13 giugno 2018 - Martedì 12 giugno 2018 arrivo al polivalente di Avigliano in ritardo: strade piene di buche, difficoltà per trovare un parcheggio. Sono stato invitato perché presidente del Comitato Provinciale UNICEF di Potenza al recital di fine anno della scuola primaria “Diamo una mano alla vita”.
L’insegnante Carla Gallicano, volontaria e coordinatrice delle campagne UNICEF in questa città importante della Basilicata, mi ha raccomandato: “Mario non puoi mancare, il tema del saggio sono i diritti dei bambini...”.
E infatti, prima di arrivare al polivalente sento un incedere di tamburi e, guidato dal loro suono, entro nella sala. I cellulari dei genitori stanno impazzendo di flash e davanti e sul palco tanti bambini con magliette gialle, verdi, rosse, arancione, sventolano le bandiere azzurre dell’UNICEF al suono di una musica travolgente. Molti cartelloni presentano “La festa dei nonni e dei nipoti UNICEF, le campagne in piazza della pigotta e dell’orchidea".
Sullo schermo scorrono le immagini dei laboratori in classe con i nonni che raccontano storie, insegnano i giochi di una volta, costruiscono piccoli oggetti da mettere in vendita per dare una mano ai poveri della terra con l’UNICEF.
Sono veramente felice di essere qui. Come sempre i piccoli con la loro genuinità mi commuovono. Ripetono a fior di labbra le battute del compagno, cantano e si muovono guardando le maestre che in piedi, piegate, sedute, guidano, suggeriscono, fanno da specchio per i movimenti. E nell’aria si respira emozione, concentrazione, sui visi si legge divertimento e sollievo quando tutto fila liscio.
I ritmi sono veloci. La dirigente scolastica Adriana Formetta, perfetta padrona di casa, ricorda che “Tutto è nato quando Mario Coviello ha presentato al collegio dei docenti la campagna “Scuola Amica dell'UNICEF nell’ottobre del 2017.”
L’insegnante Elisa Natella, che ha coordinato il lavoro delle 24 insegnanti e dei due insegnanti, fa partire la quinta A che presenta “La scuola ci insegna”, seguita dai piccoli di prima che con “La danza dell’accoglienza” e “Cittadini del mondo”, strappano applausi e simpatia a scena aperta. Salgono poi sul palco una nonna che recita una poesia alla sua nipotina Michela e subito la danza “Diamo una mano alla vita”.
Seguono i pensieri dei ragazzi di quinta sulla nostra Costituzione e sui testimoni degli orrori dei campi di concentramento Anna Frank, Lia Levi e “La canzone del bambino nel vento”. Le seconde ci raccontano “Un mondo a colori”, le terze ci travolgono con “Alegria”.
Le quarte raccontano la storia di un gatto e un topo che diventò suo amico, tratta dal un racconto di Luis Sepulveda. Pochi elementi essenziali sulla scena, grazia e fantasia per sottolineare l’importanza dell’amicizia che ci fa crescere e ci consola.
Tornano le quinte che con “Io stamattina ho mangiato” di R. Follerau ricordano la fame degli ultimi. E non rimane che chiudere con “Noi siamo il mondo” e “Aggiungi un posto a tavola, che c’è un’ amico in più, se sposti un po’ la seggiola stai comodo anche tu”.
La preside Formetta invita sul palco me e il sindaco. Vito Summa ringrazia la scuola tutta per il lavoro di qualità che porta avanti con le giovani generazioni. Io consegno una pergamena dell’UNICEF per il lavoro svolto e ringrazio i piccoli, le maestre, la dirigente perché nel giorno in cui per la prima volta il governo italiano respinge bambini, minori non accompagnati, donne incinte, oltre seicento immigrati che fuggono dalla violenza, dalla guerra, dalla fame, la scuola di Avigliano insegna che accogliere, curare, integrare è proprio dell’uomo, di tutti gli uomini.