Bambini in fuga
Senza casa, senza famiglia, senza radici: pur sempre bambini
Milioni di bambini sono in fuga. Molti sono costretti ad abbandonare la propria casa a causa di guerre, povertà o calamità provocate dai cambiamenti climatici. Troppi affrontano pericoli, privazioni e discriminazioni lungo il loro viaggio, o restano vittime di detenzione solo perché migranti.
Un bambino rifugiato è un bambino costretto alla fuga in un paese straniero, nella speranza, quando vi riesce, di ottenerne asilo. Un bambino sfollato è costretto ad abbandonare la propria casa, in fuga all’interno del suo stesso paese. Un bambino migrante lascia la famiglia e la sua terra per una condizione di miseria, nella speranza di un futuro migliore.
Tutti corrono molti rischi sia durante gli spostamenti, sia una volta giunti a destinazione: violenza, abusi, sfruttamento e discriminazioni sono solo alcuni dei rischi che affrontano. Privati di un’educazione e cure mediche appropriate, spesso non si sentono accettati nelle comunità di arrivo, con difficoltà a imparare una nuova lingua e integrarsi in una nuova cultura. Problematiche che hanno effetti fisici e psicologici di lungo periodo, e che impediscono ai bambini in movimento di sfruttare il loro pieno potenziale.
Questo dramma, oggi, è sotto gli occhi di tutti per l’emergenza in Ucraina, causata da una guerra sconvolgente che in Europa ha generato la crisi dei rifugiati in più rapida crescita dalla Seconda Guerra Mondiale, di cui vittime sono al 90% donne e bambini.
50,3milioni
I bambini in fuga nel mondo
19,1milioni
Sono bambini rifugiati o richiedenti asilo
31,2milioni
Sono bambini sfollati nei loro stessi paesi
A livello globale, oltre 47,2 milioni di bambini sotto i 18 anni sono in fuga da violenze, guerre e atrocità, un numero più che raddoppiato tra il 2010 ed il 2023. Di questi, al volgere del 2023 più di 19,1 milioni di bambini risultavano rifugiati e richiedenti asilo in paesi stranieri, 28,1 milioni sfollati nel proprio paese, tutti a causa di conflitti e violenze. A questi, si aggiungono altri 3,1 milioni di bambini sfollati da emergenze climatiche all’interno dei propri paesi.
A causa dei disastri climatici, oltre 43,1 milioni di bambini sono rimasti sfollati in appena 6 anni, secondo la prima analisi globale operata dall’UNICEF sui bambini in fuga per i cambiamenti climatici. Nel 2023, sono stati più di 8,8 milioni, principalmente a causa di inondazioni e tempeste. Oltre ai bambini in fuga da violenze e disastri naturali, molti altri sono costretti a vivere da migranti internazionali, per miseria e povertà: 36 milioni i minori, su 281 milioni di migranti internazionali nel 2020.
Oggi ci sono più bambini bisognosi di assistenza umanitaria che in qualsiasi altro momento della storia recente. Devono fare i conti con un mix letale di crisi: conflitti, sfollamento e migrazioni, epidemie e malnutrizione crescenti; il cambiamento climatico aggrava tali crisi scatenandone di nuove.
Catherine Russell, Direttrice Generale UNICEF
L'intervento dell’UNICEF nel mondo: le “Regioni Operative"
Nel mondo, l’UNICEF opera attraverso programmi di emergenza e di sviluppo attuati da Uffici Regionali e Uffici Paese in 7 aree geografiche d’intervento - Europa e Asia Centrale (ECARO), Medioriente e Nord Africa (MENARO), Africa Occidentale e Centrale (WCARO), Africa Orientale e Meridionale (ESARO), Asia Meridionale (ROSA), Asia Orientale e Pacifico (EAPRO), America latina e Caraibi (LACRO) – affinché nessun bambino sia lasciato indietro.
Nelle crisi umanitarie, pianifichiamo anno per anno le nostre strategie, obiettivi e risultati prefissati, nel quadro del Rapporto sull’Azione Umanitaria dell’UNICEF, che ricomprende tutti gli Appelli d’Emergenza che l’UNICEF lancia ogni anno con piani di intervento per paesi e contesti di crisi.
Di seguito solo alcuni degli Appelli d’Emergenza UNICEF per le crisi umanitarie cui diamo risposta nel mondo. Causate da conflitti o tensioni politico-sociali, cambiamenti climatici e catastrofi naturali, epidemie e crisi nutrizionali, sono solo alcune delle emergenze all’origine di movimenti di massa di rifugiati e migranti tra paesi e regioni e di sfollati all’interno di singoli stati, e che costringono i Bambini in Fuga.
Europa e Asia Centrale
Nella regione operativa Europa e Asia Centrale interveniamo per proteggere i diritti di bambini e adolescenti in 22 paesi e territori attraverso Uffici Paese coordinati dall’Ufficio Regionale di Ginevra, in Svizzera. In ogni contesto, sosteniamo programmi diretti a realizzare i diritti di tutti i bambini, senza che nessuno sia lasciato indietro. Nei paesi ad alto reddito della regione, siamo inoltre presenti attraverso i Comitati Nazionali per l’UNICEF, per creare partenariati con la società civile ed il settore privato, promuovendo i diritti dei bambini e raccogliendo fondi per i programmi dell’UNICEF a livello globale. In risposta ai bisogni dei bambini rifugiati e migranti in Europa, l'UNICEF ha ampliato la sua presenza operativa in alcuni paesi con Comitati Nazionali: tra questi l’Italia, attraverso e insieme con il Comitato italiano per l’UNICEF.
Nella regione, la pandemia di COVID-19 e la guerra in Ucraina hanno avuto un impatto negativo sulla povertà infantile, sulla disuguaglianza di reddito, sui mezzi di sussistenza e sulla sicurezza alimentare. Il rischio sono conseguenze umanitarie regionali per l'aumento diffuso della povertà - in una regione con 10,8 milioni di bambini disabili e dove oltre 330.000 vivono in strutture d’accoglienza - una riduzione progressiva della coesione sociale e l'aumento dell'afflusso di migranti e rifugiati. Preoccupante, inoltre, l’inadeguata copertura delle vaccinazioni di routine, con un aumento continuo dei casi di morbillo, milioni di bambini a rischio e 123.000 che nel 2023 non hanno ricevuto alcun vaccino salvavita. Anno in cui ogni giorno 20 bambini e adolescenti hanno contratto l'HIV, di cui quasi 3/4 ragazze.
Fattori che insieme ai cambiamenti climatici hanno un impatto nell’intera regione, dove la metà di tutti i 92 milioni di bambini sono esposti a frequenti ondate di calore e l'aumento del caldo uccide quasi 400 bambini l'anno, in un’area in cui 1 bambino su 5 sotto l’anno d’età muore a causa dell’inquinamento dell’aria, verso cui neonati e bambini piccoli sono i soggetti più a rischio. Una situazione che, complessivamente, presenta quadro della condizione dell’infanzia preoccupante, che nella regione riguarda anche i paesi dell’UE. Paesi dove un’ultima pubblicazione rivela che ben 11,2 milioni di bambini e giovani sotto i 19 anni soffrono di problemi di salute mentale.
