Bambini in fuga
Senza casa, senza famiglia, senza radici: pur sempre bambini
Milioni di bambini sono in fuga. Molti sono costretti ad abbandonare la propria casa a causa di guerre, povertà o calamità provocate dai cambiamenti climatici. Troppi affrontano pericoli, privazioni e discriminazioni lungo il loro viaggio, o restano vittime di detenzione solo perché migranti.
Un bambino rifugiato è un bambino costretto alla fuga in un paese straniero, nella speranza, quando vi riesce, di ottenerne asilo. Un bambino sfollato è costretto ad abbandonare la propria casa, in fuga all’interno del suo stesso paese. Un bambino migrante lascia la famiglia e la sua terra per una condizione di miseria, nella speranza di un futuro migliore.
Tutti corrono molti rischi sia durante gli spostamenti, sia una volta giunti a destinazione: violenza, abusi, sfruttamento e discriminazioni sono solo alcuni dei rischi che affrontano. Privati di un’educazione e cure mediche appropriate, spesso non si sentono accettati nelle comunità di arrivo, con difficoltà a imparare una nuova lingua e integrarsi in una nuova cultura. Problematiche che hanno effetti fisici e psicologici di lungo periodo, e che impediscono ai bambini in movimento di sfruttare il loro pieno potenziale.
Questo dramma, oggi, è sotto gli occhi di tutti per l’emergenza in Ucraina, causata da una guerra sconvolgente che in Europa ha generato la crisi dei rifugiati in più rapida crescita dalla Seconda Guerra Mondiale, di cui vittime sono al 90% donne e bambini.
50,3milioni
I bambini in fuga nel mondo
19,1milioni
Sono bambini rifugiati o richiedenti asilo
31,2milioni
Sono bambini sfollati nei loro stessi paesi
A livello globale, oltre 47,2 milioni di bambini sotto i 18 anni sono in fuga da violenze, guerre e atrocità, un numero più che raddoppiato tra il 2010 ed il 2023. Di questi, al volgere del 2023 più di 19,1 milioni di bambini risultavano rifugiati e richiedenti asilo in paesi stranieri, 28,1 milioni sfollati nel proprio paese, tutti a causa di conflitti e violenze. A questi, si aggiungono altri 3,1 milioni di bambini sfollati da emergenze climatiche all’interno dei propri paesi.
A causa dei disastri climatici, oltre 43,1 milioni di bambini sono rimasti sfollati in appena 6 anni, secondo la prima analisi globale operata dall’UNICEF sui bambini in fuga per i cambiamenti climatici. Nel 2023, sono stati più di 8,8 milioni, principalmente a causa di inondazioni e tempeste. Oltre ai bambini in fuga da violenze e disastri naturali, molti altri sono costretti a vivere da migranti internazionali, per miseria e povertà: 36 milioni i minori, su 281 milioni di migranti internazionali nel 2020.
Oggi ci sono più bambini bisognosi di assistenza umanitaria che in qualsiasi altro momento della storia recente. Devono fare i conti con un mix letale di crisi: conflitti, sfollamento e migrazioni, epidemie e malnutrizione crescenti; il cambiamento climatico aggrava tali crisi scatenandone di nuove.
Catherine Russell, Direttrice Generale UNICEF
L'intervento dell’UNICEF nel mondo: le “Regioni Operative"
Nel mondo, l’UNICEF opera attraverso programmi di emergenza e di sviluppo attuati da Uffici Regionali e Uffici Paese in 7 aree geografiche d’intervento - Europa e Asia Centrale (ECARO), Medioriente e Nord Africa (MENARO), Africa Occidentale e Centrale (WCARO), Africa Orientale e Meridionale (ESARO), Asia Meridionale (ROSA), Asia Orientale e Pacifico (EAPRO), America latina e Caraibi (LACRO) – affinché nessun bambino sia lasciato indietro.
Nelle crisi umanitarie, pianifichiamo anno per anno le nostre strategie, obiettivi e risultati prefissati, nel quadro del Rapporto sull’Azione Umanitaria dell’UNICEF, che ricomprende tutti gli Appelli d’Emergenza che l’UNICEF lancia ogni anno con piani di intervento per paesi e contesti di crisi.
Di seguito solo alcuni degli Appelli d’Emergenza UNICEF per le crisi umanitarie cui diamo risposta nel mondo. Causate da conflitti o tensioni politico-sociali, cambiamenti climatici e catastrofi naturali, epidemie e crisi nutrizionali, sono solo alcune delle emergenze all’origine di movimenti di massa di rifugiati e migranti tra paesi e regioni e di sfollati all’interno di singoli stati, e che costringono i Bambini in Fuga.
Europa e Asia Centrale
Nella regione operativa Europa e Asia Centrale interveniamo per proteggere i diritti di bambini e adolescenti in 23 paesi e territori attraverso Uffici Paese coordinati dall’Ufficio Regionale di Ginevra, in Svizzera. In tutti i contesti, diamo priorità ai bambini più vulnerabili, per garantirne il sano sviluppo e che nessun bambino sia lasciato indietro. Nei paesi ad alto reddito della regione, siamo inoltre presenti attraverso i Comitati Nazionali per l’UNICEF, per creare partenariati con la società civile ed il settore privato, promuovendo i diritti dei bambini e raccogliendo fondi per i programmi dell’UNICEF a livello globale. In risposta ai bisogni dei bambini rifugiati e migranti in Europa, l'UNICEF ha ampliato la sua presenza operativa in alcuni paesi con Comitati Nazionali: tra questi l’Italia, attraverso e insieme con il Comitato italiano per l’UNICEF.
Nella regione, la pandemia di COVID-19 e la guerra in Ucraina hanno avuto un impatto negativo sulla povertà infantile, sulla disuguaglianza di reddito, sui mezzi di sussistenza e sulla sicurezza alimentare. Il rischio sono conseguenze umanitarie regionali per l'aumento diffuso della povertà - in una regione con 10,8 milioni di bambini disabili e dove oltre 330.000 vivono in strutture d’accoglienza - una riduzione progressiva della coesione sociale e l'aumento dell'afflusso di migranti e rifugiati. Preoccupante, inoltre, l’inadeguata copertura delle vaccinazioni di routine, con un aumento continuo dei casi di morbillo, milioni di bambini a rischio e 123.000 che nel 2023 non hanno ricevuto alcun vaccino salvavita.
Fattori che insieme ai cambiamenti climatici hanno un impatto nell’intera regione, dove la metà di tutti i 92 milioni di bambini sono esposti a frequenti ondate di calore e l'aumento del caldo uccide quasi 400 bambini l'anno, in un’area in cui 1 bambino su 5 sotto l’anno d’età muore a causa dell’inquinamento dell’aria, verso cui neonati e bambini piccoli sono i soggetti più a rischio. Una situazione che, complessivamente, presenta quadro della condizione dell’infanzia preoccupante, che nella regione riguarda anche i paesi dell’UE. Paesi dove un’ultima pubblicazione rivela che ben 11,2 milioni di bambini e giovani sotto i 19 anni soffrono di problemi di salute mentale.
Di seguito le principali emergenze che stiamo affrontando in Europa e Asia Centale: per la guerra in Ucraina e dei rifugiati in fuga dal paese, per la crisi dei migranti e rifugiati che si riversano in Europa a causa di guerre e povertà in Africa, Medioriente ed Asia, per la crisi in Armenia e per le conseguenze dei devastanti terremoti che a febbraio 2023 hanno sconvolto la Turchia. Tra i paesi di intervento l'Italia, per la risposta ad un’emergenza senza precedenti dalla Seconda Guerra Mondiale: l’accoglienza e l’inclusione dei Bambini in Fuga da guerre, persecuzioni e povertà.
Il terremoto che ha sconvolto la Turchia. E il suo impatto in Siria.
I 2 devastanti terremoti di magnitudo 7,7 e 7,6 del 6 febbraio 2023 hanno sconvolto la vita d’oltre 15,6 milioni di persone in 11 province del sud-est della Turchia. Ad un anno di distanza, oltre 3,2 milioni di bambini restano in bisogno di aiuto, su 7,9 milioni di persone che necessitano assistenza umanitaria. Gravissime le conseguenze del disastro in termini vite perse e danni alle infrastrutture, con danni sostanziali ad abitazioni e servizi essenziali.
Drammatico anche l’impatto nel nord-ovest della Siria, in un’area dove 4,5 milioni di siriani erano già in condizioni di emergenza prima dei terremoti: 8,8 milioni le persone colpite dal sisma, tra cui 3,3 milioni di bambini, con pesanti danni alle infrastrutture che aggravano le vulnerabilità preesistenti dopo 13 anni di conflitto nel paese. Colossali le proporzioni del disastro provocato dai terremoti: nei 2 paesi 6,5 milioni i bambini restano tuttora in bisogno d’assistenza umanitaria.
La risposta dell’UNICEF è stata immediata sia in Turchia che in Siria, per l’assistenza ai bambini e alle popolazioni colpite.
In Turchia, milioni di persone sono rimaste sfollate per la distruzione delle loro case: 518.000 le unità abitative distrutte e 2 milioni le persone costrette a cercare rifugio in sistemazioni d’emergenza, con più di 181.200 famiglie che restano tuttora sfollate. Tra le popolazioni colpite, 1,8 milioni di rifugiati, in gran parte siriani. Ad ormai un anno dal disastro, l’adeguatezza dei ripari d’accoglienza rimane tra le prime preoccupazioni, a fronte di insediamenti sovraffollati, di un accesso limitato ad acqua e servizi igienici e altre molteplici criticità, con famiglie con bambini rimaste spesso senza opportunità di reddito.
Per la risposta in Turchia, il nostro Appello d’Emergenza per il 2024 mira a raggiungere con assistenza umanitaria integrata 3 milioni di persone, tra cui 1,7 milioni di bambini. Tra i nostri obiettivi, supportare 1,8 milioni di persone con acqua sicura e 200.000 bambini con le vaccinazioni, sostenendo 50.000 bambini e adulti che li hanno in cura con consultorio nutrizionale per la prima infanzia. Per alleviare i traumi del disastro, raggiungeremo con sostegno psicosociale e per la salute mentale a 1,3 milioni tra bambini e adulti con minori, 1,5 milioni di bambini per l’istruzione ordinaria e informale, 164.000 famiglie con sussidi d’emergenza in denaro supportati dall’UNICEF. Nel 2023, abbiamo raggiunto 4,7 milioni di persone vittime dei terremoti, tra cui 2,4 milioni di bambini, con servizi e supporto salvavita.
