Focus sulla questione in Afghanistan presso il Comitato provinciale Unicef di Cosenza
3 minuti di lettura
“Aiutiamo i bambini afghani” è il tema dell’incontro promosso dal Comitato provinciale Unicef di Cosenza presso la propria sede, nella Città dei Ragazzi di Cosenza.
Alla presenza di tanti volontari, rappresentanti di altre associazioni e club services e del Circolo della Stampa “Sessa” di Cosenza, è stato affrontato il tema relativo alla situazione afghana, sia dal punto di vista degli ultimi accadimenti, che da quello storico e socioculturale.
“Sfumata la commozione dell'opinione pubblica internazionale – ha dichiarato la presidente del Comitato provinciale Unicef Monica Perri - la paura è che si abbandoneranno al proprio destino i 18 milioni di afghani che vivono in una situazione di emergenza, la metà dei quali sono minori.
Non possiamo rimanere sordi e ciechi rispetto a quello che sta accadendo, abbiamo il dovere di offrire un contributo per alleviare tanta sofferenza e prenderci cura dei più vulnerabili: i bambini”.
La relazione centrale del momento di confronto ed approfondimento è stata svolta al professore Gianfranco Bria, docente di Diritto Musulmano e dei Paesi Islamici dell’Università “La Sapienza” di Roma, che ha offerto elementi introduttivi sulla storia e sulla cultura dell’Afghanistan per meglio comprendere l’attuale crisi umanitaria, politica e sociale che sta affliggendo il Paese.
Alla disanima circa le strutture comunitarie che compongono la complessa società afghana, in cui convivono vari gruppi etnici territorialmente divisi, ha fatto seguito una ricostruzione del recente passato dell’Afghanistan, partendo dai legami con l’URSS culminati con l’invasione sovietica del 1979, che ha poi generato un diffusa resistenza armata nel Paese, quale condizione ideale per la proliferazione di vari gruppi di guerriglieri armati e islamisti orientati da una versione rigida e radicale dell’Islam, tra cui i talebani.
Infine il professore Bria si è soffermato sulla recente ascesa dei talebani, sui loro metodi di governo e gestione del potere e sui motivi politici e culturali che hanno sostanziato il depotenziamento della missione NATO e l’involuzione del riconoscimento dei diritti in capo a donne ed il peggioramento delle condizione umanitarie, soprattutto dei bambini.
Una raccolta fondi promossa dai volontari del Comitato Unicef si è svolta in conclusione di serata.