Di seguito le principali emergenze che stiamo affrontando in Europa e Asia Centale: per la guerra in Ucraina e dei rifugiati in fuga dal paese, per la crisi dei migranti e rifugiati che si riversano in Europa a causa di guerre e povertà in Africa, Medioriente ed Asia, e per le conseguenze dei devastanti terremoti che a febbraio 2023 hanno sconvolto la Turchia. Tra i paesi di intervento l'Italia, con un programma d'assistenza per bambini e adolescenti rifugiati, richiedenti asilo e migranti, in collaborazione con le istituzioni nazionali e locali, per garantire protezione e inclusione sociale a Bambini in Fuga da guerre, persecuzioni e povertà.
Il terremoto che ha sconvolto la Turchia. E il suo impatto in Siria.
I 2 devastanti terremoti di magnitudo 7,7 e 7,6 del 6 febbraio 2023 hanno sconvolto la vita d’oltre 15,6 milioni di persone in 11 province del sud-est della Turchia. Ad un anno di distanza, oltre 3,2 milioni di bambini restano in bisogno di aiuto, su 7,9 milioni di persone che necessitano assistenza umanitaria. Gravissime le conseguenze del disastro in termini vite perse e danni alle infrastrutture, con danni sostanziali ad abitazioni e servizi essenziali.
Drammatico anche l’impatto nel nord-ovest della Siria, in un’area dove 4,5 milioni di siriani erano già in condizioni di emergenza prima dei terremoti: 8,8 milioni le persone colpite dal sisma, tra cui 3,3 milioni di bambini, con pesanti danni alle infrastrutture che aggravano le vulnerabilità preesistenti dopo 13 anni di conflitto nel paese. Colossali le proporzioni del disastro provocato dai terremoti: nei 2 paesi 6,5 milioni i bambini restano tuttora in bisogno d’assistenza umanitaria.
La risposta dell’UNICEF è stata immediata sia in Turchia che in Siria, per l’assistenza ai bambini e alle popolazioni colpite.
In Turchia, milioni di persone sono rimaste sfollate per la distruzione delle loro case: 518.000 le unità abitative distrutte e 2 milioni le persone costrette a cercare rifugio in sistemazioni d’emergenza, con più di 181.200 famiglie che restano tuttora sfollate. Tra le popolazioni colpite, 1,8 milioni di rifugiati, in gran parte siriani. Ad ormai un anno dal disastro, l’adeguatezza dei ripari d’accoglienza rimane tra le prime preoccupazioni, a fronte di insediamenti sovraffollati, di un accesso limitato ad acqua e servizi igienici e altre molteplici criticità, con famiglie con bambini rimaste spesso senza opportunità di reddito.
Per la risposta in Turchia, il nostro Appello d’Emergenza per il 2024 mira a raggiungere con assistenza umanitaria integrata 3 milioni di persone, tra cui 1,7 milioni di bambini. Tra i nostri obiettivi, supportare 1,8 milioni di persone con acqua sicura e 200.000 bambini con le vaccinazioni, sostenendo 50.000 bambini e adulti che li hanno in cura con consultorio nutrizionale per la prima infanzia. Per alleviare i traumi del disastro, raggiungeremo con sostegno psicosociale e per la salute mentale a 1,3 milioni tra bambini e adulti con minori, 1,5 milioni di bambini per l’istruzione ordinaria e informale, 164.000 famiglie con sussidi d’emergenza in denaro supportati dall’UNICEF. Nel 2023, abbiamo raggiunto 4,7 milioni di persone vittime dei terremoti, tra cui 2,4 milioni di bambini, con servizi e supporto salvavita.
Per il 2024, per la Turchia l’Appello d’Emergenza UNICEF stima necessari un totale di 116 milioni di dollari, per la risposta alle conseguenze del terremoto attraverso tutti i settori di intervento dell'UNICEF. Per la Siria, gli interventi per il terremoto sono integrati nei programmi di risposta umanitaria nel paese, nel quadro dell’Appello d’Emergenza UNICEF che per il 2024 stima necessari 401,7 milioni di dollari.
Grazie alla generosità dei donatori italiani, oltre 5.292.400 euro i fondi trasferiti dall’UNICEF Italia nel 2023 per la risposta all’emergenza nei 2 paesi: più di 2.003.300 euro per la Turchia, epicentro del disastro.
Medioriente e Nord Africa
Nella regione operativa Medioriente e Nord Africa interveniamo attraverso 16 Uffici Paese coordinati dall’Ufficio Regionale di Amman, in Giordania, in un conteso segnato da disparità e disuguaglianze, che accomunano alcuni dei paesi tra i più ricchi del mondo ad altri alle prese con povertà diffusa e conflitti perduranti. A causa di molteplici crisi spesso concomitanti, milioni di bambini sono in pericolo, hanno perso genitori e familiari e continuano a essere esposti a violenze e traumi che rischiano di segnarli indelebilmente: in tutta la regione, 181 milioni di persone, tra cui 88 milioni di bambini, affrontano rischi e vulnerabilità potenzialmente letali, 16,2 milioni di persone sono sfollate nei loro paesi e 15,6 milioni rifugiate in quelli in cui sono fuggite.
Nella regione, conflitti prolungati, cambiamenti climatici e disastri naturali, instabilità politica e sociale minacciano la vita e il benessere dei bambini e famiglie: 78,9 milioni di persone necessitano assistenza sanitaria e nutrizionale, 63 milioni di accesso all'acqua potabile, 35,8 milioni di bambini sono bisognosi di servizi di protezione e 36,4 milioni per l'istruzione, 2,5 milioni di persone di assistenza e protezione sociale. In base ai dati UNICEF, 1,64 milioni di bambini sono rimasti privi anche di una sola dose di vaccini salvavita, 1/3 in più dell’anno precedente, oltre 34 milioni vivono in condizioni di povertà alimentare, 77 milioni di bambini e adolescenti – ovvero 1 su 3 - soffrono di una qualche forma di malnutrizione. I dati sono sconfortanti: su 198 milioni di bambini nella regione, 1 su 4 ha bisogno di assistenza umanitaria.
Sul campo, lavoriamo attraverso i nostri programmi di intervento in 16 paesi e territori, rispondendo ad alcune tra le più gravi emergenze al mondo per Bambini in Fuga, come quella dei rifugiati siriani, dei rifugiati e migranti in movimento verso l’Europa, degli sfollati in Yemen a causa della guerra e dei bambini vittime delle drammatiche violenze nello Stato di Palestina e in Libano. E per le conseguenze dei devastanti terremoti del febbraio 2023 nel sud-est della Turchia che hanno sconvolto il nord-ovest della Siria, o per le brutalità e le drammatiche violenze di cui bambini e famiglie sono vittime in Sudan, la più grande crisi al mondo per minori sfollati e Bambini in Fuga.
Sudan: la prima emergenza al mondo per bambini sfollati
Bambini e famiglie sono le prime vittime delle violenze scoppiate il 15 aprile 2023 tra le Forze Armate Sudanesi (SAF) e i paramilitari delle Forze di Supporto Rapido (RSF) nella capitale Khartum e negli stati del Darfur e del Nord Kordofan, con ricadute in tutto il Sudan ed una situazione ora su livelli catastrofici: circa 13,6 milioni i bambini in disperato bisogno di aiuto, un numero mai registrato nel paese, su 24,8 milioni di persone che necessitano assistenza. Per la crisi in atto, più di 5 milioni di bambini sono in fuga, inclusi oltre 1 milione rifugiati in Ciad, Egitto e Sud Sudan, un dato che rende il Sudan la prima emergenza al mondo per bambini sfollati.