Per il 2024, per la Turchia l’Appello d’Emergenza UNICEF stima necessari un totale di 116 milioni di dollari, per la risposta alle conseguenze del terremoto attraverso tutti i settori di intervento dell'UNICEF. Per la Siria, gli interventi per il terremoto sono integrati nei programmi di risposta umanitaria nel paese, nel quadro dell’Appello d’Emergenza UNICEF che per il 2024 stima necessari 401,7 milioni di dollari.
Grazie alla generosità dei donatori italiani, oltre 5.292.400 euro i fondi trasferiti dall’UNICEF Italia nel 2023 per la risposta all’emergenza nei 2 paesi: più di 2.003.300 euro per la Turchia, epicentro del disastro.
Armenia: bambini in fuga nel paese
Oltre 36.000 i bambini di etnia armena costretti alla fuga dalle violenze nelle loro comunità di origine in Azerbaijan, su più di 115.200 persone arrivate in Armenia dopo il 24 settembre 2023, in base agli ultimi dati aggiornati. Sfollati dalle loro case e comunità, e costretti a rifugiarsi in Armenia, molti bambini versano in condizioni di forte vulnerabilità e richiedono protezione mirata, come i bambini soli o separati dai genitori, quelli che si trovavano in istituti d’accoglienza o i bambini con disabilità. Tra le priorità, il loro alloggio, il cibo e il supporto nutrizionale, le cure mediche e il vestiario, il necessario per l'igiene, ma anche il sostegno psicosociale e per la salute mentale.
L'afflusso di rifugiati in Armenia è stato così improvviso e consistente che per molti versi ha sconvolto la vita delle comunità ospitanti. I bambini rifugiatisi in Armenia già soffrivano gli effetti di una difficile situazione umanitaria nella loro regione di origine, con molti già traumatizzati o con segni di malnutrizione. Le famiglie in fuga dalle operazioni militari hanno ora perso le loro fonti di reddito - ridotte in condizioni che ne mettono a dura prova le capacità di provvedere al loro bisogni primari, anche in prospettiva dell’inverno - i bambini l’accesso a scuola e all’istruzione. Delle 236.900 persone in bisogno d’assistenza umanitaria, oltre 66.800 sono bambini sotto i 18 anni, considerando anche le popolazioni delle comunità ospitanti.
In risposta all’emergenza in atto, come UNICEF miriamo a raggiungere oltre 100.000 persone con assistenza umanitaria attraverso i settori di intervento in cui operiamo, inclusi almeno 41.000 bambini sotto i 18 anni. Tra i nostri obiettivi, fornire spazi sicuri, centri di protezione e di supporto per 45.000 persone; sostenere 32.000 famiglie con misure di assistenza sociale per i loro bisogni primari; raggiungere oltre 100.000 persone con messaggi di prevenzione dei rischi e per l'accesso ai servizi essenziali.
Tra le priorità di intervento, assicurare cure mediche a 10.000 tra bambini e persone che li hanno in cura, assistendone 8.000 con consultorio e supporto nutrizionale. Per la protezione dell’infanzia, forniremo sostegno psicosociale e per la salute mentale a 35.000 tra bambini e adulti che se ne occupano. Per garantire il diritto e la continuità dell’istruzione, sosterremo l’accesso di 25.000 bambini all'istruzione ordinaria o informale, inclusa l’educazione nella prima infanzia.
Per il supporto agli interventi programmati, l’Appello d’Emergenza UNICEF aggiornato stima necessari 14,2 milioni di dollari per il 2024. Tali fondi, urgentemente necessari, permetteranno un’assistenza umanitaria integrata, tra cui forniture di emergenza, sussidi in denaro, servizi essenziali nei vari settori d’emergenza, assistenza tecnica alle controparti istituzionali.
ARMENIA - Appello d'Emergenza UNICEF 2024_HAC_Aprile 2024pdf / 616 kb
DownloadMedioriente e Nord Africa
Nella regione operativa Medioriente e Nord Africa interveniamo attraverso 16 Uffici Paese coordinati dall’Ufficio Regionale di Amman, in Giordania, in un conteso segnato da disparità e disuguaglianze, che accomunano alcuni dei paesi tra i più ricchi del mondo ad altri alle prese con povertà diffusa e conflitti perduranti. A causa delle molteplici crisi in diversi paesi della regione, un numero senza precedenti di bambini risultano sfollati, hanno perso genitori e familiari e continuano a essere esposti a violenze e traumi di diversa natura.
Nella regione, conflitti prolungati, cambiamenti climatici e disastri naturali, instabilità politica e sociale minacciano la vita e il benessere dei bambini e famiglie: 83,9 milioni di persone necessitano assistenza sanitaria e nutrizionale, 59 milioni non hanno accesso all'acqua potabile, 34 milioni di bambini sono bisognosi di servizi di protezione, 36,9 milioni di sostegno all'istruzione. Secondo gli ultimi dati UNICEF, 1,64 milioni di bambini sono rimasti privi anche di una sola dose di vaccini salvavita, 1/3 in più dell’anno precedente, oltre 34 milioni vivono in condizioni di povertà alimentare, 77 milioni di bambini e adolescenti – ovvero 1 su 3 - soffrono di una qualche forma di malnutrizione.
Sul campo, lavoriamo attraverso i nostri programmi di intervento in 16 paesi e territori, rispondendo ad alcune tra le più gravi emergenze al mondo per Bambini in Fuga, come quella dei rifugiati siriani, dei rifugiati e migranti in movimento dalla Libia verso l’Europa, degli sfollati in Yemen a causa della guerra e dei bambini vittime delle drammatiche violenze nello Stato di Palestina. E per le conseguenze dei devastanti terremoti del febbraio 2023 nel sud-est della Turchia che hanno sconvolto il nord-ovest della Siria e, a settembre dello stesso anno, il Marocco. O per il crescendo di brutalità e violenze di cui bambini e famiglie sono vittime in Sudan.
Sudan: la prima emergenza al mondo per bambini sfollati
Bambini e famiglie sono le prime vittime delle violenze scoppiate il 15 aprile 2023 tra le Forze Armate Sudanesi (SAF) e i paramilitari delle Forze di Supporto Rapido (RSF) nella capitale Khartum e negli stati del Darfur e del Nord Kordofan, con ricadute in tutto il Sudan ed una situazione ora su livelli catastrofici: circa 13,6 milioni i bambini in disperato bisogno di aiuto, un numero mai registrato nel paese, su 24,8 milioni di persone che necessitano assistenza. Per la crisi in atto, più di 5 milioni di bambini sono in fuga, inclusi oltre 1 milione rifugiati in Ciad, Egitto e Sud Sudan, un dato che rende il Sudan la prima emergenza al mondo per bambini sfollati.
I dati sono drammatici: 13 milioni di persone soffrono per alti livelli di fame acuta,14 regioni sono sull'orlo della carestia, 3,7 milioni di bambini sono a rischio Malnutrizione Acuta Grave e in pericolo di vita, con decine di migliaia che lo sono per le violenze brutali che rendono sempre più pesante il bilancio dell’emergenza. Una combinazione catastrofica di conflitti, sfollamenti e restrizioni all'accesso umanitario che ha portato alla carestia in Nord Darfur e, in diversi Stati, a focolai epidemici che mettono a rischio 3,4 milioni di bambini, mentre in tutto il paese più di 17 milioni dei 19 milioni di bambini in età scolare sono fuori dalla scuola, anche queste oggetto di attacchi indiscriminati.
Nonostante diversi Cessate il fuoco temporanei, ostilità e combattimenti continuano a mettere a rischio milioni di bambini, intrappolati nel fuoco incrociato o in fuga dalle loro case. Attacchi indiscriminati contro ospedali, scuole e servizi essenziali hanno colpito anche gli operatori umanitari, con veicoli e forniture – compresi quelli UNICEF – saccheggiati o distrutti. Grazie a presenza e partenariati sul campo, la risposta UNICEF è stata immediata, incluso a Khartum e nel Darfur, che sopporta oltre la metà delle violenze sui bambini. Nonostante tutto, l’UNICEF continua a operare in Sudan fornendo aiuti sanitari e nutrizionali, idrici e igienico-sanitari, per la protezione dell’infanzia e l’istruzione: milioni i bambini raggiunti nel primo anno di violenze, con protezione e interventi salvavita.
Per il Sudan, l'Appello d’Emergenza UNICEF aggiornato per il 2024 mira ad assistere oltre 12,9 milioni di persone con servizi integrati, di cui 8,9 milioni sono bambini. Tra questi, oltre 558.200 bambini in pericolo di vita con terapie per la malnutrizione, 2,9 milioni tra madri e bambini con assistenza medica, 8,9 milioni di persone per l’acqua e l’igiene. Tra i nostri obiettivi, raggiungere 3,4 milioni tra bambini e adulti con protezione e servizi per la salute mentale e supporto psicosociale, 2,8 milioni di bambini per l’accesso all’istruzione, 150.000 famiglie con sussidi d’emergenza in denaro e 5,2 milioni di persone con iniziative di mobilitazione sociale.
La strategia per la risposta in Sudan si articola su 3 piani di intervento: nelle zone di conflitto, per la fornitura di aiuti d’emergenza e servizi salvavita, negli Stati con forte afflusso di sfollati, per un’assistenza mirata a bambini in fuga e comunità ospitanti, in tutto il paese, per il sostegno ai sistemi che forniscono servizi essenziali. Nei paesi d’arrivo dei rifugiati, l’UNICEF opera per assicurare misure d’assistenza mirate per salute e nutrizione, acqua e igiene, protezione dell’infanzia ed istruzione sono dirette a bambini e famiglie in fuga dalle violenze.
L’Appello d’Emergenza UNICEF per il Sudan stima necessari per il 2024 oltre 860 milioni di dollari, per la risposta alla drammatica crisi in atto attraverso programmi e interventi salvavita. Fondi indispensabili per sostenere misure salvavita per bambini e famiglie in Sudan, per alleviarne le sofferenze e preservarne dignità e diritti.
