UNICEF: stop a disinformazione e fake news sul coronavirus
2 minuti di lettura
In tutto il mondo, le persone stanno prendendo le precauzioni necessarie per proteggere loro stesse e le loro famiglie dal coronavirus SARS-CoV-2. Una solida preparazione, basata su prove scientifiche, è ciò che occorre in questo momento.
Tuttavia, tra le innumerevoli informazioni sul virus e indicazioni su come proteggersi condivise dalle persone, solo alcune sono utili o affidabili.
La disinformazione in tempi di crisi sanitaria può diffondere psicosi, paure e stigmatizzazione, e può persino avere come effetto che qualcuno rimanga non protetto o più vulnerabile di fronte al virus.
Prendiamo ad esempio il messaggio online che ultimamente sta circolando in diverse lingue sul web e che si spaccia come una comunicazione dell'UNICEF: tra le altre cose, vi si legge che evitare il gelato e altri cibi freddi può aiutare a prevenire l'insorgenza della malattia. Questo è, ovviamente, del tutto falso.
Ai creatori di tali falsità vogliamo mandare un semplice messaggio: STOP!
Condividere informazioni inesatte e tentare di ammantarle di autorevolezza appropriandosi indebitamente dei nomi di persone o organizzazione degne di fiducia è un gesto pericoloso e scorretto.
Al pubblico chiediamo di cercare informazioni accurate su come tenere se stessi e i propri familiari al sicuro attraverso fonti attendibili, come l'UNICEF o l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), autorità sanitarie nazionali e medici professionisti di fiducia, e di astenersi dal condividere informazioni provenienti da fonti inaffidabili o non verificate.
Può essere difficile, in una società mediatica come quella di oggi, sapere esattamente dove andare a reperire informazioni su come tenere al sicuro noi stessi e le persone che amiamo. Eppure è fondamentale essere altrettanto vigili sull'accuratezza delle informazioni che condividiamo, quanto lo siamo nel prendere ogni precauzione per proteggere noi e i nostri cari.
L'UNICEF si adopera per fornire informazioni accurate sul virus collaborando con l'OMS, con i governi e con le piattaforme online quali Facebook, Instagram, LinkedIn e TikTok, per far sì che siano disponibili dati e consigli accurati e che siano prese le dovute misure quando emergono informazioni imprecise.
(Dichiarazione di Charlotte Petri Gornitzka, vicedirettore esecutivo UNICEF per le Partnership)