I dati sono drammatici: 13 milioni di persone soffrono per alti livelli di fame acuta, 14 regioni sono sull'orlo della carestia, 3,7 milioni di bambini sono a rischio Malnutrizione Acuta Grave e in pericolo di vita, con decine di migliaia che lo sono per le violenze brutali che rendono sempre più pesante il bilancio dell’emergenza. Una combinazione catastrofica di conflitti, sfollamenti e restrizioni all'accesso umanitario che ha portato alla carestia in Nord Darfur e, in diversi Stati, a focolai epidemici che mettono a rischio 3,4 milioni di bambini, mentre in tutto il paese più di 17 milioni dei 19 milioni di bambini in età scolare sono fuori dalla scuola, anche queste oggetto di attacchi indiscriminati.
Nonostante diversi Cessate il fuoco temporanei, ostilità e combattimenti continuano a mettere a rischio milioni di bambini, intrappolati nel fuoco incrociato o in fuga dalle loro case. Attacchi indiscriminati contro ospedali, scuole e servizi essenziali hanno colpito anche gli operatori umanitari, con veicoli e forniture – compresi quelli UNICEF – saccheggiati o distrutti. Grazie a presenza e partenariati sul campo, la risposta UNICEF è stata immediata, incluso a Khartum e nel Darfur, che sopporta oltre la metà delle violenze sui bambini. Nonostante tutto, l’UNICEF continua a operare in Sudan fornendo aiuti sanitari e nutrizionali, idrici e igienico-sanitari, per la protezione dell’infanzia e l’istruzione: milioni i bambini raggiunti nel primo anno di violenze, con protezione e interventi salvavita.
Per il Sudan, l'Appello d’Emergenza UNICEF ultimo aggiornato mira ad assistere oltre 12,9 milioni di persone con servizi integrati, di cui 8,9 milioni sono bambini. Tra questi, oltre 558.200 bambini in pericolo di vita con terapie per la malnutrizione, 2,9 milioni tra madri e bambini con assistenza medica, 8,9 milioni di persone per l’acqua e l’igiene. Tra i nostri obiettivi, raggiungere 3,4 milioni tra bambini e adulti con protezione e servizi per la salute mentale e supporto psicosociale, 2,8 milioni di bambini per l’accesso all’istruzione, 150.000 famiglie con sussidi d’emergenza in denaro e 5,2 milioni di persone con iniziative di mobilitazione sociale.
La strategia per la risposta in Sudan si articola su 3 piani di intervento: nelle zone di conflitto, per la fornitura di aiuti d’emergenza e servizi salvavita, negli Stati con forte afflusso di sfollati, per un’assistenza mirata a bambini in fuga e comunità ospitanti, in tutto il paese, per il sostegno ai sistemi che forniscono servizi essenziali. Nei paesi d’arrivo dei rifugiati, l’UNICEF opera per assicurare misure d’assistenza mirate per salute e nutrizione, acqua e igiene, protezione dell’infanzia ed istruzione sono dirette a bambini e famiglie in fuga dalle violenze.
L’Appello d’Emergenza UNICEF uper il Sudan stima necessari oltre 860 milioni di dollari, per la risposta alla drammatica crisi in atto attraverso programmi e interventi salvavita nei settori della protezione dell'infanzia, istruzione, salute, nutrizione, acqua e igiene e protezione sociale. Fondi indispensabili per sostenere misure salvavita per bambini e famiglie in Sudan, per alleviarne le sofferenze e preservarne dignità e diritti.
La crisi dei rifugiati siriani: tra le più gravi al mondo
Dopo ormai 14 anni dall’avvio del conflitto in Siria, la crisi dei rifugiati siriani rimane tra le più vaste al mondo: quasi 5 milioni i rifugiati in bisogno d’aiuto, di cui 3 milioni in Turchia, 774.700 in Libano, 621.200 in Giordania, 292.400 in Iraq, 58.406 in Egitto e 43.283 in Nord Africa. Se con i rifugiati si considerano le comunità che li ospitano nei vari paesi, più di 12,5 milioni di persone necessitano assistenza umanitaria, di cui oltre 5 milioni sono bambini. Un dramma ancor più amplificato dal terremoto del 6 febbraio 2023 in Turchia, con 1,8 milioni di rifugiati colpiti, dall’afflusso nella regione d’oltre 1 milione persone in fuga dal Sudan e dalle drammatiche ostilità che dallo Stato di Palestina hanno sconvolto il Libano.
Nei paesi più colpiti dall’emergenza, l'UNICEF opera per assistere sia i bambini rifugiati che vivono nei campi, in insediamenti informali e in contesti urbani – dove le famiglie hanno limitato l'accesso ad opportunità di lavoro dipendendo in larga misura dagli aiuti umanitari - sia i bambini delle comunità ospitanti, dove l’integrazione dei rifugiati è complicata dalla loro vulnerabilità socioeconomica. Il degrado ambientale, l'insicurezza idrica e gli effetti dei cambiamenti climatici incidono ulteriormente su risorse e infrastrutture disponibili, aggravando povertà e condizioni di bambini e famiglie, accrescendo ulteriormente i rischi di tensioni tra rifugiati e comunità ospitanti.
Per il 2025, miriamo ad assistere più di 2,9 milioni di persone, di cui 2,1 milioni bambini sotto i 18 anni, con programmi mirati in particolare in Turchia, Giordania ed Egitto ed appelli separati per Libano ed Iraq: attraverso interventi per l’accesso ad acqua e servizi igienico-sanitari, per la salute e la nutrizione infantile, per la protezione dell'infanzia, l’istruzione e la protezione sociale, con attività mirate per adolescenti e giovani. Insieme a tale risposta, l’UNICEF opera interventi d’emergenza sia in Siria sia nei paesi europei ad alto e medio reddito che ospitano i rifugiati giunti in Europa sin dal 2015 lungo la rotta del Mediterraneo orientale.
Tra i nostri obiettivi nei paesi più direttamente colpiti, per il 2025 miriamo a raggiungere 638.750 bambini e donne con assistenza medica e 90.525 bambini con diagnosi della malnutrizione, 1.153.000 persone con acqua sicura in quantità adeguate. Opereremo per la protezione dell’infanzia e servizi di salute mentale e sostegno psicosociale per 320.000 tra bambini e adulti, e per l’istruzione ordinaria o informale, incluso per la prima infanzia, d’oltre 1.234.700 bambini. Nel corso dell’anno, raggiungeremo 4.000 famiglie con sussidi d’emergenza in denaro per i bisogni primari e 2.690.000 persone con informazioni tempestive su come e dove accedere a servizi e salvavita.
La risposta dell’UNICEF dopo 13 anni di guerra è stata diretta tanto in Siria che all’assistenza dei rifugiati nei paesi d’accoglienza, con milioni di bambini e persone raggiunti. Per i programmi nei paesi colpiti dalla crisi in Siria, in particolare in Turchia, Giordania ed Egitto, l’Appello d’Emergenza UNICEF per il 2025 prevede necessari 282,3 milioni di dollari: per la risposta ai bisogni immediati sia dei rifugiati siriani che delle persone vulnerabili delle comunità ospitanti, con attenzione prioritaria ai bambini e alle madri e agli adulti che li hanno in cura.