La crisi dei rifugiati siriani: tra le più gravi al mondo
Oramai a 13 anni di conflitto in Siria, la crisi dei rifugiati siriani rimane tra le più vaste al mondo per persone in fuga dalle loro terre. Oltre 6,8 milioni di rifugiati restano in bisogno d’aiuto in Egitto, Iraq, Giordania, Libano e Turchia: se con i rifugiati si considerano le comunità che li ospitano nei vari paesi, più di 15,6 milioni di persone necessitano assistenza umanitaria, di cui oltre 6,3 milioni sono bambini sotto i 18 anni. Un dramma ora ancor più amplificato dal terremoto del 6 febbraio 2023 in Turchia, con 1,8 milioni di rifugiati colpiti, e dall’afflusso in Egitto d’oltre 300.000 rifugiati in fuga dal conflitto in Sudan.
Nei 5 paesi più colpiti dall’emergenza, l'UNICEF opera per assistere sia i bambini rifugiati che vivono nei campi, in insediamenti informali e in contesti urbani – dove le famiglie hanno limitato l'accesso ad opportunità di lavoro dipendendo in larga misura dagli aiuti umanitari - sia i bambini delle comunità ospitanti, dove l’integrazione dei rifugiati è complicata dalla loro vulnerabilità socioeconomica, aggravata dagli effetti dei cambiamenti climatici. In particolare, una grave crisi idrica e malattie come il colera stanno avendo un pesante impatto su salute e mezzi di sussistenza di famiglie e bambini, aggravandone la vulnerabilità.
Per il 2024, nei 5 paesi miriamo ad assistere più di 5,2 milioni di persone, di cui 2,9 milioni bambini sotto i 18 anni: attraverso interventi per l’accesso ad acqua e servizi igienico-sanitari, per la salute e la nutrizione infantile, per la protezione dell'infanzia, l’istruzione e la protezione sociale, con attività mirate per adolescenti e giovani. Insieme a tale risposta, l’UNICEF opera interventi d’emergenza sia in Siria sia nei paesi europei ad alto e medio reddito che ospitano i rifugiati giunti in Europa sin dal 2015 lungo la rotta del Mediterraneo orientale.
Tra i nostri obiettivi nei 5 paesi più direttamente colpiti, per il 2024 miriamo a raggiungere oltre 1,5 milioni di bambini e donne con assistenza medica e 399.000 bambini con diagnosi della malnutrizione, 3,3 milioni di persone con acqua sicura in quantità adeguate. Opereremo per la protezione dell'infanzia e servizi di salute mentale e sostegno psicosociale per 422.700 tra bambini e adulti, e per l’istruzione ordinaria o informale, incluso per la prima infanzia, d’oltre 1,7 milioni di bambini. La risposta dell’UNICEF dopo 12 anni di guerra è stata diretta tanto in Siria che all’assistenza dei rifugiati nei paesi d’accoglienza, con milioni di bambini e persone raggiunti.
Per i programmi nei 5 paesi limitrofi la Siria, l’Appello d’Emergenza UNICEF per il 2024 prevede necessari 860,5 milioni di dollari: per la risposta ai bisogni immediati sia dei rifugiati siriani che delle persone vulnerabili delle comunità ospitanti, con attenzione prioritaria ai bambini e alle madri e agli adulti che li hanno in cura.
Libia: i bambini sfollati, rifugiati e migranti i più vulnerabili
In Libia crisi politica, economica e conflitti interni alimentano un’instabilità di cui le popolazioni sfollate e migranti sono le prime vittime. Nel paese, l’eredità del conflitto ha ricadute significative sui servizi essenziali, in particolare della sanità, di protezione sociale ed istruzione. Quasi 526.000 persone, tra cui circa 200.000 bambini, erano stimate in bisogno di assistenza umanitaria per il 2023, con quelli in movimento tra i più vulnerabili. Un dato drammaticamente cresciuto per la catastrofe provocata dalla tempesta Daniel nella Libia orientale: almeno 4.300 i morti, 8.500 i dispersi e oltre 42.000 gli sfollati; 884.000 le persone in bisogno d’aiuto, tra cui 353.000 bambini.
Nonostante il conflitto e le condizioni di instabilità, per migranti e richiedenti asilo la Libia rimane sia un paese di destinazione che la rotta per l'Europa: circa 650.000 i migranti e i rifugiati, tra cui 78.000 bambini sotto i 18 anni; 160.000 le persone sfollate nel paese. Bengasi, Misurata, Tripoli e Sirte i centri con il maggior numero di rifugiati e migranti. Persone e bambini che, insieme alle comunità coinvolte, risultano ora tra i più esposti alle conseguenze della tempesta che ha sconvolto il paese, per cui l’UNICEF ha subito avviato la risposta d’emergenza.
Donne e bambini, sfollati, rifugiati o migranti, corrono gravi rischi per la loro incolumità fisica e di protezione, soprattutto a causa delle reti di trafficanti d’esseri umani e organizzazioni criminali. I minori sfollati, rifugiati o migranti – sia stanziali che in transito – sono esposti a pericoli specifici, di separazione familiare o per le condizioni di detenzione terribili, con bambini e donne tra i soggetti più vulnerabili.
Per il 2023 l’obiettivo fissato prima del disastro causato dalla tempesta Daniel era raggiungere con assistenza umanitaria più di 351.350 persone, tra cui oltre 121.700 bambini sotto i 18 anni. Tra gli obiettivi specifici, sostenere oltre 170.000 tra bambini e adulti con servizi per la salute mentale e di supporto psicosociale, assistere circa 93.100 bambini per l’accesso all’istruzione ordinaria o informale, incluso per la prima infanzia, 50.000 persone con acqua in quantità e qualità adeguate, 3.000 famiglie con sussidi d’emergenza in denaro.
Più di 884.000 le vittime dell’ultima crisi, tra cui 353.000 bambini bisognosi d’assistenza: come risposta, 250.000 persone sono destinatarie di interventi per salute e nutrizione ed altrettante per acqua e igiene, di cui per entrambi 100.000 sono bambini; interventi di protezione ed istruzione sono rivolti a 75.000 bambini, sussidi in denaro sono diretti a 45.000 persone, inclusi 13.500 bambini. Un totale di 250.000 persone saranno raggiunte con supporto integrato
L’Appello d’Emergenza UNICEF per la Libia prevedeva necessari per il 2023 oltre 28,6 milioni di dollari, per consentire interventi umanitari in settori fondamentali per l’assistenza alle popolazioni più vulnerabili, sia del paese che rifugiate e migranti. Per la risposta alla tempesta Daniel, le stime iniziali di 6,5 milioni di dollari sono state aggiornate, per un appello di 26,5 milioni di dollari sia per interventi d’emergenza che di recupero sino al giugno 2024.
Libano: i bambini vittime del crescendo di violenze
Dall'ottobre del 2023 la situazione in Libano ha subito un costante deterioramento, con un crescendo di violenze di cui i bambini sono le prime vittime. Le ostilità al confine tra Libano e Israele si sono intensificate progressivamente dopo le violenze del 7 ottobre in Israele e Stato di Palestina, con scontri sempre più frequenti, gravi e diffusi, ingenti danni alle infrastrutture civili e centinaia di morti e feriti. Dallo scorso 23 settembre, le ostilità hanno registrato un grave peggioramento in tutto il paese, con bombardamenti anche sulla capitale Beirut: tra le vittime, almeno 1.485 bambini nell’ultimo anno, uccisi o feriti a un ritmo spaventoso, con i dati in drammatico aggiornamento. A causa delle violenze, oltre 1 milione di persone versano in bisogno di assistenza umanitaria, tra cui più di 350.000 bambini, 878.497 sono sfollate e 565.000 sono fuggite in Siria, con il Libano precipitato in una catastrofe umanitaria che la conferma del colera nel nord del paese aggrava ulteriormente.
Per la drammatica crisi in atto, almeno 1 milione di persone necessitano di assistenza medica, di acqua e igiene e supporto di base, 700.000 tra donne e bambini di servizi di protezione, 340.000 bambini di aiuto per l’istruzione. Già prima dell'attuale crescendo di violenze, il Libano affrontava una delle crisi più gravi della regione, segnata da una profonda e prolungata emergenza economico-sociale. L'ondata di ostilità in atto ha ridotto ulteriormente l'accesso ai servizi essenziali, peggiorando una situazione già disastrosa per i bambini delle aree colpite: già i primi 6 mesi di conflitto avevano avuto un impatto drammatico sui bambini del Libano. L’UNICEF è sul campo, per un supporto salvavita a bambini e famiglie vittime della crisi umanitaria, lanciando il 1° ottobre un Appello d’Emergenza per il paese, un piano mirato contro il colera ed uno per sostenere l'apertura e le attività delle scuole pubbliche. Per la protezione di bambini e civili il diritto internazionale umanitario deve essere rispettato, per cui un cessate il fuoco è indispensabile.
Attraverso il nostro Appello d’Emergenza, che fa seguito al Piano di risposta e preparazione alla crisi dello scorso luglio, miriamo a supportare le popolazioni sfollate e quelle in condizioni di vulnerabilità, per raggiungere con programmi d’assistenza oltre 1 milione di persone di cui 350.000 bambini. In tutto il paese, l'UNICEF sta potenziando la presenza sul campo per la rapida attuazione dei programmi di intervento, sia per l’assistenza agli sfollati che alle popolazioni che vivono nelle zone di maggiore criticità. L'UNICEF amplierà la portata dei suoi programmi d’emergenza anche in aree non di conflitto, per sostenere le comunità che ospitano famiglie e bambini sfollati e quelle colpite dalle ricadute delle violenze sull’accesso ai servizi essenziali. Nel complesso, l'UNICEF sta bilanciando il sostegno agli sfollati con l’assistenza alle popolazioni vulnerabili nel resto del paese, per una risposta immediata ai bisogni dei bambini vittime di una crisi umanitaria in rapido peggioramento.
Tra i nostri obiettivi vi è assistere 1 milione di persone con acqua potabile e per l’igiene di base, assicurando a 200.000 bambini e donne incinte servizi medici primari tra cui primo soccorso, cure prenatali e vaccinazioni, raggiungendi 400.000 persone attraverso operatori mobili sul territorio. Per la nutrizione infantile e contro la malnutrizione, assisteremo 127.000 bambini ed adulti con supporto per la nutrizione nella per la prima infanzia, 51.000 bambini con prodotti nutrizionali. Per l’istruzione, 200.000 bambini sfollati saranno raggiunti con materiali per l’apprendimento, formando 20.000 insegnanti sull’istruzione nelle emergenze. Per la protezione dell’infanzia, supporteremo 220.000 tra bambini ed adulti con assistenza per la salute mentale e psicosociale, 7.500 tra ragazze e donne saranno assistite contro le violenze di genere, 1 milione di persone con informazioni sui servizi esistenti. Sussidi d’emergenza in denaro saranno forniti per 620.000 persone, 1 milione saranno sensibilizzate sui comportamenti a rischio.
