19 marzo 2019 - Il presidente del Comitato Provinciale Unicef di Potenza premia Myriam Emanuela Manfredi di Acerenza per il suo disegno contro il cyberbullismo.
Non è semplice da Bella arrivare ad Acerenza. Da Potenza, lasciata la Basentana, bisogna inerpicarsi e salire e scendere, tra tornanti, boschi, pale eoliche e una strada provinciale che definire sconnessa è un’eufemismo.
La giornata per fortuna è splendida. Un sole caldo fa risplendere gli alberi in fiore e il cielo di Cancellara è solcato da falconi che fanno da corona al castello. Più oltre Acerenza ti accoglie con la sua diga e il centro storico, la cattedrale, il museo diocesano, una bellezza incomparabile.
Arrivo alla scuola elementare e media di Acerenza prima delle 9,00. La dirigente scolastica Eugenia Tedesco mi ha ha autorizzato e grazie alla coordinatrice della scuola elementare Caterina Pomponio, le docenti di quarta Tessolon Lucia e Angela Pietragalla hanno già preparato con i ragazzi le sedie. La Lim è funzionante e la pennetta trasferisce sul grande schermo le immagini del docufilm “SottoPelle” di Giuseppe Russo che racconta gli immigrati ospiti a Tito della cooperativa “La Mimosa” e a Rionero dell’ Associazione ARCI.
Dispongo le foto in bianco e nero di Vittorio Onorato dei protagonisti, si sistemano gli alunni di terza e quinta con le insegnanti Angela Gazzaneo, Ida Palombo e Stefania Petrone, e subito la curiosità si accende. Si accenna a torture,viaggi nel deserto e nel mare. Incontri con i terroristi, frustate e “armi come cellulari”.
Segue la visione del film. Tutti con il fiato sospeso per conoscere la storia del piccolo Junior, della piccola Aisha e dei loro genitori. Poi tante domande, impressioni, grande partecipazione.
Un veloce ringraziamento per la somma donata per le campagna Unicef #Tutti a scuola e scendo al piano inferiore per incontrare la scuola media.
Anche la coordinatrice della scuola media Anna Maria Fortunato ha predisposto le sedie nell’aula di terza media e Giuseppe, un alunno disponibile, mi aiuta con la Lim e la pennetta.
Prima di tutto ringrazio Miryam Emanuela Manfredi, una dolce alunna di terza media che, guidata dalla professoressa di educazione artistica Battistina Sinisi, ha illustrato con il disegno “Non si può ferire con un like” il calendario dell’Unicef Regionale di Basilicata 2019 sul bullismo e il cyberbullismo. A Myriam consegno una copia del calendario che ho anche trovato con piacere sulla cattedra dell’aula e ricorda che dobbiamo essere noi padroni dei cellulari e non farci “usare” da loro.
Anche qui uso le foto per introdurre la visione del documentario. E le frasi “Io non ho paura della morte perchè ho perso tutti i miei cari..” …” Ho insegnato ai miei figli ad amare gli altri come fratelli come insegna la Bibbia…” colpiscono e fanno pensare.
Nei successivi cinquanta minuti non si sente volare una mosca e il dibattito è ricco e interessante. Chiara commenta lo stupro che Queen ha il coraggio di raccontare. Riflettiamo sulla frase di Mamadou “Il sogno è come un bambino e se un bambino lo lascio sul letto e non gli do da mangiare il bambino muore.” E mi raccontano il loro sogno: Giuseppe vuole fare il dottore, qualcuno la cantante. E ancora la biologa, il pompiere, il calciatore. E riflettiamo sul fatto che i sogni per realizzarsi hanno bisogno di impegno, studio, sacrifici. Con Davide, che vuole fare l’attore, una discussione accesa sul razzismo e sull’inquinamento e la distruzione del pianeta. “Non si può fare niente..” “ E’ tutto inutile, che posso fare io solo ?..”
E parliamo di Greta Tunberg, la ragazza svedese di 15 anni che è partita da sola con la sua protesta e venerdì scorso è riuscita a far scendere nelle piazze di tutto il mondo milioni di ragazzi e ragazze al grido “Non c’è più tempo.Salviamo il nostro pianeta.”
La professoressa Antonia Saluzzi della seconda media, a nome dei suoi ragazzi, mi consegna una bella cifra per la campagna Unicef #Tutti a scuola, che garantisce l’istruzione ai bambini e ai ragazzi che vivono in Siria e da sette anni sono tormentati dalla guerra. Anche gli altri ragazzi mi consegnano il loro contributo. Li ringrazio e li saluto.
La strada per tornare a casa a Bella rimane lunga, ma il sole dei ragazzi di Acerenza e dei loro docenti è con me.