I nostri cuori battono ancora: l'appello dei bambini siriani a sei anni dalla guerra
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15 marzo 2017 – L’UNICEF lancia oggi «Heartbeat» (Il battito del cuore): una canzone e un messaggio di speranza che dai bambini della Siria arriva al mondo nel giorno in cui si conclude il sesto anno di questa guerra.
Il brano, composto da Zade Dirani, giovane artista musicale giordano e Ambasciatore regionale dell'UNICEF per il Medio Oriente e il Nord Africa, è interpretato da Ansam, bambina siriana di 10 anni, non vedente dalla nascita e sfollata a causa del conflitto.
Il videoclip è stato girato in un’area duramente colpita dai bombardamenti: accanto ad Ansam sono presenti 40 altri bambini, che giocano e lanciano vernice colorata sulle macerie.
Le 22 ragazze e i 18 ragazzi vivono in un rifugio per famiglie sfollate sostenuto dall'UNICEF, che qui finanzia attività di supporto psicologico attraverso corsi di teatro, arte, musica e disegno.
«La musica ha il grandissimo potere di unire le persone e tenere viva la speranza» spiega Zade Dirani. «Bisogna ascoltare le richieste di questi bambini, che parlano a nome di altri milioni di bambini che hanno perso così tanto, in questa guerra. Tutti loro chiedono di riavere indietro la propria infanzia e che la guerra, che non hanno voluto, finisca, per poter vivere in pace.»
Ansam è una dei 3 milioni di bambini che in Siria sono sfollati a causa dei combattimenti. Altri 2 milioni di bambini siriani sono rifugiati fuori dai confini nazionali.
In tutta la Siria, l’UNICEF lavora con i bambini per garantire loro supporto psicologico, ridare un senso di normalità e riconnetterli con la loro infanzia.
«Pochi giorni fa, ho avuto il privilegio di incontrare Ansam che è davvero una ragazza incredibile; la sua voce non potrà ricostruire ciò che è stato distrutto, ma noi speriamo che con Ansam, questa canzone possa unire le persone in Siria e nel mondo» afferma Geert Cappelaere, Direttore regionale UNICEF per Medio oriente e Nord Africa.
«La canzone ci spinge a non arrenderci e continuare a sperare e credere che ci sarà un futuro migliore per la Siria. Un futuro in cui ogni bambino e bambina possa semplicemente essere ancora un bambino.»