Libano: i bambini vittime di violenze e privazioni
Dall'ottobre del 2023 la situazione in Libano ha subito un costante deterioramento, con un crescendo di violenze di cui i bambini sono le prime vittime. Le ostilità al confine tra Libano e Israele si sono intensificate progressivamente dopo le violenze del 7 ottobre in Israele e Stato di Palestina, con scontri sempre più frequenti, gravi e diffusi, ingenti danni alle infrastrutture civili e migliaia di morti e feriti. Dallo scorso 23 settembre, le ostilità hanno registrato un grave peggioramento in tutto il paese, con bombardamenti incessanti anche sulla capitale Beirut, sino al cessate il fuoco del 27 novembre, che ha portato una tregua al peggior conflitto degli ultimi decenni in Libano. Tra le vittime, più di 1.760 bambini, uccisi o feriti dall’avvio delle ostilità, nell’ottobre del 2023.
A causa del conflitto, 3,7 milioni di persone versano in bisogno di assistenza umanitaria, tra cui più di 1,3 milioni di bambini, 178.800 restano sfollate nei rifugi e 902.000 sono di ritorno nelle aree di origine in gran parte distrutte. Prima della tregua, 33.138 persone erano fuggite in Iraq e 620.000 in Siria, dove il cambio di governo del 7 dicembre sta dando luogo a movimenti di popolazione sovrapposti, sia in fuga verso il Libano che di ritorno da questo in Siria.
Per l’emergenza in atto, almeno 3 milioni di persone necessitano di acqua e igiene, 1,2 milioni di bambini di supporto nutrizionale, 600.000 tra donne e bambini di assistenza medica, 1,3 milioni di servizi di protezione, 1,3 milioni tra bambini e insegnati di supporto per l’istruzione. Già prima delle ultime violenze, il Libano affrontava una delle crisi più gravi della regione, per una profonda e prolungata emergenza economico-sociale, con le ostilità che hanno ridotto ulteriormente l'accesso della popolazione ai servizi essenziali: già nei primi 6 mesi di conflitto, l’impatto sui bambini del Libano risultava drammatico.
L’UNICEF è sul campo, per un supporto salvavita a bambini e famiglie vittime della crisi umanitaria, lanciando il 1° ottobre un Appello d’Emergenza per il paese, un piano mirato contro il colera ed uno per sostenere l'apertura e le attività delle scuole pubbliche. Per il 2025, l’Appello d’Emergenza dell'UNICEF stima necessari 658,2 milioni di dollari, per l’assistenza umanitaria a bambini e famiglie vittime del conflitto.
Attraverso il nostro Appello d’Emergenza, supporteremo le popolazioni sfollate e quelle in condizioni di vulnerabilità, per raggiungere con assistenza oltre 2,4 milioni di persone tra cui 840.000 bambini. In tutto il paese, stiamo potenziando i programmi di intervento, per l’assistenza a bambini e famiglie colpiti dal conflitto, incluso per i rifugiati siriani e palestinesi, vittime di una nuova emergenza. L’UNICEF adatterà strategia e portata dei programmi d’emergenza all'evoluzione della crisi, per assistere le popolazioni sfollate ancora nei rifugi, quelle di ritorno in aree in gran parte distrutte dal conflitto o quelle che restano in zone di difficile accesso. Parallelamente, saranno ricostituite le scorte d’emergenza, per il preposizionamento in località strategiche, a fronte di nuove crisi. In qualità di agenzia guida per i settori Acqua e Igiene, Nutrizione, Istruzione e Protezione dell'Infanzia, l'UNICEF garantirà forniture e servizi essenziali per i bambini e le famiglie più vulnerabili, operando anche attraverso interventi intersettoriali e nell'ambito del settore Sanità.
Tra i nostri obiettivi per il 2025 vi è assistere 2,4 milioni di persone con acqua potabile e 700.000 con servizi per l’igiene di base, assicurando a 600.000 tra bambini e donne servizi medici primari e vaccinazioni contro il morbillo per 244.000 bambini a rischio. Per la nutrizione infantile, assisteremo 261.900 bambini con diagnosi della malnutrizione e 356.000 con vitamina A, 180.000 adulti con bambini piccoli con consultorio sulla nutrizione per la prima infanzia, 230.000 donne incinte con prodotti nutrizionali. Per l’istruzione, 457.500 bambini saranno assisiti per la scuola ordinaria ed informale, 200.000 bambini sfollati con materiali per l’apprendimento. Per la protezione dell’infanzia, supporteremo 276.000 tra bambini ed adulti per la salute mentale e psicosociale, 300.000 tra ragazze e donne contro le violenze di genere, 500.000 persone per segnalare abusi da chi addetto all’assistenza. Oltre 600.000 persone saranno raggiunte con aiuti essenziali attraverso il nostro Sistema di risposta rapida, 465.000 con sussidi d’emergenza in denaro, procurando sussidi integrativi per 155.000 persone con familiari disabili.
Per il 2025, l’Appello d’Emergenza UNICEF stima necessari 658,2 milioni di dollari, per rispondere ai bisogni di oltre 2,4 milioni tra sfollati, persone delle comunità ospitanti o di aree a rischio, inclusi i rifugiati siriani e palestinesi: tra le famiglie da raggiungere con aiuti salvavita, almeno 840.000 bambini. Assistenza mirata sarà fornita attraverso programmi per Sanità, Nutrizione, Acqua e Igiene, Protezione dell’Infanzia, Istruzione, Protezione Sociale e altri interventi intersettoriali, mantenendo i piani di preparazione per la risposta al rischio di nuove emergenze.
LIBANO_20-12-2024- Quadro dell'Emergenza. La risposta dell'UNICEFpdf / 432 kb
DownloadLIBANO - Appello d’Emergenza UNICEF HAC 2025_Dicembre 2024pdf / 528 kb
DownloadLIBANO - Appello d’Emergenza UNICEF HAC 2024_Ottobre 2024pdf / 526 kb
DownloadLIBANO – Piano di preparazione e risposta alla crisi_UNICEF RPP 2024_Luglio 2024pdf / 350 kb
DownloadAfrica Occidentale e Centrale
Nella regione Africa Occidentale e Centrale, operiamo attraverso 24 Uffici Paese coordinati dall’Ufficio Regionale di Dakar, in Senegal, con programmi contro la mortalità infantile, per promuovere lo sviluppo dell’infanzia, garantire l’accesso all’acqua e all’igiene, migliorare l’istruzione dei bambini, responsabilizzare e proteggere gli adolescenti, costruire resilienza e inclusione sociale. La regione, che ospita oltre 403 milioni di persone, di cui la metà bambini, sperimenterà nei prossimi decenni un forte aumento della popolazione infantile e giovanile: una transizione demografica che offre opportunità di sviluppo, ma anche sfide enormi contro povertà ed emergenze.
