11 marzo 2019 - Otto marzo, celebrazione della donna, il Gruppo Zonale UNICEF di Civitavecchia grazie alla collaborazione della Direttrice Patrizia Bravetti della Casa Circondariale di Civitavecchia, della Asl Roma 4, ha dato voce a 40 detenute recluse nella sezione femminile della Casa Circondariale Aurelia di Civitavecchia. Ognuna delle detenute , di nazionalità diverse, che aiutate dalla Prof.ssa Luzzetti, da docenti del Centro Provinciale istruzione adulti, dall’educatore Maddoni, hanno letto poesie e riflessioni. Le detenute hanno determinato le tematiche dell’incontro culturale, alcune hanno raccontato esperienze personali vissute, violenza, abusi, soprusi, matrimoni precoci.
Presenti all’evento la Direttrice della struttura che ha ribadito l’importanza di aprire alle associazioni proposte educative per le detenute. Presenti le Suore della Visitazione di Santa Marinella, le volontarie della Chiesa Evangelica, le volontarie del progetto del cucito per le detenute, la ASL RM4 con Marika Campeti scrittrice, la quale ha letto un passo del suo libro “il Segreto di vicolo delle Belle”, un romanzo con profonde riflessioni sulla tolleranza, il coraggio, la lotta contro la violenza, libro che ha donato alla biblioteca della struttura, la Asl Roma 4 è impegnata in progetti e sostegno al carcere, appoggia iniziative culturali, educative e volte alla prevenzione della salute - così afferma il commissario della Asl Roma 4 Giuseppe Quintavalle.
La responsabile del Gruppo Zonale UNICEF di Civitavecchia, rivolta alle detenute ha dichiarato: "Noi volontarie dedichiamo parte del nostro tempo a voi per mandare un messaggio significativo. Oltre le sbarre, riteniamo importante dare voce alle donne che risultano invisibili, in questo caso, seppur private della libertà, avete espresso il desiderio di comunicare le vostre emozioni, la vostra creatività, grazie anche alla realizzazione delle Pigotte che avete accettato di realizzare per sostenere l’UNICEF." Non è facile entrare nelle carceri, l’evento è stato reso possibile grazie alla sensibilità della direttrice dell’istituto penitenziario Bravetti che da anni collabora con l’UNICEF locale, grazie agli educatori e a tutto il personale penitenziario.