Andrea Iacomini, portavoce di UNICEF ITALIA, affascina gli studenti messinesi
5 minuti di lettura
Una voce dal campo … “Siate temerari, abbiate il coraggio d’inseguire i vostri sogni …”
Anche quest’anno scolastico continua la collaborazione del Comitato Provinciale di Messina per l’UNICEF con gli appuntamenti settimanali di GDS Academy, nell’ambito del Progetto: "Gazzetta del Sud in classe, con Noi Magazine".
Dopo il Ministro Bianchi è il portavoce di Unicef Italia, Andrea Iacomini, a dialogare con gli studenti messinesi, durante il webinar, al quale ha partecipato la Presidente Nazionale UNICEF, Carmela Pace, il Presidente Regionale UNICEF Sicilia, Vincenzo Lorefice e la Presidente Provinciale del Comitato di Messina per l’UNICEF, Angela Rizzo Faranda.
Andrea Iacomini ha raccontato, agli studenti, della sua infanzia e adolescenza spensierata, quando guardava quasi distaccato ai grandi cambiamenti politici mondiali: il concetto di libertà, la caduta del muro di Berlino e la nascita di un trattato che ha cambiato la concezione del bambino, da oggetto, a soggetto di diritti: trattato più ratificato al mondo e più violato. Erano anni in cui la maggiore fonte di informazione era la carta stampata, verso la cui lettura, Andrea, è stato, amabilmente, spinto dalla madre e mai avrebbe pensato di diventare quello che è diventato oggi, il giornalista ufficiale dell’UNICEF ITALIA, che gira il mondo vivendo storie e realtà inimmaginabili che ti cambiano la vita, incontrando gli occhi e i volti di tanti bambini come quello di suo figlio. … “Siate temerari, abbiate il coraggio d’inseguire i vostri sogni scrutando tutto quello che accade attorno a voi. Non vi chiedo di diventare paladini dei diritti dei bambini scendendo in piazza, ma di osservarli informandovi, è il modo migliore per iniziare a conoscere questa realtà. Potete aiutarci a sensibilizzare la società civile continuando a disegnare, scrivere, raccontare; così in futuro sarete pronti a tendere la mano ai vostri coetanei sparsi per il mondo che hanno bisogno”.
Con queste parole Andrea ha catturato l’attenzione e rapito il cuore degli studenti che hanno partecipato all’incontro. Il Portavoce di UNICEF ha ripercorso i 75 anni di storia dell’organizzazione, dal lontano 11 dicembre 1946 quando, fu fondata per risollevare le sorti delle popolazioni europee sconvolte dagli effetti della seconda guerra mondiale e venne in Italia dove contribuì, collaborando con il governo, alla ricostruzione economica e sociale del paese, promuovendo istruzione, salute e il benessere della popolazione. ... E da allora, orientata ai contenuti della Convenzione ONU sui diritti dell’Infanzia e dell’adolescenza, non si è mai fermata, ha lavorato e continua a farlo, per garantire, senza distinzione di razza, credo politico e religioso: acqua potabile, medicine, scuole e eguaglianza di genere, salvando bambini dalla povertà, dalla fame, dalla malnutrizione, dai conflitti armati, vaccinando intere popolazioni contro malattie che mietono vittime fra i bambini al di sotto dei primi 5 anni di vita. Iacomini ha però ribadito quanto ancora ci sia da fare per i bambini che trovano la morte in mare, costretti a fuggire coi i genitori da povertà e guerra sui barconi, o per catastrofi ambientali che vivono ai confini dell’Europa al gelo, senza una fissa dimora, ribadendo che tanto ancora c’è da fare.
Il racconto di Andrea ha affascinato gli studenti, che gli hanno posto domande interessanti alle quali ha risposto con chiarezza, sottolineando il periodo difficile che stanno vivendo, a causa della pandemia che li ha privati di tante libertà e della socializzazione. Ad uno studente affascinato dal suo racconto, che gli chiede cosa prova nell’animo, nell’aiutare questi bambini, Andrea risponde: “Io sono solo un cantore delle gesta di tanti colleghi impegnati nei luoghi del disagio e quando torno a casa, dai miei viaggi, non posso fare a meno di ripensare alla straordinaria capacità di resilienza di questi bambini in mezzo al fango e agli escrementi, per strada, fra le bombe che cadono dal cielo, che sanno ancora sorridere”.
L’incontro degli studenti con Andrea Iacomini è stato registrato sul canale YouTube di Gazzetta del sud, quindi anche le scuole non presenti all’webinar, hanno potuto seguire l’intervista, visibile in ogni momento. La Professoressa Antonella Prestamburgo ci fa pervenire una riflessione della sua alunna Gaia Saija, III^ A dell’I. C. Boer verona Trento di Messina. “Oggi io sto scrivendo, ora, io sto scrivendo … oggi un bambino qualunque sta scappando … ora, un bambino qualunque sta morendo. Le nostre orecchie sono ormai abituate a sentir dire: “100 persone sono morte, 1000 persone sono rimaste ferite”. Noi siamo tutti assuefatti a questi avvenimenti ma, se in un momento qualunque, chiudiamo gli occhi e riflettiamo … pensiamo … capiamo che non hanno certo voluto, loro, scappare dalle loro case e diventare nomadi, sempre se già non lo erano. Capiamo che scappare, per loro, è l’unico modo per poter sfuggire alle guerre, alle carestie, spesso, persino causate da noi occidentali. Capiamo che molti di quelli che muoiono sono bambini innocenti, che avevano un futuro davanti, che … pensavano al loro futuro, che magari avrebbero avuto tante ambizioni e tanti talenti! … Se solo avessimo aperto loro le nostre braccia e i nostri porti!!! I bambini e le bambine, i ragazzi e le ragazze che oggi hanno dentro di loro tanto dolore, è strano pensare che avrebbero persino una legge che li tutela, che li protegge, ma in realtà questa legge, per molti, è solo una legge: … delle parole, delle inutili lettere messe in fila una dopo l’altra, ma in fila ci sono oggi anche molti bambini che attendono; ma attendono … cosa? … Una mamma? … Una scuola? … Una risposta? … La loro vita? No, … la loro vita l’hanno persa proprio in questo momento: niente più fila, niente più ingombro, sono morti. Oggi, però, dopo aver ascoltato Andrea, il mio cuore si è riempito di gioia, perché ho la certezza che qualcuno si occupa di queste popolazioni e lo fa con competenza ed amore. Sono orgogliosa di frequentare una Scuola Amica che, dell’UNICEF, ha fatto la sua bandiera e di avere professori che ci informano e sensibilizzano alla tematica”.