Per il 2024, l’Appello d’Emergenza UNICEF stima necessari oltre 105,2 milioni di dollari per rispondere ai bisogni di oltre 1 milione tra sfollati, persone delle comunità ospitanti o di aree a rischio: tra questi, almeno 350.000 sono bambini sotti i 18 anni. Assistenza mirata sarà fornita attraverso programmi per Sanità, Nutrizione, Acqua e Igiene, Protezione dell’Infanzia, Istruzione, Protezione Sociale e altri interventi intersettoriali, mantenendo i piani di preparazione per la risposta ad uno scenario di ulteriore deflagrazione su larga scala del conflitto in Libano.
Marocco: un paese sconvolto dal terremoto
Il terremoto di magnitudo 6,8 che l'8 settembre ha colpito il Marocco poco dopo le 23, quando bambini e famiglie erano a casa a dormire, ha sconvolto la vita di oltre 300.000 persone nell’area tra Marrakech e le montagne dell'Alto Atlante, epicentro del sisma. Secondo le prime notizie, circa 100.000 bambini sono stati colpiti dal potente terremoto, il più forte evento sismico che abbia colpito il Regno dal 1960.
Le prime stime, aggiornate al 14 settembre, riportavano più di 2.940 persone uccise ed oltre 2.670 ferite, tra cui molti bambini. Circa 2 milioni di persone, tra cui quasi 674.900 bambini, vivono nelle aree colpite, in molti casi aree montuose difficilmente raggiungibili, dove il rischio di danni è più alto. Molte famiglie e bambini sono rimasti sfollati, esposti alle intemperie in un periodo dell'anno in cui le temperature calano decisamente durante la notte.
Migliaia di case, ospedali, centri sanitari e infrastrutture essenziali risultano danneggiate o distrutte, tra cui – secondo le informazioni iniziali - almeno 50.000 abitazioni, 530 scuole e 55 collegi. Bambini e famiglie colpite sono rimaste in bisogno di riparo, acqua sicura, assistenza medica e supporto nutrizionale. I servizi di protezione dell'infanzia, incluso di supporto psicosociale, sono fondamentali per lenire i traumi subiti. Fondamentale sarà la ricostruzione delle infrastrutture scolastiche distrutte e il ritorno a scuola dei bambini.
L'UNICEF fornisce assistenza ai bambini del Marocco dal 1957, opera sul campo attraverso un Ufficio Paese aperto nel 1978 ed attualmente sostiene programmi di sviluppo su base nazionale, con particolare attenzione alle aree rurali e all’accesso a servizi sociali inclusivi di qualità. Per il terremoto, l’UNICEF ha subito mobilitato il personale umanitario per sostenere la risposta immediata sul campo, guidata dal Regno del Marocco.
In stretto coordinamento con le autorità e i partner delle Nazioni Unite, l'UNICEF si è subito reso pronto a sostenere la risposta umanitaria per raggiungere i bambini e le famiglie colpite con forniture e servizi essenziali, in base alle richieste del Regno del Marocco.
Africa Occidentale e Centrale
Nella regione Africa Occidentale e Centrale, operiamo attraverso 24 Uffici Paese coordinati dall’Ufficio Regionale di Dakar, in Senegal, con programmi contro la mortalità infantile, per promuovere lo sviluppo dell’infanzia, garantire l’accesso all’acqua e all’igiene, migliorare l’istruzione dei bambini, responsabilizzare e proteggere gli adolescenti, costruire resilienza e inclusione sociale. La regione, che ospita oltre 403 milioni di persone, di cui la metà bambini, sperimenterà nei prossimi decenni un forte aumento della popolazione infantile e giovanile: una transizione demografica che offre opportunità di sviluppo, ma anche sfide enormi contro povertà ed emergenze.
Oggi i bambini africani sono tra i più a rischio per i cambiamenti climatici - 16 dei 24 paesi della regione sono tra i 30 paesi al mondo dove più gravi sono i pericoli di cambiamento climatico per l’infanzia - ma, ciò nonostante, restano trascurati dai flussi di finanziamento per il clima e l’ambiente. Conflitti molteplici e brutalità diffuse sono causa di spostamenti di popolazioni su larga scala, con emergenze sanitarie complesse, cui si aggiunge l’ultima per il vaiolo Mpox, insicurezza alimentare e crisi climatiche che aumento i rischi per l’infanzia: nella regione, 48,4 milioni di bambini versano in bisogno di assistenza umanitaria multisettoriale.
Solo per le violenze nel Sahel e negli stati confinanti, le gravi violazioni contro i bambini sono aumentate del 70%, 14 milioni di bambini sono in pericolo, 16,8 milioni sono a rischio per malnutrizione, mentre 190 milioni soffrono per la catastrofe idrica che affronta la regione, dove ben 11 paesi sono in emergenza. Come quella dimenticata nella Repubblica Democratica del Congo, quella del Mali tra violenze e cambiamenti climatici, o quella in diverse regioni della Nigeria. Solo alcune delle crisi che costringono i Bambini in Fuga.
Repubblica Democratica del Congo: tra le emergenze più complesse al mondo
La Repubblica Democratica del Congo è tra le crisi umanitarie più complesse e prolungate al mondo. E tra le più dimenticate. Oltre 25,4 milioni di persone, tra cui 14,9 milioni di bambini, necessitano assistenza umanitaria, vittime di conflitti armati e violenze brutali, focolai epidemici ed emergenze nutrizionali, eventi naturali estremi e disastri climatici ricorrenti, che insieme aggravano povertà cronica, fragilità sistemiche e vulnerabilità estrema dei bambini e della popolazione.
Il paese registra il più alto numero di Gravi violazioni dei diritti dell’infanzia accertate dalle Nazioni Unite a livello globale, ed una tra le più gravi crisi di popolazioni sfollate dell'Africa: oltre 7,2 milioni gli sfollati nel paese, il numero più alto di sempre, con violenze che nell’est hanno raggiunto dimensioni sconcertanti, e i bambini ancora più in pericolo per una grave epidemia di colera che rischia di andare fuori controllo e per l’emergenza da vaiolo Mpox, dove i bambini sono il 60% dei casi e l’80% delle morti, e contro cui l’UNICEF ha lanciato un piano di risposta globale.
Per il 2024, l’UNICEF mira a raggiungere più di 11,1 milioni di persone, tra cui 8,7 milioni di bambini, con assistenza umanitaria integrata ed interventi salvavita, rafforzando al contempo resilienza comunitaria e coesione sociale, attraverso interventi a lungo termine. La prevenzione di sfruttamento e abusi sessuali, e il contrasto alle violenze di genere, saranno parte integrante di tutti gli interventi sul campo.
Tra gli obiettivi della nostra risposta umanitaria, miriamo ad assistere con terapie di cura oltre 933.500 bambini in pericolo di vita per Malnutrizione Acuta Grave, vaccinare 2 milioni di bambini contro il morbillo, fornire acqua sicura in quantità adeguate a più di 2,4 milioni di persone. Per la protezione dell’infanzia, assisteremo 1,2 milioni tra bambini e adulti che li hanno in cura per la salute mentale e con supporto psicosociale, sosterremo l’accesso di 393.500 bambini all’istruzione ordinaria, informale e prescolare.
L’Appello d’Emergenza UNICEF per il 2024 stima necessari 804,3 milioni di dollari per una risposta umanitaria multisettoriale e integrata, per far fronte ai bisogni impellenti dei bambini della Repubblica democratica del Congo. Finanziamenti tempestivi e flessibili nell’utilizzo saranno essenziali per poter raggiungere i bambini più vulnerabili, colpiti da un crisi drammatica e dimenticata.
RD CONGO - Appello d’Emergenza UNICEF HAC 2024_Dicembre 2023pdf / 663 kb
DownloadMali: un’emergenza multidimensionale
Il Mali vive una crisi multidimensionale alimentata da fenomeni combinati quali insicurezza diffusa e sfollamento di civili, instabilità politica, crisi socioeconomica e cambiamenti climatici, con un aumento senza precedenti dei bisogni umanitari nel paese. Fattori per i quali 8,8 milioni di persone risultano in bisogno di assistenza d’emergenza, oltre il 40% della popolazione, di cui oltre 4,7 milioni sono bambini sotto i 18 anni.
Il paese assiste oggi ad un crescendo di violenze senza precedenti, ad un aumento degli attacchi contro i civili e a condizioni simili all’assedio imposte da gruppi armati in diverse città, con la partenza del contingente di pace dell’ONU MINUSMA che ha portato a nuove ostilità. Nel 2023, oltre 2,3 milioni di persone erano in condizioni di insicurezza alimentare, un milione di bambini a rischio di Malnutrizione Acuta,con circa 275.700 bambini in forma Grave e in pericolo di vita.
Adattando i programmi di intervento alle nuove sfide operative, l'UNICEF ha rafforzato in Mali la propria presenza sul campo. Per il 2024, l’obiettivo è raggiungere con assistenza umanitaria integrata 3,8 milioni di persone, di cui 3,3 milioni sono bambini, attraverso i settori della salute e della nutrizione, della protezione dell’infanzia, dell’istruzione, per l’acqua potabile e i servizi igienico-sanitari di base.
Tra i nostri obiettivi, miriamo a vaccinare oltre 2,2 milioni di bambini contro il morbillo e a inserire in terapia nutrizionale più di 201.200 bambini in pericolo di vita per Malnutrizione Acuta Grave. Forniremo accesso ad acqua sicura in quantità adeguate ad oltre 523.500 persone, assistendo per la salute mentale e con supporto psicosociale 384.700 tra bambini e adulti che li hanno in cura e 300.000 scolari per l’istruzione ordinaria e informale, inclusa la prescolare.
L’Appello d’Emergenza UNICEF per il Mali stima necessari per il 2024 oltre 133,5 milioni di dollari, per raggiungere con assistenza umanitaria integrata ed accesso ai servizi essenziali i bambini e le comunità vulnerabili colpiti da un’emergenza complessa e composita.