Oggi i bambini africani sono tra i più a rischio per i cambiamenti climatici - 16 dei 24 paesi della regione sono tra i 30 paesi al mondo dove più gravi sono i pericoli di cambiamento climatico per l’infanzia - ma, ciò nonostante, restano trascurati dai flussi di finanziamento per il clima e l’ambiente. Conflitti molteplici e brutalità diffuse sono causa di spostamenti di popolazioni su larga scala, con emergenze sanitarie complesse, insicurezza alimentare e crisi climatiche che accrescono i rischi per l’infanzia: nella regione, più di 46 milioni di bambini versano in bisogno di assistenza umanitaria integrata e multisettoriale.
Drammatici i numeri della crisi a livello regionale: 7,1 milioni di persone risultano in bisogno di assistenza medica, 3,5 milioni di supporto nutrizionale e 905.000 d’accesso ad acqua sicura, con 2,3 milioni di bambini che necessitano supporto per l’istruzione e 775.000 di servizi di protezione dell’infanzia. Dati cui si aggiungono quelli causati da crisi umanitarie complesse nei singoli paesi della regione o da emergenze che accomunano più paesi, come per il Sahel.
Solo per le violenze nel Sahel, le gravi violazioni contro i bambini sono aumentate del 70%: dall’inizio delle violenze, i dati riportano 14 milioni di bambini in pericolo, 16,8 milioni a rischio per malnutrizione e 190 milioni per la catastrofe idrica nella regione, con ben 11 paesi in emergenza. Nell’intera regione, alla crisi del Sahel si sommano emergenze in cui conflitti, sfollamenti, disastri naturali ed epidemie come morbillo, polio, colera ed Ebola, cui si aggiunge l’ultima per il vaiolo Mpox, alimentano crisi umanitarie spesso dimenticate. Come quella nella Repubblica Democratica del Congo, in Burkina Faso tra violenze e cambiamenti climatici, o quella in diverse regioni della Nigeria. Solo alcune delle emergenze che costringono i Bambini in Fuga.
Repubblica Democratica del Congo: tra le emergenze più complesse al mondo
La Repubblica Democratica del Congo è tra le crisi umanitarie più complesse e prolungate al mondo. E tra le più dimenticate. Oltre 25,4 milioni di persone, tra cui 14,9 milioni di bambini, necessitano assistenza umanitaria, vittime di conflitti armati e violenze brutali, focolai epidemici ed emergenze nutrizionali, eventi naturali estremi e disastri climatici ricorrenti, che insieme aggravano povertà cronica, fragilità sistemiche e vulnerabilità estrema dei bambini e della popolazione.
Il paese registra il più alto numero di Gravi violazioni dei diritti dell’infanzia accertate dalle Nazioni Unite a livello globale, ed una tra le più gravi crisi di popolazioni sfollate dell'Africa: oltre 7,2 milioni gli sfollati nel paese, il numero più alto di sempre, con violenze che nell’est hanno raggiunto dimensioni sconcertanti, e i bambini ancora più in pericolo per una grave epidemia di colera e per l’emergenza da vaiolo Mpox, dove i bambini sono il 60% dei casi e l’80% delle morti, e contro cui l’UNICEF ha lanciato un piano di risposta globale.
Nel paese, l’UNICEF mira a raggiungere più di 11,1 milioni di persone, tra cui 8,7 milioni di bambini, con assistenza umanitaria integrata ed interventi salvavita, rafforzando al contempo resilienza comunitaria e coesione sociale, attraverso interventi a lungo termine. La prevenzione di sfruttamento e abusi sessuali, e il contrasto alle violenze di genere, saranno parte integrante di tutti gli interventi sul campo.
Tra gli obiettivi della nostra risposta umanitaria, miriamo ad assistere con terapie di cura oltre 933.500 bambini in pericolo di vita per Malnutrizione Acuta Grave, vaccinare 2 milioni di bambini contro il morbillo, fornire acqua sicura in quantità adeguate a più di 2,4 milioni di persone. Per la protezione dell’infanzia, assisteremo 1,2 milioni tra bambini e adulti che li hanno in cura per la salute mentale e con supporto psicosociale, sosterremo l’accesso di 393.500 bambini all’istruzione ordinaria, informale e prescolare.
L’Appello d’Emergenza UNICEF ultimo aggiornato stima necessari 804,3 milioni di dollari per una risposta umanitaria multisettoriale e integrata, per far fronte ai bisogni impellenti dei bambini della Repubblica democratica del Congo. Finanziamenti tempestivi e flessibili nell’utilizzo saranno essenziali per poter raggiungere i bambini più vulnerabili, colpiti da un crisi drammatica e dimenticata.
RD CONGO - Appello d’Emergenza UNICEF HAC 2024_Dicembre 2023pdf / 663 kb
DownloadMali: un’emergenza multidimensionale
Il Mali vive una crisi multidimensionale alimentata da fenomeni combinati quali insicurezza diffusa e sfollamento di civili, instabilità politica, crisi socioeconomica e cambiamenti climatici, con un aumento senza precedenti dei bisogni umanitari nel paese. Fattori per i quali 8,8 milioni di persone risultano in bisogno di assistenza d’emergenza, oltre il 40% della popolazione, di cui oltre 4,7 milioni sono bambini sotto i 18 anni.
Il paese assiste ad un crescendo di violenze senza precedenti, ad un aumento degli attacchi contro i civili e a condizioni simili all’assedio imposte da gruppi armati in diverse città, con la partenza del contingente di pace dell’ONU MINUSMA che ha portato a nuove ostilità. Già nel 2023, oltre 2,3 milioni di persone erano in condizioni di insicurezza alimentare, un milione di bambini a rischio di Malnutrizione Acuta,con circa 275.700 bambini in forma Grave e in pericolo di vita.
Adattando i programmi di intervento alle nuove sfide operative, l'UNICEF ha rafforzato in Mali la propria presenza sul campo. Nel paese, l’obiettivo è raggiungere con assistenza umanitaria integrata 3,8 milioni di persone, di cui 3,3 milioni sono bambini, attraverso i settori della salute e della nutrizione, della protezione dell’infanzia, dell’istruzione, per l’acqua potabile e i servizi igienico-sanitari di base.
Tra i nostri obiettivi, vaccinare oltre 2,2 milioni di bambini contro il morbillo e a inserire in terapia nutrizionale più di 201.200 bambini in pericolo di vita per Malnutrizione Acuta Grave. Forniremo accesso ad acqua sicura in quantità adeguate ad oltre 523.500 persone, assistendo per la salute mentale e con supporto psicosociale 384.700 tra bambini e adulti che li hanno in cura e 300.000 scolari per l’istruzione ordinaria e informale, inclusa la prescolare.
L’Appello d’Emergenza UNICEF ultimo aggiornato per il Mali stima necessari oltre 133,5 milioni di dollari, per raggiungere con assistenza umanitaria integrata ed accesso ai servizi essenziali i bambini e le comunità vulnerabili colpiti da un’emergenza complessa e composita.
MALI - Appello d’Emergenza UNICEF HAC 2024_Dicembre 2023pdf / 855 kb
DownloadNigeria: emergenza in diverse regioni del paese
In Nigeria, circa 8,7 milioni di persone sono vittime di violenze e conflitti in diverse regioni del paese: di queste, oltre 4,5 milioni sono bambini in disperato bisogno d'assistenza umanitaria. Milioni di persone sono in fuga, con un’insicurezza alimentare e una malnutrizione su livelli allarmanti, aggravate da epidemie e malattie infantili, con condizioni idriche e igienico-sanitarie in costante deterioramento: 2 milioni gli sfollati solo nel nord-est, dove 1 milione di bambini hanno perso la scuola a causa del conflitto, il cui impatto economico risulta devastante.
