Al via la più grande campagna di vaccinazioni di sempre in Medio Oriente
4 minuti di lettura
Questa settimana prende il via la più grande campagna di vaccinazioni mai organizzata nel Medio Oriente, con l’obiettivo di immunizzare più di 23 milioni di bambini contro la polio in Siria e negli Stati circostanti nelle prossime settimane.
La campagna è la parte fondamentale della risposta a un’epidemia virale in Siria, dove sono già stati confermati 17 casi di poliomielite, e alla scoperta del virus in campioni ambientali in altre zone del Medio Oriente.
Nei prossimi mesi, l’UNICEF consegnerà 10 milioni di dosi di vaccino antipolio in Siria. Il primo carico di 2 milioni di vaccini è arrivato a Damasco lo scorso 29 novembre.
Per scongiurare un’epidemia di polio e prevenire ulteriori contagi, l’UNICEF, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e le organizzazioni partner mirano a vaccinare, rapidamente, tutti i bambini sotto i 5 anni, ovunque si trovino.
A seconda dell’area, le vaccinazioni saranno disponibili presso postazioni fisse in luoghi molto popolati oppure saranno distribuite da operatori che si muoveranno casa per casa. Le attività saranno coordinate dalle autorità sanitarie nazionali e locali, con supporto offerto dall’UNICEF, dall'OMS, dalla Mezzaluna Rossa Araba e da altri partner.
Vaccinare nelle zone di guerra
All’interno della Siria, la campagna mira a raggiungere 2,2 milioni di bambini, inclusi quelli che vivono in zone di conflitto e che non erano stati vaccinati durante la precedente campagna: molti bambini siriani non sono ancora stati raggiunti, soprattutto quelli che si trovano in zone alle quali è impedito l’accesso o in aree in cui infuriano i combattimenti.
«Tutti i bambini siriani dovrebbero essere protetti dalle malattie» ha ricordato Ala Alwan, Direttore dell'OMS per la regione Mediterraneo e Medio Oriente. «Per eradicare la polio, dobbiamo eliminare i problemi che compromettono il raggiungimento dei bambini. Chiediamo a tutte le parti coinvolte nel conflitto in Siria di cooperare e facilitare qualche tregua, nell'arco dei prossimi 6 mesi, per portare a termine la campagna e raggiungere tutti i bambini.»
«Come se i bambini siriani non avessero già sofferto abbastanza, adesso devono fare i conti anche con un’altra minaccia per la loro salute e il loro benessere», ha detto Maria Calivis, Direttore dell’UNICEF per Nord Africa e Medio Oriente. «L’impegno per le vaccinazioni antipolio in corso è un’impresa enorme per molti partner, ma possiamo fermare il dilagare del virus solo se raggiungiamo quei bambini che non sono stati ancora vaccinati.»
Per l’UNICEF e l’OMS l’impegno finanziario per questa campagna antipolio ammonta a 39 milioni di dollari, sulla base di un Piano strategico elaborato per l'intera regione mediorientale.
La campagna verrà condotta fino ad aprile 2014 in Siria, Egitto, Iraq, Giordania, Libano, nei Territori palestinesi di Cisgiordania e Gaza, e in Turchia.
La polio in Siria: uno sgradito ritorno
In Siria, a partire dallo scorso 26 novembre, 17 bambini sono rimasti paralizzati a causa della polio: 15 di essi si trovano nel conteso governatorato di Deir Ez Zour, uno è ad Aleppo e un altro a Douma, nei pressi della capitale Damasco.
Prima di quest'epidemia, in Siria non si registravano più casi di polio dal 1999.
Il rischio di diffusione ai Paesi della regione e oltre è considerato elevato, e le autorità sanitarie di 21 Stati hanno dichiarato un'emergenza sanitaria pubblica.
Alcuni virus della polio geneticamente affini, originari del Pakistan (uno dei 3 soli Paesi al mondo in cui il poliovirus è tuttora endemico), sono stati individuati anche in campioni di acque reflue in Egitto (dicembre 2012) nonché in Israele, in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza agli inizi del 2013.
In Siria, negli ultimi due anni, le vaccinazioni sono state notevolmente limitate a causa del conflitto in corso. Le attrezzature per assicurare la catena del freddo in molti distretti sono andate perdute, e molte squadre sanitarie mobili non sono state in grado di eseguire visite regolari. Questo ha impedito di vaccinare, in queste aree, tra 500.000 e 700.000 bambini.