MALI - Appello d’Emergenza UNICEF HAC 2024_Dicembre 2023pdf / 855 kb
DownloadNigeria: emergenza in diverse regioni del paese
In Nigeria, circa 8,7 milioni di persone sono vittime di violenze e conflitti in diverse regioni del paese: di queste, oltre 4,5 milioni sono bambini in disperato bisogno d'assistenza umanitaria. Milioni di persone sono in fuga, con un’insicurezza alimentare e una malnutrizione su livelli allarmanti, aggravate da epidemie e malattie infantili, con condizioni idriche e igienico-sanitarie in costante deterioramento: 2 milioni gli sfollati solo nel nord-est, dove 1 milione di bambini hanno perso la scuola a causa del conflitto, il cui impatto economico risulta devastante.
Nel nord-est del paese, oltre 7,7 milioni di persone risultano colpite da ormai 15 anni di conflitto armato, di cui il 60% sono bambini. Altre 474.000 persone sono vittime di violenze diffuse, banditismo e rapimenti nel nord-ovest della Nigeria, 489.000 di scontri tra comunità di agricoltori e pastori nella regione centro-settentrionale. Considerando le diverse zone in emergenza, oltre 3 milioni di bambini risultano sfollati, 2,6 milioni affetti da Malnutrizione Acuta Grave ed in pericolo di vita. Nel paese, 2,2 milioni di bambini non hanno ricevuto una singola dose di vaccino contro le malattie infantili. E a 10 anni dal rapimento di Chibok, l’UNICEF richiama l’impegno a proteggere l’istruzione nel paese.
Per il 2024, miriamo a raggiungere con assistenza umanitaria 4,8 milioni di persone, di cui 3,4 milioni di bambini, con interventi integrati per salute e nutrizione, acqua e igiene, servizi di protezione dell'infanzia e per l’istruzione, di protezione sociale, mobilitazione comunitaria e di risposta rapida alle emergenze, in aiuto dei bambini e delle famiglie più colpiti dalla crisi.
Tra i nostri obiettivi, miriamo a raggiungere 3,2 milioni di madri e bambini con assistenza medica primaria e con terapie nutrizionali più di 861.600 bambini in pericolo di vita per Malnutrizione Acuta Grave. Più di 866.400 persone saranno sostenute per l’accesso ad acqua sicura in quantità adeguate, 259.000 tra bambini e adulti che li hanno in cura con supporto psicosociale e per la salute mentale, 640.000 scolari per l’accesso all’istruzione ordinaria, informale e prescolare.
L’Appello d’Emergenza UNICEF per la Nigeria prevede necessari per il 2024 più di 214,7 milioni di dollari, per un’assistenza multisettoriale alle popolazioni colpite da conflitto ed emergenze in diverse regioni del paese, attraverso sistemi di risposta rapida e con un’attenzione particolare alle condizioni di genere.
NIGERIA - Appello d’Emergenza UNICEF HAC 2024_Dicembre 2023pdf / 830 kb
DownloadAfrica Orientale e Meridionale
Nella regione operativa dell’Africa Orientale e Meridionale, dove i bambini sotto i 18 anni costituiscono quasi la metà della popolazione, interveniamo con 21 Uffici Paese coordinati dall’Ufficio Regionale di Johannesburg, in Sudafrica, in un’area geograficamente molto diversificata, che si estende dal Mar Rosso al Capo di Buona Speranza: nella regione, alcuni dei paesi più poveri al mondo e tra i più ricchi del continente, dove però i progressi incontrano disuguaglianze impressionanti.
Nella regione, oltre 45 milioni di bambini vivono crisi multiple e spesso sovrapposte, intensificate dai cambiamenti climatici e da disastri naturali legati a El Niño, cui i bambini africani sono ad alto o altissimo rischio. A causa di siccità e crisi climatica, quasi 300.000 bambini sono in pericolo di vita per malnutrizione in 6 paesi dell’Africa meridionale, mentre in altre parti della regione 1 milione di persone sono colpite da piogge senza precedenti. L’impatto climatico aggrava conflitti e disordini civili, crisi economiche e sfollamenti di massa, o emergenze sanitarie complesse, come per il colera in 13 paesi dell’area o per il vaiolo Mpox, per cui l’UNICEF ha lanciato un piano di risposta globale.
L'UNICEF assicura servizi salvavita per bambini, donne e famiglie colpite da emergenze composite, tra cui le popolazioni che vivono in campi profughi e sfollati in condizioni di estrema vulnerabilità. Tra le nostre le priorità, la preparazione e la risposta ad emergenze causate da conflitti e disastri naturali sempre più frequenti, in paesi molto diversi tra loro, come l’Etiopia, la Somalia e il Sud Sudan, accomunati da emergenze che tutte costringono i Bambini in Fuga.
Etiopia: un’emergenza tra conflitti armati e cambiamenti climatici
In tutta l'Etiopia, la condizione di bambini e donne è a grave rischio a causa di emergenze umanitarie concomitanti, tra conflitti armati e violenze diffuse, siccità e disastri legati ai cambiamenti climatici, epidemie molteplici ed emergenze sanitarie, spostamenti di popolazioni e afflussi di rifugiati su larga scala. Un quadro di alta complessità, in cui 20 milioni di persone versano in bisogno di assistenza umanitaria, tra cui 10,8 milioni di bambini e quasi 4,4 milioni di sfollati.
I conflitti in atto in molte regioni dell’Etiopia quali Afar, Amhara e Oromia limitano fortemente l’accesso umanitario alle popolazioni sfollate, le cui condizioni sono aggravate da disastri climatici alimentati dagli andamenti metereologici de El Niño, che variano da forti alluvioni in alcune regioni ad una pesante siccità in altre. Condizioni in cui bambini e famiglie versano in stato di insicurezza alimentare e sono esposte ad epidemie di colera, morbillo, malaria e dengue. Anche nel Tigray, nonostante l’accordo di pace di fine 2022, più di 1 milione di persone restano sfollate e a rischio.
Attraverso il nostro Appello d’Emergenza, per il 2024 programmiamo un’assistenza umanitaria integrata per 10,9 milioni di persone di cui 7,9 milioni sono bambini. Tra gli interventi, forniremo assistenza medica e terapie contro la malnutrizione, acqua potabile tramite autobotti e sistemi idrici ad energia solare, sosterremo l’istruzione dei bambini senza accesso alla scuola e diverse misure di protezione dell’infanzia, inclusa la smobilitazione e il reinserimento dei bambini associati a gruppi armati. In tutto il paese, sosterremo la resilienza delle comunità più a rischio per l’impatto di conflitti, dei cambiamenti climatici o per il colera.
Tra i nostri obiettivi, garantiremo assistenza medica a 2,9 milioni di donne e bambini, terapie nutrizionali per 965.900 bambini in pericolo di vita per Malnutrizione Acuta Grave, forniremo acqua sicura in quantità adeguate ad oltre 4,9 milioni di persone. Oltre 188.000 tra bambini e adulti che li hanno in cura saranno assistiti per la salute mentale e con sostegno psicosociale, 717.400 bambini per l’istruzione ordinaria o informale, inclusa la prescolare. Nel corso dell'anno, supporteremo 600.000 famiglie per l’assistenza sociale ed oltre 42,7 milioni tra adulti e bambini con informazioni per l’accesso ai servizi essenziali.
Per il 2024, l’Appello d’Emergenza UNICEF per l’Etiopia stima necessari 535,3 milioni di dollari, per una risposta integrata alle emergenze causate da conflitti, cambiamenti climatici e siccità nelle diverse regioni del paese, con attenzione prioritaria ai bambini più vulnerabili e alle popolazioni difficili da raggiungere.
ETIOPIA - Appello d’Emergenza UNICEF HAC 2024_Dicembre 2023pdf / 900 kb
DownloadSomalia: i bambini i più colpiti da crisi climatica e conflitti
In Somalia, 6,9 milioni di persone necessitano assistenza per un’emergenza umanitaria complessa, causata da siccità e disastri climatici, conflitti e sfollamento di popolazioni, malattie infettive e povertà: delle persone in bisogno, 4,3 milioni sono bambini e 3,5 milioni donne e ragazze. I bambini risultano colpiti in modo sproporzionato, con 1,5 milioni in serio pericolo di vita per Malnutrizione Acuta Grave.
Sebbene le piogge del Gu tra aprile, maggio e giugno 2023 abbiano portato qualche sollievo dopo 5 stagioni consecutive di mancate piogge - il periodo più lungo a memoria d'uomo - 6,6 milioni di persone soffrono di penuria idrica, 2,3 milioni sono sfollate da alluvioni e disastri naturali. In Somalia, la crisi climatica aggrava le condizioni di vulnerabilità e sfollamento, alimentate dal conflitto tra governo, il gruppo armato Al-Shabaab e milizie di clan locali, con il ritiro della missione dell'Unione Africana che accresce insicurezza e instabilità.
Nel quadro dell’Appello d’Emergenza UNICEF, per il 2024 miriamo a fornire assistenza umanitaria integrata a più di 2,1 milioni di persone, di cui oltre 1,3 milioni sono bambini. Opereremo per fornire assistenza medica e nutrizionale, il necessario per l’acqua e l’igiene, misure di protezione dell’infanzia e contro le violenze di genere, sostegno per l'accesso all’istruzione. Attraverso piani di preparazione e risposta alle emergenze, e il coinvolgimento dei partner locali, espanderemo la fornitura di servizi essenziali per le popolazioni sfollate e a rischio colera, soprattutto nelle aree di difficile accesso.
Tra i nostri obiettivi, forniremo assistenza medica di base per 1,2 milioni tra bambini e donne e terapie nutrizionali per oltre 280.400 bambini in pericolo di vita per Malnutrizione Acuta Grave. Più di 1,2 milioni di persone saranno assistite con forniture essenziali per l’acqua e l’igiene, oltre 192.500 bambini e adulti con servizi per la salute mentale e il supporto psicosociale, 297.000 bambini per l’accesso all’istruzione ordinaria, informale e prescolare. Nel corso dell'anno, più di 20.000 famiglie saranno supportate con sussidi d’emergenza in denaro finanziati dall’UNICEF, 12,9 milioni tra adulti e bambini con informazioni per l’accesso ai servizi essenziali.
Per la Somalia, l’Appello d’Emergenza UNICEF aggiornato per il 2024 prevede necessari 189,2 milioni di dollari, per un’assistenza integrata a bambini e donne vittime delle varie emergenze che colpiscono il paese, tra conflitti, cambiamenti climatici, siccità ed insicurezza alimentare.