Nel nord-est del paese, oltre 7,7 milioni di persone risultano colpite da ormai 15 anni di conflitto armato, di cui il 60% sono bambini. Altre 474.000 persone sono vittime di violenze diffuse, banditismo e rapimenti nel nord-ovest della Nigeria, 489.000 di scontri tra comunità di agricoltori e pastori nella regione centro-settentrionale. Considerando le diverse zone in emergenza, oltre 3 milioni di bambini risultano sfollati, 2,6 milioni affetti da Malnutrizione Acuta Grave ed in pericolo di vita. Nel paese, 2,2 milioni di bambini non hanno ricevuto una singola dose di vaccino contro le malattie infantili. E dopo 10 anni dal rapimento di Chibok, l’UNICEF richiama l’impegno a proteggere l’istruzione nel paese.
In Nigeria, miriamo a raggiungere con assistenza umanitaria 4,8 milioni di persone, di cui 3,4 milioni di bambini, con interventi integrati per salute e nutrizione, acqua e igiene, servizi di protezione dell'infanzia e per l’istruzione, di protezione sociale, mobilitazione comunitaria e di risposta rapida alle emergenze, in aiuto dei bambini e delle famiglie più colpiti dalla crisi.
Tra i nostri obiettivi, raggiungere 3,2 milioni di madri e bambini con assistenza medica primaria e con terapie nutrizionali più di 861.600 bambini in pericolo di vita per Malnutrizione Acuta Grave. Più di 866.400 persone saranno sostenute per l’accesso ad acqua sicura in quantità adeguate, 259.000 tra bambini e adulti che li hanno in cura con supporto psicosociale e per la salute mentale, 640.000 scolari per l’accesso all’istruzione ordinaria, informale e prescolare.
L’Appello d’Emergenza UNICEF ultimo aggiornato per la Nigeria prevede necessari più di 214,7 milioni di dollari, per un’assistenza multisettoriale alle popolazioni colpite da conflitto ed emergenze in diverse regioni del paese, attraverso sistemi di risposta rapida e con un’attenzione particolare alle condizioni di genere.
NIGERIA - Appello d’Emergenza UNICEF HAC 2024_Dicembre 2023pdf / 830 kb
DownloadAfrica Orientale e Meridionale
Nella regione operativa dell’Africa Orientale e Meridionale, dove i bambini sotto i 18 anni costituiscono quasi la metà della popolazione, interveniamo con 21 Uffici Paese coordinati dall’Ufficio Regionale di Johannesburg, in Sudafrica, in un’area geograficamente molto diversificata, che si estende dal Mar Rosso al Capo di Buona Speranza. Nella regione si trovano alcuni dei paesi più poveri al mondo e tra i più ricchi del continente, dove però i progressi incontrano disuguaglianze impressionanti, aggravate da significative sfide di carattere socioeconomico.
Nella regione, la vita di 51 milioni di bambini è minacciata da conflitti armati e sfollamenti ripetuti di popolazioni, epidemie ricorrenti, disastri naturali e crisi climatiche che, intensificate da El Niño, hanno condotto ad alluvioni e siccità senza precedenti. Quasi 12 milioni gli sfollati e 4,6 milioni i rifugiati nella regione per i conflitti in Sudan e nella Repubblica Democratica del Congo, 25,2 milioni le persone in bisogno di assistenza medica, 10 milioni di supporto nutrizionale e 19,7 milioni d’accesso ad acqua sicura. Ben 10,3 milioni i bambini che necessitano servizi di protezione e 15,5 milioni di supporto per l’accesso alla scuola.
A causa di siccità e crisi climatica, quasi 300.000 bambini sono in pericolo di vita per malnutrizione in 6 paesi dell’Africa meridionale, mentre in altre zone 1 milione di persone sono colpite da piogge senza precedenti. L’impatto climatico aggrava conflitti e disordini civili, crisi economiche e nutrizionali, con 2,78 milioni di bambini affetti da Malnutrizione Acura Grave e a rischio di morte, insieme a sfollamenti di massa ed emergenze sanitarie complesse, come per il colera in 13 paesi dell’area o per il vaiolo Mpox, per cui l’UNICEF ha lanciato un piano di risposta globale.
L'UNICEF assicura servizi salvavita per bambini, donne e famiglie colpite da emergenze composite, tra cui le popolazioni che vivono in campi profughi e sfollati in condizioni di estrema vulnerabilità. Tra le nostre le priorità, la preparazione e la risposta ad emergenze causate da conflitti e disastri naturali sempre più frequenti, in paesi molto diversi tra loro, come l’Etiopia, la Somalia e il Sud Sudan, accomunati da crisi umanitarie che tutte costringono i Bambini in Fuga.
Etiopia: un’emergenza tra conflitti armati e cambiamenti climatici
In tutta l'Etiopia, la condizione di bambini e donne è a grave rischio a causa di emergenze umanitarie concomitanti, tra conflitti armati e violenze diffuse, siccità e disastri legati ai cambiamenti climatici, epidemie molteplici ed emergenze sanitarie, spostamenti di popolazioni e afflussi di rifugiati su larga scala. Un quadro di alta complessità, in cui 21,4 milioni di persone, di cui 12 milioni bambini, quasi 4,5 milioni di sfollati ed oltre 1 milione tra rifugiati e richiedenti asilo versano in bisogno di assistenza umanitaria. In aggiunta, più di 8 milioni di bambini sono privati della scuola, in maggioranza in zone di conflitto, quasi 894.700 sono in pericolo di vita per grave malnutrizione.
A causa dei conflitti in atto in molte regioni dell’Etiopia tra cui Afar, Amhara Oromia, fortemente limitato risulta l’accesso umanitario agli sfollati, le cui condizioni sono aggravate da disastri climatici alimentati dagli andamenti metereologici de El Niño, che variano da forti alluvioni in alcune regioni ad una pesante siccità in altre, con 24 a serio rischio. Condizioni in cui bambini e famiglie versano in stato di insicurezza alimentare e sono esposte ad epidemie di colera, morbillo, malaria e dengue. Anche nel Tigray, nonostante l’accordo di pace di fine 2022, i bisogni umanitari risultano notevoli, con circa 1 milione di persone sfollate in condizioni terribili ed alti livelli di insicurezza alimentare e malnutrizione.
Attraverso il nostro Appello d’Emergenza, per il 2025 programmiamo un’assistenza umanitaria integrata per 10,5 milioni di persone tra cui 8 milioni di bambini. Tra gli interventi, forniremo assistenza medica e terapie contro la malnutrizione, acqua potabile tramite autobotti e sistemi idrici ad energia solare, sosterremo l’istruzione dei bambini senza accesso alla scuola e diverse misure di protezione dell’infanzia, inclusa la smobilitazione e il reinserimento dei bambini associati a gruppi armati. In tutto il paese, sosterremo la resilienza delle comunità più a rischio per l’impatto di conflitti, dei cambiamenti climatici o per il colera.
