Bangladesh, l'UNICEF in soccorso dei profughi Rohingya
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1° settembre 2017 - L’UNICEF, insieme alle organizzazioni partner, sta ampliando i suoi interventi di risposta all'emergenza per le popolazioni colpite dalle inondazioni nelle aree centrali e settentrionali del Bangladesh e nel distretto di Cox’s Bazar, coinvolto dal recente flusso di famiglie con bambini dell'etnia Rohingya. in fuga dal vicino Myanmar (l'80% dei profughi sono donne e bambini).
I bambini sono quelli colpiti più duramente e hanno bisogno di supporto per sopravvivere e per superare i traumi mentali e fisici provocati dalle inondazioni e dagli spostamenti forzati di popolazione.
L’UNICEF sta aiutando il governo bengalese nell'assistenza umanitaria a 1,5 milioni di abitanti colpiti dalle inondazioni con la fornitura di pastiglie per potabilizzare l‘acqua, kit igienici, taniche e disinfettanti al cloro. Stiamo anche lavorando per la riattivazione delle attività scolastiche, che riprenderanno quando i livelli delle acque saranno scesi.
Nel distretto di Cox’s Bazar [nell'estremo sud-est del paese, a poche decine di chilometri dal confine con il Myanmar] l'UNICEF sta aiutando a rispondere ai bisogni delle famiglie della minoranza Rohingya in fuga dal Myanmar e delle comunità ospitanti: già predisposti 8 "Child-Friendly Space" (Spazi a misura di bambino), ambienti protetti dove bambini e ragazzi possono giocare e ricevere un primo sostegno psicologico.
Abbiamo iniziato a monitorare lo stato di malnutrizione infantile e a somministrare le vaccinazioni contro morbillo e rosolia per i bambini tra i 9 mesi e i 5 anni negli accampamenti di fortuna e nelle comunità ospitanti più difficili da raggiungere.
Nelle comunità che ospitano profughi, oltre 15.200 persone hanno ricevuto l'accesso all'acqua potabile e 9.700 hanno potuto usufruire di servizi igienici adeguati.
A questi interventi si aggiungono 33 "spazi a misura di bambino" mobili, 100 kit ricreativi, kit per l’Istruzione in condizioni emergenza e per la formazione degli insegnanti.
Stiamo inoltre identificando i bambini rimasti separati dai propri genitori nel caos della fuga e distribuendo kit igienici e compresse al cloro per potabilizzare l‘acqua.