SOMALIA - Appello d’Emergenza UNICEF HAC 2024_Gennaio 2024pdf / 654 kb
DownloadSud Sudan: conflitti, cambiamenti climatici e insicurezza diffusa
Il Sud Sudan affronta una situazione di vulnerabilità ed esigenze umanitarie crescenti a causa di conflitti, cambiamenti climatici e insicurezza diffusa, con un’instabilità perdurante ormai dalla sua indipendenza, nel 2011. Violenze, inondazioni persistenti ed epidemie diffuse, insicurezza alimentare e nutrizionale continuano ad acuire i bisogni dei più vulnerabili, in primo luogo i bambini, in un contesto di crisi economica e povertà: nel paese, oltre 9 milioni di persone necessitano assistenza umanitaria, di cui 4,9 milioni sono bambini.
Costanti le crisi di sfollamento e i movimenti di popolazioni sia nel paese sia transfrontalieri, che mettono a dura prova risorse, mezzi di sussistenza e servizi di base inadeguati: oltre 2 milioni le persone sfollate in Sud Sudan, 1,2 milioni quelle ritornate nei luoghi d’origine in condizioni spesso precarie, cui si aggiungono più di 622.700 rifugiati in fuga dalle violenze in Sudan. Tutte popolazioni in bisogno di assistenza e soluzioni a lungo termine, con rischi di protezione per donne e bambini e tensioni crescenti tra le comunità.
Nel quadro dell’Appello d’Emergenza UNICEF per il 2024, miriamo a raggiungere con assistenza integrata 5,2 milioni di persone tra cui 3,4 milioni di bambini in condizioni di forte vulnerabilità, attraverso strategie dirette al coinvolgimento delle comunità locali, piani di preparazione e risposta alle emergenze e per l’adattamento ai cambiamenti climatici. Per una risposta integrata, opereremo interventi umanitari nei settori sanità e nutrizione, acqua e igiene, protezione dell’infanzia ed istruzione, e per il supporto comunitario e la protezione sociale di bambini e famiglie vulnerabili.
Tra i nostri obiettivi, raggiungere 720.000 persone colpite da emergenze sanitarie con assistenza medica e 397.200 bambini in pericolo di vita per Malnutrizione Acuta Grave con terapie nutrizionali. Opereremo per l’accesso d’oltre 700.000 persone a quantità adeguate di acqua sicura, e per fornire assistenza di salute mentale e supporto psicosociale per 82.500 tra bambini e adulti che li hanno in cura. Più di 574.000 bambini saranno sostenuti per l’istruzione ordinaria o informale, inclusa la prescolare, oltre 2,5 milioni di persone per l’accesso ai servizi essenziali e 6.400 famiglie con sussidi d’emergenza in denaro finanziati dall'UNICEF.
L’Appello d’Emergenza UNICEF aggiornato per il 2024 prevede necessari 252,5 milioni di dollari, indispensabili per la risposta umanitaria alle emergenze complesse e concomitanti che colpiscono il Sud Sudan, attraverso misure e settori di intervento integrati.
SUD SUDAN - Appello d’Emergenza UNICEF HAC 2024_Aprile 2024pdf / 603 kb
DownloadAsia Meridionale
Nella regione operativa dell'Asia Meridionale lavoriamo attraverso 8 Uffici Paese coordinati dall’Ufficio Regionale di Kathmandu, in Nepal, nel quadro di contesti molto differenti per condizioni di sviluppo e dove grandi sono le diseguaglianze: se alcuni paesi hanno raggiunto risultati impressionanti per l’infanzia, enormi disparità persistono, con milioni di bambini vittime di povertà e discriminazioni, legate anche alla condizione di genere o all'etnia.
Nella regione, 80 milioni di persone sono in bisogno di assistenza umanitaria, tra cui più di 35 milioni di bambini, per gravi crisi economiche e nutrizionali, emergenze di salute pubblica, complesse crisi politiche e di popolazioni rifugiate, disastri naturali indotti dai cambiamenti climatici, a causa dei quali 460 milioni di bambini sono esposti a temperature estremamente alte, 3 bambini su 4 , ed oltre 6 milioni sono a rischio per le inondazioni causate dalle ultime piogge torrenziali, con alluvioni improvvise e frane che hanno flagellato Afghanistan, Bangladesh, India, Nepal e Pakistan.
Il nostro obiettivo è salvare le vite dei bambini più vulnerabili, difendere i loro diritti nei diversi contesti di riferimento, realizzare il loro potenziale contro ogni discriminazione. E difenderli dalle emergenze: come quella per l’ultimo terremoto in Nepal, o per la crisi in Afghanistan, tra le più gravi al mondo, o per i cambiamenti climatici in Pakistan e in Bangladesh, dove gli effetti di questi ultimi aggravano le condizioni del paese e dei rifugiati Rohingya, acuendo la vulnerabilità di tutti i Bambini in Fuga.
Nepal: i bambini la metà delle vittime dell’ultimo terremoto
Più della metà delle vittime dell’ultimo grave terremoto in Nepal sono bambini. Oltre 150 i morti di cui 81 bambini e più di 360 i feriti per il potente sisma di magnitudo 6,4 che il 3 novembre 2023 ha sconvolto diverse aree remote del Nepal occidentale: oltre 250.000 le persone colpite nei 2 distretti di Jajarkot e Rukum West, tra cui almeno 80.000 bambini. Dopo 3 mesi dal disastro, 200.000 persone restano in bisogno d’assistenza umanitaria: 68.000 sono bambini.
Il terremoto, il più grave da quello devastante del 2015, è l'ultimo di una serie di eventi sismici che hanno colpito il Nepal nel corso del 2023. La distruzione di case e diverse scosse di assestamento, alcune di grave entità, hanno ridotto famiglie e bambini nella condizione sfollati, costringendoli a trascorrere notti all'aperto e all’addiaccio, alla vigilia del rigido inverno. Case, scuole, centri sanitari e altre strutture essenziali sono state danneggiate o distrutte, in una delle aree del paese a più alto tasso di povertà.
L'UNICEF è sul campo con l’obiettivo di fornire assistenza salvavita immediata ad oltre 200.000 vittime del terremoto: un'azione urgente è indispensabile per ripristinare l'accesso ai servizi essenziali e per proteggere i bambini da malattie, malnutrizione e dal rigido clima invernale, mentre le famiglie lottano per riprendersi dal terremoto e le scosse di assestamento portano nuovi pericoli.
Tra i nostri obiettivi, assistere 150.000 persone per l’acqua e l’igiene, tra cui 51.000 bambini, e sostenere la ripresa dei servizi sanitari essenziali per le cure materne, le vaccinazioni e l’assistenza medica primaria. Contro la malnutrizione, forniremo Alimenti terapeutici pronti per l’uso, micronutrienti e sussidi in denaro per il supporto nutrizionale a 7.200 bambini e oltre 1.300 donne in gravidanza. Per l’istruzione, sosterremo tra 50 e 100 scuole, raggiungendo fino a 50.000 bambini; 12.500 saranno assistiti con protezione e supporto psicosociale in Spazi a misura di bambino appositamente allestiti, 12.500 famiglie saranno supportate con sussidi d’emergenza in denaro.
Per la risposta alle conseguenze del terremoto, l’UNICEF ha lanciato un appello d’emergenza mirato per 15,7 milioni di dollari, a supporto delle attività programmate nei vari settori di intervento. Dopo 3 mesi dal disastro, appena il 7% risultava finanziato, con 14,7 milioni ancora necessari per continuare a fornire supporto salvavita ai bambini vittime del terremoto.
NEPAL – Appello d’emergenza per il terremoto_ Jajarkot Earthquake 10-11-2023pdf / 578 kb
DownloadPakistan: tra cambiamenti climatici e crisi umanitarie
A causa di disastri naturali ricorrenti e crisi emergenziali causate dall'uomo, in Pakistan più di 35,7 milioni di persone sono in bisogno d’assistenza umanitaria, esposte ai pesanti effetti dei cambiamenti climatici, ad una prolungata emergenza nutrizionale e a gravi crisi alimentari e sanitarie: di queste, oltre 24,4 milioni sono bambini. Più di 33 milioni le vittime dalle catastrofiche inondazioni del 2022, di cui la metà bambini, con molti dei distretti colpiti nuovamente sconvolti dalle ultime piogge monsoniche che aggravano vulnerabilità preesistenti e accesso limitato ai servizi essenziali.
Nel paese, la presenza di circa 3,7 milioni di afgani in condizione di grave vulnerabilità, di cui quasi la metà bambini, mette ulteriormente a dura prova le condizioni della comunità ospitanti e i già fragili servizi del Pakistan, che registra una pesante crisi alimentare e tassi di Malnutrizione Acuta sopra i livelli d’emergenza. Un contesto in cui profonde disuguaglianze, cambiamenti climatici drammatici ed un inquinamento dell’aria su livelli record espongono milioni di bambini vulnerabili a seri rischi in tutto il paese
Attraverso il nostro Appello d'Emergenza per il 2024, miriamo ad assistere 5,5 milioni di persone tra cui 3,4 milioni di bambini, da raggiungere con interventi umanitari nei settori salute e nutrizione, acqua e igiene, istruzione e protezione dell’infanzia, sensibilizzazione e mobilitazione comunitaria.
Tra i nostri obiettivi vi è garantire assistenza medica per 1,4 milioni di donne e bambini, vaccinazioni contro il morbillo per 1,3 milioni di bambini a rischio e terapie nutrizionali per quasi 217.900 bambini in pericolo di vita per Malnutrizione Acuta Grave. Forniremo accesso ad acqua sicura per oltre 669.600 persone e sosterremo l’istruzione ordinaria e informale, inclusa la prescolare, di più di 180.000 bambini a rischio esclusione. Nel corso dell’anno, raggiungeremo oltre 3,7 milioni tra bambine, bambini ed adulti a rischio con informazioni sui principali pericoli ed i servizi disponibili per la protezione dell’infanzia, 2,2 milioni di persone con iniziative di sensibilizzazione e mobilitazione comunitaria.
Per il 2024, l’Appello d’Emergenza UNICEF prevede necessari 135,6 milioni di dollari, per fornire assistenza umanitaria salvavita e protezione integrata alle popolazioni pakistane e afgane più vulnerabili nel paese, con attenzione prioritaria ai bambini e alle famiglie più a rischio.