Tra i nostri obiettivi, garantiremo assistenza medica a 2,8 milioni di donne e bambini e diagnosi nutrizionale per 4,7 milioni di bambini a rischio di grave malnutrizione, forniremo acqua sicura in quantità adeguate ad oltre 3,8 milioni di persone. Oltre 168.400 tra bambini e adulti che li hanno in cura saranno assistiti per la salute mentale e con sostegno psicosociale, 600.900 bambini per l’istruzione ordinaria o informale, inclusa la prescolare. Nel corso dell'anno, supporteremo 500.000 famiglie per l’assistenza sociale ed oltre 33,1 milioni tra adulti e bambini con informazioni per l’accesso ai servizi essenziali.
Per il 2025, l’Appello d’Emergenza UNICEF per l’Etiopia stima necessari 493,2 milioni di dollari, per piani di preparazione contro il rischio di potenziali emergenze ed una risposta integrata alle emergenze causate da conflitti, cambiamenti climatici e siccità nelle diverse regioni del paese, con attenzione prioritaria ai bambini più vulnerabili e alle popolazioni difficili da raggiungere.
ETIOPIA - Appello d’Emergenza UNICEF HAC 2025_Dicembre 2024pdf / 640 kb
DownloadSomalia: i bambini i più colpiti da crisi climatica e conflitti
In Somalia, nonostante una maggiore stabilità in alcune aree del paese, 6,9 milioni di persone necessitano assistenza per un’emergenza umanitaria complessa, causata conflitti e sfollamento di popolazioni, siccità e disastri climatici, malattie infettive e povertà: delle persone in bisogno, 4,3 milioni sono bambini e 1,1 milioni donne e ragazze. A complicare l'attuazione di soluzioni durature, la continua crescita degli sfollati, con 4,1 milioni di persone colpite, il rischio di epidemie come il colera, 1,5 milioni di bambini non vaccinati e 4,9 milioni senza accesso alla scuola primaria.
In tale contesto, le scarse precipitazioni previste per gli andamenti meteorologici de La Niña prospettano un aumento delle persone in crisi alimentare fino a 4,4 milioni, e del numero di bambini affetti da Malnutrizione Acuta ad 1,6 milioni nel corso del 2025, di cui 403.000 nella forma Grave con immediato pericolo di vita. Un’emergenza in cui circa 6,6 milioni di persone soffrono una drammatica carenza d'acqua e dove il conflitto tra governo, il gruppo armato Al-Shabaab e milizie locali limitano l’accesso umanitario e accrescono i rischi di gravi violazioni sull’infanzia.
Nel quadro dell’Appello d’Emergenza UNICEF, per il 2025 miriamo a fornire assistenza umanitaria integrata a più di 1,8 milioni di persone, di cui oltre 1,1 milioni sono bambini. Opereremo per fornire assistenza medica e nutrizionale, il necessario per l’acqua e l’igiene, misure di protezione dell’infanzia e contro le violenze di genere, sostegno per l'accesso all’istruzione. Attraverso piani di preparazione e risposta alle emergenze, e il coinvolgimento dei partner locali, espanderemo la fornitura di servizi essenziali per le popolazioni sfollate e a rischio colera, soprattutto nelle aree di difficile accesso.
Tra i nostri obiettivi, forniremo assistenza medica di base per 1,1 milioni tra bambini e donne e terapie nutrizionali per oltre 403.000 bambini in pericolo di vita per Malnutrizione Acuta Grave. Più di 1,8 milioni di persone saranno raggiunte con forniture essenziali per l’acqua e l’igiene, oltre 168.000 bambini e adulti con servizi per la salute mentale e il supporto psicosociale, 2,2 milioni di bambini con aiuti scolastici individuali per l’istruzione. Nel corso dell'anno, più di 25.000 famiglie saranno supportate con sussidi d’emergenza in denaro finanziati dall’UNICEF, 11 milioni tra adulti e bambini con informazioni per l’accesso ai servizi essenziali.
Per la Somalia, l’Appello d’Emergenza UNICEF per il 2025 prevede necessari 171 milioni di dollari, per un’assistenza integrata a bambini e famiglie vittime delle varie emergenze che colpiscono il paese, tra conflitti, cambiamenti climatici, siccità ed insicurezza alimentare, supportando l'accesso a servizi vitali per l’acqua l’igiene, l’assistenza medica e nutrizionale, le opportunità di apprendimento, la protezione dei minori e la risposte alla violenza di genere.
SOMALIA - Appello d’Emergenza UNICEF HAC 2025_Dicembre 2024pdf / 522 kb
DownloadSud Sudan: conflitti, cambiamenti climatici e insicurezza diffusa
Il Sud Sudan affronta vulnerabilità ed esigenze umanitarie crescenti a causa di conflitti, cambiamenti climatici e insicurezza diffusa, con un’instabilità perdurante ormai dalla sua indipendenza, nel 2011. Violenze, inondazioni persistenti ed epidemie diffuse, insicurezza alimentare e nutrizionale continuano ad acuire i bisogni dei più vulnerabili, in primo luogo i bambini, in un contesto di crisi economica e povertà: nel paese, 9 milioni di persone necessitano assistenza umanitaria, tra cui 4,9 milioni di bambini e 2,2 milioni tra donne e ragazze.
Costanti le crisi di sfollamento e i movimenti di popolazioni sia nel paese sia transfrontalieri, che mettono a dura prova risorse, mezzi di sussistenza e servizi di base inadeguati: oltre 2 milioni le persone sfollate in Sud Sudan, cui si aggiungono più di 826.000 persone in fuga dal Sudan. Di queste, 2/3 sono sud sudanesi che vi erano rifugiati e 415.000 bambini, oltre la metà delle persone in fuga dalle violenze. Tutte popolazioni in bisogno di assistenza e soluzioni a lungo termine, con rischi di protezione per donne e bambini e tensioni crescenti tra le comunità.
Nel quadro dell’Appello d’Emergenza UNICEF per il 2025, miriamo a raggiungere con assistenza integrata 5,7 milioni di persone tra cui 3,6 milioni di bambini in condizioni di forte vulnerabilità, attraverso strategie dirette al coinvolgimento delle comunità locali, piani di preparazione e risposta alle emergenze e per l’adattamento ai cambiamenti climatici. Per una risposta integrata, opereremo interventi umanitari nei settori sanità e nutrizione, acqua e igiene, protezione dell’infanzia ed istruzione, e per il supporto comunitario e la protezione sociale di bambini e famiglie vulnerabili.
Tra i nostri obiettivi, raggiungere 720.000 persone colpite da emergenze sanitarie con assistenza medica e 397.200 bambini in pericolo di vita per Malnutrizione Acuta Grave con terapie nutrizionali. Opereremo per l’accesso d’oltre 700.000 persone a quantità adeguate di acqua sicura, e per fornire assistenza di salute mentale e supporto psicosociale per 103.100 tra bambini e adulti che li hanno in cura. Quasi 602.700 bambini saranno sostenuti per l’istruzione ordinaria o informale, inclusa la prescolare, oltre 3 milioni di persone con informazioni tempestive per l’accesso a servizi vitali e 12.000 famiglie con sussidi d’emergenza in denaro finanziati dall'UNICEF.
