaggiato e sofferto senza nessuno al loro fianco, per arrivare fin qui. Aiutiamoli a non rimanere più soli» conclude il Presidente dell’UNICEF Italia. 

Obiettivi del programma “One UNICEF Response”

  1. Estensione dell’accesso a servizi di base e di assistenza sociale ad almeno 6.000 minori stranieri non accompagnati e minori italiani appartenenti a fasce particolarmente vulnerabili
  2. Miglioramento degli standard di accoglienza con programmi di inclusione sociale per 3.500 minori rifugiati e migranti non accompagnati e separati
  3. Formazione degli operatori di prima linea incentrata sui diritti dei bambini e sui migliori standard dell’accoglienza 
  4. Formazione di tutori volontari per i minori migranti e rifugiati soli
  5. Attivazione di un progetto pilota per il trasferimento di minori non accompagnati dai centri temporanei a famiglie di accoglienza 
  6. Trasferimento dei minori non accompagnati dallo sbarco a centri di seconda accoglienza evitando o riducendo al minimo indispensabile i tempi di permanenza nei centri temporanei 
  7. Valutazione del sistema di monitoraggio del sistema di accoglienza
  8. Coinvolgimento di centinaia di minori non accompagnati nel monitoraggio del sistema di accoglienza attraverso l’utilizzo di strumenti innovativi (U-report)
  9. Identificazione da parte di team mobili di minori migranti e rifugiati soli al di fuori del sistema di accoglienza a Roma e in zone di confine, e loro inserimento in percorsi di inclusione sociale 
  10. Organizzazione di attività sportive, culturali e di integrazione sociale, con il coinvolgimento di associazioni locali, enti sportivi, volontari e famiglie di sostegno) per minori stranieri non accompagnati e minori italiani 
  11. Campagna di sensibilizzazione e comunicazione tra i cittadini italiani per veicolare messaggi positivi riguardanti minori migranti e rifugiati. 
* U-Report è una piattaforma digitale, sviluppata dall’UNICEF e basata sull’invio di SMS gratuiti: lanciata in Uganda per scambiare informazioni sul rischio dell’HIV-AIDS si è rapidamente espansa. Oggi U-Report è integrato anche sulle principali piattaforme social (Facebook e Twitter) e viene impiegato da 2,8 milioni di utenti, per lo più giovani e giovanissimi, in 30 Paesi del mondo.

19/12/2016

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