Makan incontra i ragazzi della scuola media di Barile e racconta il suo viaggio della speranza
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20 marzo 2019 - “Volevo studiare, ma dopo la morte di mio padre, i miei fratelli, la mia famiglia volevano solo farmi lavorare. Ho fatto il pastore, ho spazzato le strade in Libia, ho dormito a terra sui cartoni. Ho attraversato il mare. Oggi voglio prendere la terza media, continuare a studiare e ad aiutare i ragazzi down come sto facendo.”
Questo ha detto Makan Coulibaly oggi a Barile a cinquanta ragazzi della scuola media, dopo la proiezione del docu-film “Sottopelle“ di Giuseppe Russo che sto portando, come Presidente del Comitato Provinciale Unicef di Potenza, in tutte le scuole della provincia.
Con Makan, Caterina Traficante dell’Associazione ARCI di Rionero che cura queste persone e ha raccontato il suo lavoro con loro. “Vi ringrazio ragazzi - ha detto - perchè ho vissuto con Voi una grande emozione. Ho sentito la vostra attenzione e partecipazione.”
Tutto questo oggi mentre la nave della Ong italiana Mediterranea Saving Humans, che ha soccorso 49 persone, tra cui 12 minori, al largo della Libia, non riesce ad attraccare a Lampedusa. L’imbarcazione batte bandiera italiana, quindi il governo di Roma non potrà chiedere alcun aiuto all’Europa né intimare all’organizzazione di sbarcare nel Paese di provenienza, come è già accaduto.
E mentre davanti a Lampedusa si consuma l’ennesimo braccio di ferro tra autorità italiane e navi umanitarie che salvano i migranti, davanti alle coste della Libia si è consumato l’ennesimo naufragio con diversi migranti morti o dispersi, si stima una trentina, e solo quindici salvati.
Makan oggi ha parlato del suo sogno e così hanno fatto i ragazzi e le ragazze della scuola di Barile: un ragazzo ha detto che vuole diventare calciatore professionista e va fino ad Avigliano per allenarsi. Altri vogliono diventare medici, cuochi, insegnanti e si confrontano con Makan e con le storie di Queen, Aisha, Demba che “Sottopelle” ha raccontato.
Il naufragio di stamattina, come pure il salvataggio di ieri pomeriggio al largo di Zuara da parte della nave “Mare Jonio” della missione Mediterranea Saving Humans, sono la tragica conferma che dalla Libia i migranti continuano a partire. Molti vengono portati indietro dalla Guardia costiera libica, di altri non si hanno più notizie, soprattutto da quando nel Mediterraneo centrale non ci sono più le navi delle Ong, bloccate nei porti dalle autorità dei singoli Paesi europei. Venerdì scorso l’Oim ha diffuso nuovi dati dai quali si ricava che da inizio 2019, 234 migranti sono morti durante la traversata del Mediterraneo, 154 dei quali nella rotta tra Libia e Italia che si conferma la più mortale.
L’Unicef difende i diritti dei ragazzi di tutto il mondo e quindi anche quelli dei minori stranieri non accompagnati e, con Pietro Simonetti, che coordina le Politiche Migranti e Rifugiati della Regione Basilicata, ricorda che «oltre la metà dei richiedenti asilo presenti nei centri lucani con permesso umanitario stanno per diventare clandestini anche per effetto della cancellazione di molti dai registri comunali di residenza. Con la cancellazione, nonostante siano ospitati nei centri di accoglienza, le Asl non assicurano le prestazioni e la fornitura, ove necessario, dei medicinali e dell’assistenza che può solo essere assicurata nel soccorso». Si calcola che in Basilicata sono ben 1.650 i richiedenti asilo, a inizio 2019.
Non possiamo voltarci dall’altra parte. Grazie alla dirigente scolastica Eugenia Tedesco, alla professoressa Rosa Spera, referente Unicef, alle professoresse Eugenia Libutti, Lucia Pietrafesa e Lucia Vernotico, a tutta la scuola di Barile che con il suo impegno afferma con forza che “La diversità è ricchezza.”