Crotone: creatività e solidarietà nelle Pigotte dell'UNICEF create dagli ospiti del Cara
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24 luglio 2018 - Bambole di pezza, meglio conosciute come le “Pigotte dell’UNICEF”, realizzate a mano, con grande abilità dagli ospiti del Regional Hub di Sant’Anna.
Bambole di pezza, realizzate con pazienza e grande creatività andate a ruba.
Un’attività resa possibile grazie al progetto “Cara Pigotta”, promosso dall'UNICEF di Crotone presieduto da Donatella Intrieri Fauci, past President dal 30 giugno e Maria Francesca Puccio segretaria provinciale condivisa con il direttore del Cara di Isola Vitaliano Fulciniti.
Per tre giorni, le bellissime creazioni sono state offerte sul lungomare di Crotone, unitamente ad altre creazioni realizzate dai migranti, nei laboratori di sartoria e di riciclo creativo.
Il progetto “Cara Pigotta” ha consentito ai residenti di interagire con gli ospiti del centro di apprezzare il loro estro artistico, così come è stato possibile apprendere dalla voce dei volontari che vi operano il radicale cambiamento che il centro di Sant’Anna ha subito negli ulti mesi.
Un centro non più chiuso e lontano dal territorio ma parte integrante.
La nascita di diversi laboratori, all’interno della struttura, ha consentito di far emergere le potenzialità artistiche e non solo di coloro che transitano nel centro di accoglienza di Sant’Anna.
In particolare, l’aver realizzato delle splendide bambole di pezza il cui ricavato andrà a sostegno dei loro connazionali in difficoltà è stato motivo di grande soddisfazione. Con il ricavato della cessione delle “Pigotte” verranno infatti acquistati alcuni kit salvavita per i bambini delle zone più povere del mondo. Ciascuno di questi kit contiene infatti medicinali per la salute materna e infantile, vaccini contro le principali malattie killer, zanzariere che proteggono dalla malaria”. Non a caso lo slogan scelto per la promozione delle Pigotte, recitava: “Per ogni Pigotta adottata, una vita salvata” .
Grande la soddisfazione di Donatella Intrieri Fauci e Maria Francesca Puccio, per essere riuscite ad avvicinare, attraverso questa tre giorni la città ai volontari e agli ospiti del Regional Hub di Sant’Anna, contribuendo così a rompere il muro della diffidenza che purtroppo si è venuto a creare nei confronti di chi è costretto a lasciare la propria terra.