Diritti dei bambini

Sicurezza in rete

Un mondo di connessioni, tanti pericoli per i minorenni

Ragazzi e ragazze trascorrono molto tempo online, utilizzano la rete per acquisire informazioni, condividere aspetti della loro vita, comunicare e relazionarsi con gli altri.  
Come è possibile proteggerli dai vari pericoli che possono incontrare? Come contrastare gli effetti del cyberbullismo? Come difenderli dai contenuti dannosi e inappropriati?  

Queste sono solo alcune delle domande che possono suscitare la nostra preoccupazione. 

È necessario che genitori e figli aumentino la propria consapevolezza per evitare che in rete vengano condivisi dati personali che potrebbero essere utilizzati senza criterio e addirittura in maniera dannosa. Internet è una grande risorsa, allo stesso tempo però rende bambini e ragazzi facilmente raggiungibili da profili social non protetti. Ciò consente ai criminali di restare anonimi - riducendo il rischio di essere identificati e perseguiti - ampliare le loro reti, aumentare i profitti e perseguire più vittime alla volta. La mancata tutela della privacy dei bambini può davvero avere delle conseguenze negative sulla loro vita.  

L’11 febbraio si celebra il Safer Internet Day, la giornata per la Sicurezza in Rete, pensata per promuovere un uso più sicuro e responsabile della tecnologia online. Abbiamo chiesto alla nostra comunità di U-Reporters cosa ne pensano della Sicurezza in Rete, scopri i risultati del sondaggio.

I ragazzi e il web

In una società in continuo cambiamento, sappiamo che  bambine, bambini e adolescenti  sono soggetti a numerose e importanti sollecitazioni che li spingono ad una sempre più necessaria esigenza di essere connessi.  In questa epoca possiamo aiutarli ad evitare i pericoli, mantenendoci aggiornati sull’evoluzione del mondo digitale.  

I genitori hanno un ruolo fondamentale nella loro crescita ed è importante che conoscano questa tematica, in modo da poter mantenere il dialogo con i figli e proteggerli da alcuni dei rischi causati dalla interconnessione. La comunicazione diventa davvero lo strumento più efficace per riuscire a garantire la loro sicurezza digitale. 

Scopri cosa  

Dati ISTAT 2023

Fatti e cifre sul rapporto Internet - Minorenni in Italia

85%

ADOLESCENTI TRA GLI 11 E I 19 ANNI CHE HANNO ALMENO UN PROFILO SOCIAL

8,4%

ADOLESCENTI CHE DICHIARANO DI ESSERE CONTINUAMENTE ONLINE O AL TELEFONO CON GLI AMICI

37%%

BAMBINI ESPOSTI A MESSAGGI DI ODIO ONLINE (Rapporto UNICEF INNOCENTI)

Entrare in contatto con gli sconosciuti attraverso i social media è una tra le prime azioni da cui metterli in guardia. Non esiste un modo per verificare se il profilo di una persona corrisponde a quello che dice di essere: il modo migliore per tenere la situazione sotto controllo è essere sempre aggiornati su quali sono tutti i social media utilizzati dai propri figli. Tenuto conto delle indicazioni di legge (che in Italia fissano a 14 anni l’età minima per l’accesso autonomo ai social network e alle app) spetta al genitore decidere quale sia l’età giusta che il figlio deve avere per possedere una pagina sui social e, dal quel momento, deve sempre essere aggiornato di quali sono i suoi amici “online”. Se questi contatti non sono parenti, o non provengono dalla scuola frequentata dai figli, o da famiglie che conosce nella sua comunità, allora meritano un approfondimento.

Ogni volta che qualcosa viene pubblicato online è difficile eliminarlo. Alcuni sondaggi sull’atteggiamento che hanno bambini e adolescenti con Internet, hanno dimostrato che la maggioranza non è interessata alla violazione della propria privacy o dell’anonimato della persona con cui interagisce. Sarebbe importante far capire ai ragazzi che una volta pubblicata una foto online non esiste un modo per cancellarla per sempre. L’immagine o il testo pubblicato possono diventare pericolosi se alterati o veicolati su siti inappropriati, quindi è molto importante pensare prima di pubblicare.

Lo “sharenting”

Il neologismo “sharenting” deriva dalla fusione delle parole inglesi sharing (condividere) e parenting (esercitare il ruolo di genitore) e indica la pratica di condividere contenuti riguardanti i propri figli online, un fenomeno tanto recente quanto diffuso che comporta diversi rischi per le bambine e i bambini. Una sovraesposizione online, infatti, oltre ad avere un impatto diretto sulla relazione genitori-figli, rappresenta un rischio in termini di utilizzo improprio o a fini pedopornografici delle immagini da parte di terzi, o ancora permettere un accesso facile a informazioni riservate tramite una semplice geolocalizzazione o la riconoscibilità dei luoghi pubblici ritratti (es. scuola, palestra). 

Secondo una ricerca dell’Italian Journal of Pediatrics condotta su un campione di oltre 400 genitori con figli di età compresa tra 0 e 16 anni, circa due terzi dei partecipanti condivide fotografie e video dei propri figli sulle piattaforme social, con una frequenza che può variare da poche volte all'anno a diverse volte al mese o alla settimana. La condivisione spesso comincia dal periodo della gravidanza e in buona parte dei casi (40%) prima del compimento del secondo anno di vita. La consapevolezza che questa pratica possa rappresentare un abuso e una violazione del diritto alla privacy delle persone di minore età è molto bassa (1 su 4), per questo UNICEF Italia vuole aiutare i genitori a comprendere meglio il fenomeno dello “sharenting” e prevenire i rischi ad esso correlati. 

Il Cyberbullismo

Uno dei pericoli legati alla mancanza di una accurata educazione digitale dei minorenni è il fenomeno di cyberbullismo ; questo comprende infatti qualunque forma di pressione, aggressione, molestia, ricatto, ingiuria, denigrazione, diffamazione, furto d’identità, alterazione, acquisizione e diffusione illecita di dati personali in danno di minorenni, realizzata per via telematica.

Le finalità sono le stesse del bullismo tradizionale, ma nel cyberbullismo il comportamento lesivo ha maggior risonanza e risulta spesso inarrestabile, poiché è agito in totale assenza di un contatto diretto e quindi di più difficile prevenzione e gestione da parte dei minorenni, ma anche degli adulti. 

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