PAKISTAN - Appello d’Emergenza UNICEF HAC 2024_Dicembre 2023pdf / 751 kb
DownloadBangladesh: cambiamenti cimatici e rifugiati Rohingya
In Bangladesh, uno dei paesi più densamente popolati al mondo, 18,3 milioni di persone vivono in aree colpite da inondazioni e cicloni devastanti, frane ed erosione costiere: oltre 7,9 milioni sono bambini e 4,9 milioni donne. Pesanti le distruzioni che ne conseguono, come per le ultime gravi inondazioni nell’est del paese ed il ciclone Remal nel nord che, insieme, hanno colpito 13 milioni di persone, di cui 5 milioni sono bambini.
In queste condizioni, il numero di rifugiati Rohingya in Bangladesh ha raggiunto oltre 984.500 persone, costrette a vivere in campi sovraffollati del distretto di Cox’s Bazar e Bhasan Char, dopo la fuga di massa dalle violenze in Myanmar nell’agosto del 2017. Popolazioni quasi interamente dipendenti dagli aiuti umanitari, di cui più della metà sono bambini, che stanno crescendo nel campo profughi più grande al mondo.
Attraverso il nostro Appello d’Emergenza per il 2024, miriamo a raggiungere 3,2 milioni di persone, tra cui 1,7 milioni di bambini, con assistenza umanitaria nei settori della sanità e nutrizione, dell’acqua e igiene, della protezione dell'infanzia e dell’istruzione: per i rifugiati, le comunità ospitanti e nei distretti colpiti da inondazioni e cicloni. L’UNICEF continuerà a fornire servizi salvavita per i bambini e le famiglie Rohingya, sostenendo le comunità che li ospitano con interventi mirati.
Tra i nostri obiettivi, vi è assicurare assistenza medica ad oltre 511.600 donne e bambini e terapie nutrizionali a più di 15.400 bambini in pericolo di vita per Malnutrizione Acuta Grave. Raggiungeremo con acqua sicura più di 735.600 persone e 2,5 milioni tra bambini e adulti con sostegno psicosociale e per la salute mentale. Oltre 384.700 bambini saranno sostenuti per l’accesso all’istruzione ordinaria o informale, inclusa la prescolare. Per l’assistenza alla comunità più a rischio, 1,7 milioni di persone saranno raggiunte con messaggi di prevenzione e per l’accesso ai servizi.
Per il 2024, l’Appello d’Emergenza UNICEF prevede necessari 150,3 milioni di dollari, per un’assistenza umanitaria integrata alle popolazioni rifugiate, le comunità ospitanti e per altre persone a rischio inondazioni, cicloni, ed emergenze sanitarie, con attenzione prioritaria ai bambini e alle donne più vulnerabili.
BANGLADESH - Appello d’Emergenza UNICEF HAC 2024_Dicembrepdf / 857 kb
DownloadAsia Orientale e Pacifico
Nella regione operativa dell’Asia Orientale e Pacifico interveniamo attraverso 14 Uffici Paese coordinati dall’Ufficio Regionale di Bangkok, in Thailandia, nel quadro di un contesto estremamente diversificato, con alcune delle economie più dinamiche del mondo e paesi decisamente meno sviluppati, dove tra le varie sfide figura l’impatto sempre più pesante del cambiamento climatico.
La regione rimane tra le più soggette ai disastri naturali, con bambini e famiglie esposti a catastrofi ambientali multiple, causate da terremoti ed eruzioni vulcaniche, cicloni e alluvioni, inondazioni e siccità, ed altri eventi meteorologici estremi indotti dai cambiamenti climatici, sempre più frequenti e concomitanti, come per il Tifone Yagi, con 5,3 milioni di persone colpite, di cui 1,3 milioni bambini. Tutto ciò in un contesto spesso caratterizzato da alti livelli di inquinamento atmosferico e aggravato da conflitti sociopolitici e disordini civili, con milioni di persone colpite ogni anno da emergenze umanitarie di diversa natura.
I nostri programmi si estendono dalla Mongolia a nord a Tonga a sud, in un’area in cui ogni anno nascono oltre 30 milioni di bambini. L’obiettivo dell'UNICEF è tanto promuovere i loro diritti che proteggerli dalle emergenze che costringono i Bambini in Fuga: come quella in Myanmar, all’origine di tensioni e conflitti interni e della crisi dei rifugiati Rohingya in Bangladesh.
Myanmar: una crisi umanitaria e dei diritti umani in costante peggioramento
Il Myanmar vive una grave crisi umanitaria e dei diritti umani in costante peggioramento. Per l’intensificarsi delle violenze in tutto il paese, oltre 18,6 milioni di persone versano in bisogno di assistenza umanitaria: di queste, oltre 6 milioni sono bambini. Conflitti ed attacchi crescenti che sono causa dello sfollamento di circa 3,3 milioni di persone, di cui il 40% bambini, insieme ad altre popolazioni estremamente vulnerabili, come i Rohingya, apolidi e privi di nazionalità e diritti.
Drammatica la condizione dei bambini e le Gravi violazioni dei diritti dell’infanzia, a causa di attacchi aerei indiscriminati su scuole ed ospedali, per l’uso di bambini nei gruppi armati, di armi pesanti e ordigni esplosivi: triplicate le vittime causate dalle mine, di cui oltre il 20% sono bambini. Un’ emergenza aggravata dai cambiamenti climatici, come per il ciclone Mocha, uno dei più forti mai registrati nell'Oceano Indiano settentrionale, che nel 2023 si è abbattuto sul paese con ingenti ed estese distruzioni
Per il 2024, il nostro obiettivo è raggiungere 3,1 milioni di persone tra cui 2,1 milioni di bambini con un’assistenza integrata per salute, nutrizione, acqua e igiene, protezione dell’infanzia, istruzione e protezione sociale, attraverso anche interventi di sensibilizzazione e mobilitazione comunitaria.
Tra i nostri obiettivi, vaccineremo 800.000 bambini contro il morbillo assicurando a 418.000 diagnosi contro la malnutrizione. Raggiungeremo 850.000 persone con forniture e servizi per l’acqua e l’igiene e 390.00 con acqua sicura. Per la protezione dell’infanzia, assicureremo sostegno psicosociale e per la salute mentale a 3,3 milioni tra bambini e adulti, più di 890.300 bambini saranno assistiti per l’accesso all’istruzione ordinaria e informale, inclusa la prescolare. Oltre 90.000 famiglie saranno supportate con sussidi d’emergenza in denaro, 3 milioni di persone con messaggi di prevenzione dei rischi e per l’accesso ai servizi essenziali.
Per il 2024, l’Appello d’Emergenza UNICEF per il Myanmar stima necessari 208,3 milioni di dollari, per rispondere ai bisogni umanitari dei bambini più vulnerabili del paese, attraverso interventi d’assistenza integrati e per l’accesso ai servizi essenziali.
MYANMAR - Appello d’Emergenza UNICEF HAC 2024_Dicembre 2023pdf / 912 kb
DownloadAmerica latina e Caraibi
Nella regione operativa dell’America latina e Caraibi lavoriamo in 36 tra paesi e territori attraverso attraverso Uffici Paese coordinati dall’Ufficio Regionale di Panama. Nella regione, dove le diseguaglianze sono tra le maggiori al mondo, progressi enormi hanno migliorato la vita di molti bambini, ma tanti altri sono rimasti indietro, in condizioni di grave povertà o vittime di discriminazioni, come quelli di origine africana o indigena.
Nella regione, disequilibri e disuguaglianze determinano condizioni di sovrappeso infantile e obesità superiori alla media globale, con seri problemi di salute pubblica, mentre povertà e mancanza di opportunità, conflitti e violenze, disastri naturali e cambiamenti climatici riducono molti nella condizione di rifugiati e migranti, con rotte migratorie che registrano livelli record di migrazione infantile. Troppi affrontano difficoltà, pericoli e discriminazioni lungo il percorso, una volta a destinazione o quando tornati nelle proprie terre, in una regione dove 1 migrante su 4 è minorenne e che per il 2024 stima 16,4 milioni di bambini in bisogno di assistenza umanitaria.
I nostri programmi sono diretti a promuovere i diritti dell’infanzia, rispondere a crisi sociopolitiche, economiche e ad emergenze sempre più legate ai cambiamenti climatici, con la regione che è la seconda al mondo più soggetta a calamità naturali, come per l’urgano Beryl o la siccità da record in Amazzonia: più di 200 milioni le persone colpite da disastri naturali tra il 2000 e il 2023, di cui oltre 13,4 milioni nell’ultimo anno, a causa di uragani, inondazioni, frane e siccità, con un grave impatto sui mezzi di sussistenza e i servizi essenziali. Con una combinazione d’emergenze che costringono troppi Bambini in Fuga: come ad Haiti, per violenze e disastri naturali, o in Venezuela, dove povertà e diseguaglianza alimentano movimenti di massa nell’intero continente.
Haiti: fattori concomitanti di una crisi drammatica per l’infanzia
Ad Haiti, una serie di fattori concomitanti sono causa di una crisi drammatica per l’infanzia. La popolazione affronta oggi una delle peggiori crisi nella storia recente del paese, per violenze incontrollate di bande criminali, disordini civili, instabilità politica e crisi socioeconomica, insicurezza alimentare e malnutrizione. Gravissime le violazioni dei diritti umani e senza precedenti i livelli di violenze di genere. Come risultato, più di 3 milioni di bambini hanno bisogno di assistenza umanitaria, su oltre 5,5 milioni di persone in bisogno d’aiuto per la crisi in atto, 1,64 milioni affrontano livelli d'emergenza di insicurezza alimentare acuta.
Al mese di ottobre 2024, oltre 700.000 persone risultano sfollate dalle violenze, di cui 360.000 sono bambini, con una situazione in costante peggioramento ed il 90% della popolazione ridotta in povertà. Con la popolazione sotto un fuoco incrociato, i bambini sono a rischio di uccisioni, orrori e sfruttamento, tra cui moti minori non accompagnati. In un contesto umanitario catastrofico, di livelli allarmanti di violenza e insicurezza, sin dal 2023 il paese ha registrato il rapimento indiscriminato di bambini e donne da parte dei gruppi armati per riscatti o altri ricatti, e la costante espulsione di migranti haitiani dalla confinante Repubblica Dominicana e da altri paesi americani, con un’intera generazione a rischio.
Per il 2024, come UNICEF miriamo a fornire assistenza integrata a 2,1 milioni di persone tra cui 1,1 milioni di bambini, attraverso programmi d’emergenza per sanità e nutrizione, acqua e igiene, protezione dell’infanzia, istruzione e protezione sociale. In tutto il paese, sosterremo Squadre di risposta rapida contro il colera, Piani di riduzione del rischio catastrofi e di Preparazione alle emergenze.
Tra i nostri obiettivi, raggiungere oltre 652.400 donne e bambini con assistenza medica primaria e più di 104.800 bambini in pericolo di vita con terapie per Malnutrizione Acuta Grave, sostenendo l’accesso di almeno 880.400 persone ad acqua sicura. Opereremo per sensibilizzare più di 448.700 tra minori, genitori e leader comunitari sui rischi di reclutamento dei bambini nei gruppi armati, sostenendo oltre 502.100 bambini per l’accesso all'istruzione ordinaria o informale, incluso per la prima infanzia. Quasi 39.700 famiglie saranno supportate con sussidi in denaro finanziati dall'UNICEF, oltre 4,5 milioni di persone con messaggi di prevenzione dei rischi e per l'accesso ai servizi.
Per il 2024, l’Appello d’Emergenza UNICEF per Haiti stima necessari circa 221,7 milioni di dollari, indispensabili per rispondere alle emergenze in atto attraverso i nostri settori di intervento, con attenzione primaria bisogni essenziali dei bambini haitiani e delle loro famiglie.
HAITI - Appello d’Emergenza UNICEF HAC 2024_Dicembre 2023pdf / 759 kb
DownloadVenezuela: crisi economica e condizioni difficili per l’infanzia
In Venezuela, le condizioni dell’infanzia continuano a soffrire per l'impatto di una crisi economica persistente, dove fattori strutturali e situazioni contingenti hanno profonde conseguenze sulla società, e in particolare sulle fasce più vulnerabili, tra cui bambini, donne e comunità indigene. Per sfuggire a povertà e violenze, molte persone sono migrate all’interno del paese, molte altre sono emigrate all’estero. Per la crisi in atto, in Venezuela 7,7 milioni di persone hanno bisogno di assistenza umanitaria, di cui 3,8 sono bambini e adolescenti sotto i 18 anni.
Nel paese, inflazione cronica, tensioni sociopolitiche e disastri naturali contribuiscono al basso potere d'acquisto che pregiudica le possibilità delle famiglie d’accedere all'assistenza sanitaria, al cibo e a quasi tutti i servizi di cui un bambino ha estremo bisogno. La disponibilità di acqua potabile e ai servizi igienico-sanitari rimane irregolare e difficile, la copertura vaccinale rimane bassa e il numero di bambini con basso peso alla nascita risulta in crescita. Bambini e adolescenti sono in costante rischio di violenze, oltre 900.000 bambini si stima non vadano a scuola.
Attraverso l’Appello d’Emergenza UNICEF per il 2024, opereremo per raggiungere con assistenza umanitaria 3,1 milioni di persone, tra cui 1,7 milioni di bambini, attraverso un pacchetto integrato di interventi per sanità, nutrizione, acqua e igiene, servizi di protezione dell’infanzia, contro le violenze di genere e per l’accesso all'istruzione, con attenzione particolare ai bambini senza accesso a scuola.
Tra i nostri obiettivi, sosterremo oltre 1,2 milioni tra donne e bambini con assistenza medica e 400.000 bambini per la diagnosi della Malnutrizione Acuta Grave. Assisteremo per l’accesso ad acqua sicura in quantità adeguate più di 2,2 milioni di persone, 140.000 tra bambini e adulti che li hanno in cura per la salute mentale e sostegno psicosociale, 516.500 bambini con materiali didattici individuali. Come supporto comunitario, 3 milioni tra bambini ed adulti saranno raggiunti con informazioni fondamentali su come accedere ai servizi essenziali.
L’Appello d’Emergenza UNICEF per il 2024 prevede necessari per il Venezuela oltre 147 milioni di dollari, per una risposta multisettoriale alla crisi nel paese, diretta a fornire servizi salvavita ai bambini, proteggendone i diritti, preservandone la dignità e le possibilità di sviluppo.
VENEZUELA - Appello d’Emergenza UNICEF HAC 2024_Dicembre 2023pdf / 682 kb
DownloadL'azione dell'UNICEF: per ogni bambino le giuste opportunità
L’UNICEF lavora in tutto il mondo per assicurare ai bambini rifugiati, sfollati o migranti che i loro diritti siano rispettati. Forniamo aiuti umanitari salvavita nei campi profughi e sfollati. Allestiamo Spazi a misura di bambino, ovvero luoghi sicuri dove i bambini possano giocare e ricevere educazione ed assistenza, e centri per mamme e bambini, dove le madri possano nutrire i loro piccoli e le famiglie separate possano riunirsi.
Assistiamo i governi nazionali e le istituzioni locali per leggi, politiche e servizi che siano inclusivi per tutti i bambini, e che si adattino alle loro esigenze specifiche, siano essi rifugiati, sfollati o migranti: sostenendoli non solo per la sopravvivenza, ma per crescere sani e sviluppare le proprie capacità, quali che siano le condizioni di vita precarie cui sono costretti.
Operiamo perché le famiglie possano riunirsi, e per porre fine alla detenzione dei bambini solo perché migranti, supportando le istituzioni per soluzioni alternative, basate sulla comunità e sulla famiglia. Lavoriamo con i governi, il settore privato e la società civile per offrire a bambini e giovani in movimento opportunità di inclusione all'avanguardia, coinvolgendoli, mobilitandoli e facendo sentire la loro voce.
Per informare le istituzioni e sensibilizzare le comunità che li ospitano, raccogliamo, analizziamo e diffondiamo dati ed evidenze sulla situazione e le esperienze personali di bambini e giovani adolescenti in movimento. Con i nostri partner, abbiamo rilasciato le prime linee guida di sempre per assistere i governi nell’aiutare a proteggere e responsabilizzare i bambini in movimento nel contesto dei cambiamenti climatici.
Il “Global Refugee Compact”: un patto per la Comunità Internazionale
Il Global Refugee Compact è un trattato internazionale che pone le basi per una risposta più forte, prevedibile ed equa alla crisi dei rifugiati. Adottato nel 2018, offre alla Comunità Internazionale e ai paesi ospitanti una tabella di marcia per includere al meglio i rifugiati nei sistemi nazionali, nelle società e nelle loro economie, per consentirgli di contribuire alle loro nuove comunità e di garantire il proprio futuro.
L'UNICEF è fortemente impegnato nel Global Compact on Refugees, e sta lavorando per contribuire a raggiungere i suoi obiettivi. Abbiamo documentato le buone pratiche del nostro lavoro in tutto il mondo a sostegno dei bambini e dei giovani rifugiati, così come quelle delle comunità ospitanti, affinché possano fornire delle linee guida di base per lo sviluppo.
Operiamo perché le famiglie possano riunirsi, e per porre fine alla detenzione dei bambini solo perché migranti, supportando le istituzioni per soluzioni alternative, basate sulla comunità e sulla famiglia. Lavoriamo con i governi, il settore privato e la società civile per offrire a bambini e giovani in movimento opportunità di inclusione all'avanguardia, coinvolgendoli, mobilitandoli e facendo sentire la loro voce.
Per informare le istituzioni e sensibilizzare le comunità che li ospitano, raccogliamo, analizziamo e diffondiamo dati ed evidenze sulla situazione e le esperienze personali di bambini e giovani adolescenti in movimento. Con i nostri partner, abbiamo rilasciato le prime linee guida di sempre per assistere i governi nell’aiutare a proteggere e responsabilizzare i bambini in movimento nel contesto dei cambiamenti climatici.
Action for Refugee Childrenpdf / 7.50 Mb
DownloadIl “Global Compact for Migration”
ll Global Compact for Safe, Orderly and Regular Migration è un accordo storico che per la prima volta riconosce che i bambini sono parte centrale per la gestione delle migrazioni, che dimostra che l'Agenda d'azione in 6 punti dell'UNICEF è praticabile e costituisce una cornice per dare applicazione all’accordo.
L'UNICEF ha partecipato attivamente ai 18 mesi di negoziati che hanno portato all’adozione del documento finale, nel dicembre 2018, anche facilitando la partecipazione attiva dei giovani migranti a questo processo. L'UNICEF opera per tradurre gli impegni che i governi hanno assunto per un cambiamento reale, e un impatto positivo nella vita dei bambini in movimento in tutto il mondo.
Global Compact for Safe, Orderly and Regular Migrationpdf / 482 kb
DownloadI risultati raggiunti
Nel 2023 l'UNICEF ha operato a livello globale per proteggere i diritti dei bambini sfollati, rifugiati e migranti: nel corso dell’anno, abbiamo sostenuto la risposta umanitaria per 412 situazioni di crisi in 107 paesi, causate da guerre, conflitti e disastri naturali, tra le prime cause all’origine di sfollamento di popolazioni all’interno di singoli paesi o di movimenti forzati di rifugiati e migranti a livello globale.
Tra i risultati raggiunti nel 2023, abbiamo fornito attrezzature per rifugi e campi d’accoglienza per un valore d’oltre 47,2 milioni di dollari, tra cui più di 9.000 tende ad alte prestazioni per 58 paesi, adatte a servire come scuole, centri sanitari, spazi a misura di bambino, depositi di stoccaggio degli aiuti e per gli altri usi necessari nelle varie fasi della risposta alle emergenze.
Nel corso dell’anno, abbiamo assicurato protezione in 42 paesi ad oltre 580.000 minori sfollati, rifugiati o migranti, raggiunti con assistenza integrata nei vari settori d’intervento, per fornire loro opportunità di integrazione ed inclusione sociale nei luoghi d’accoglienza. Per il ricongiungimento familiare o assistenza alternativa, abbiamo supportato nelle emergenze oltre 253.600 bambini separati dalle famiglie a causa di conflitti o sfollamento di popolazioni.
Attraverso programmi di istruzione mirati, nel 2023 abbiamo assistito oltre 3,1 milioni di minori in movimento privi d’accesso alla scuola, tra sfollati, rifugiati o migranti in età scolare. In 38 paesi, abbiamo sostenuto piattaforme di apprendimento per l’istruzione dei bambini rifugiati, in emergenza o in aree prive di connettività.
I bambini sradicati dalle proprie case e terre d’origine, e privati dei servizi essenziali, sono stati al centro delle misure per salute e nutrizione nelle emergenze, come le vaccinazioni contro il morbillo di 32,4 milioni di bambini e l’assistenza per 118,6 milioni in pericolo per malnutrizione, e degli interventi per acqua e igiene, che hanno raggiunto oltre 42,4 milioni di persone in contesti di crisi umanitarie.
Pagina aggiornata al 19 novembre 2024