L’Appello d’Emergenza UNICEF per il 2025 prevede necessari 278,1 milioni di dollari per la risposta umanitaria alle emergenze complesse e concomitanti che colpiscono il Sud Sudan, attraverso misure e settori di intervento integrati: attenzione particolare sarà rivolta sia alle aree difficili da raggiungere colpite da crisi come inondazioni, conflitti, epidemie e sfollamento, sia allo sviluppo di strategie sostenibili nel lungo termine, per rafforzare la resilienza delle persone in bisogno d’assistenza.
SUD SUDAN - Appello d’Emergenza UNICEF HAC 2025_Dicembre 2024pdf / 846 kb
DownloadAsia Meridionale
Nella regione operativa dell'Asia Meridionale lavoriamo attraverso 8 Uffici Paese coordinati dall’Ufficio Regionale di Kathmandu, in Nepal, nel quadro di contesti molto differenti per condizioni di sviluppo e dove grandi sono le diseguaglianze: se alcuni paesi hanno raggiunto risultati impressionanti per l’infanzia, enormi disparità persistono, con milioni di bambini vittime di povertà e discriminazioni, legate anche alla condizione di genere o all'etnia.
Nella regione, 87 milioni di persone sono in bisogno di assistenza umanitaria, tra cui più di 47 milioni di bambini, per gravi crisi economiche e nutrizionali, emergenze di salute pubblica, complesse crisi politiche e di popolazioni rifugiate. A causa dei disastri naturali indotti dai cambiamenti climatici, 460 milioni di bambini sono esposti a temperature estremamente alte, 3 bambini su 4 , ed oltre 6 milioni sono a rischio per le inondazioni causate dalle ultime piogge torrenziali, con alluvioni improvvise e frane che hanno flagellato Afghanistan, Bangladesh, India, Nepal e Pakistan. In tutta l'Asia meridionale, 659 milioni di bambini rimangono a rischio da crisi umanitarie, il più alto numero di qualsiasi altra regione del mond
Il nostro obiettivo è salvare le vite dei bambini più vulnerabili, difendere i loro diritti nei diversi contesti di riferimento, realizzare il loro potenziale contro ogni discriminazione. E difenderli dalle emergenze: come quella per la crisi in Afghanistan, tra le più gravi al mondo, o per i cambiamenti climatici in Pakistan e in Bangladesh, dove gli effetti di questi ultimi aggravano le condizioni del paese e dei rifugiati Rohingya, acuendo la vulnerabilità di tutti i Bambini in Fuga.
Pakistan: tra cambiamenti climatici e crisi umanitarie
A causa di disastri naturali ricorrenti e crisi emergenziali causate dall'uomo, in Pakistan più di 38,2 milioni di persone sono in bisogno d’assistenza umanitaria, esposte ai pesanti effetti dei cambiamenti climatici, ad una prolungata emergenza nutrizionale e a gravi crisi alimentari e sanitarie: di queste, oltre 24,7 milioni sono bambini. Più di 33 milioni le vittime dalle catastrofiche inondazioni del 2022, di cui la metà bambini, con molti dei distretti colpiti nuovamente sconvolti dalle ultime piogge monsoniche, che aggravano vulnerabilità preesistenti e accesso limitato ai servizi essenziali.
Nel paese, la presenza di circa 3 milioni di afgani in condizione di grave vulnerabilità, di cui quasi la metà bambini, mette ulteriormente a dura prova le condizioni delle comunità ospitanti e i già fragili servizi del Pakistan, che registra una pesante crisi alimentare e tassi di Malnutrizione Acuta sopra i livelli d’emergenza. Un contesto in cui profonde disuguaglianze, disastri naturali distruttivi ed un inquinamento dell’aria su livelli record espongono milioni di bambini vulnerabili a seri rischi in tutto il paese, che figura tra i più a rischio al mondo per i cambiamenti cimatici.
Attraverso il nostro Appello d'Emergenza per il 2025, miriamo ad assistere 5,5 milioni di persone tra cui 3,5 milioni di bambini, da raggiungere con interventi umanitari nei settori salute e nutrizione, acqua e igiene, istruzione e protezione dell’infanzia, informazione, sensibilizzazione e mobilitazione comunitaria.
Tra i nostri obiettivi vi è garantire assistenza medica per 1,4 milioni di donne e bambini e terapie nutrizionali per più di 256.500 bambini in pericolo di vita per Malnutrizione Acuta Grave. Forniremo accesso ad acqua sicura per oltre 760.960 persone e sosterremo l’istruzione ordinaria e informale, inclusa la prescolare, per 220.000 bambini a rischio esclusione. Nel corso dell’anno, raggiungeremo più di 143.500 tra bambine, bambini ed adulti con sostegno psicosociale e per la salute mentale, ben 4,4 milioni con informazioni tempestive su come e dove accedere a servizi vitali, 1,3 milioni di persone con iniziative di sensibilizzazione e mobilitazione comunitaria.
Per il 2025, l’Appello d’Emergenza UNICEF prevede necessari 135,6 milioni di dollari, per fornire assistenza umanitaria salvavita e protezione integrata con attenzione prioritaria ai bambini e alle famiglie più a rischio. Grande attenzione sarà posta sull'emergenza nutrizionale: senza fondi adeguati, non saranno possibili cure e forniture essenziali per i bambini in pericolo di vita per grave malnutrizione, con seri rischi di un aumento della mortalità sotto i 5 anni ma anche della malnutrizione cronica e dei ritardi dello sviluppo.
PAKISTAN - Appello d’Emergenza UNICEF HAC 2025_Dicembre 2024.pdfpdf / 737 kb
DownloadBangladesh: cambiamenti cimatici e rifugiati Rohingya
Il Bangladesh, tra i paesi più densamente popolati al mondo, vive crisi molteplici e concomitanti, quali disordini civili, emergenze di salute pubblica e disastri legati al cambiamento climatico: 18,4 milioni le persone colpite da inondazioni e cicloni devastanti, oltre 7,9 milioni quelle in bisogno d’assistenza umanitaria, inclusi 3,2 milioni di bambini e oltre 1 milione di rifugiati Rohingya, di cui la metà minori. Pesanti gli effetti dei disastri climatici, come per le ultime gravi inondazioni nell’est del paese ed il ciclone Remal nel nord che, insieme, hanno colpito 13 milioni di persone, di cui 5 milioni bambini.
In queste condizioni, si protrae la crisi dei rifugiati Rohingya in Bangladesh, il cui numero ha raggiunto quasi 1.005.000 persone, costrette a vivere in campi sovraffollati del distretto di Cox’s Bazar e Bhasan Char, dopo la fuga di massa dalle violenze in Myanmar nell’agosto del 2017. Popolazioni che, a dispetto della riduzione dei finanziamenti internazionali per l’emergenza, restano pesantemente dipendenti dagli aiuti umanitari, per la loro sopravvivenza e condizioni di vita: più della metà sono bambini, costretti a crescere nel campo profughi più grande al mondo.
Attraverso il nostro Appello d’Emergenza per il 2025, miriamo a raggiungere 2,1 milioni di persone, tra cui 847.200 bambini, con assistenza umanitaria nei settori della sanità e nutrizione, dell’acqua e igiene, della protezione dell'infanzia e dell’istruzione: per i rifugiati, le comunità ospitanti e nei distretti colpiti da inondazioni e cicloni. L’UNICEF continuerà a fornire servizi salvavita per i bambini e le famiglie Rohingya, sostenendo le comunità che li ospitano con interventi mirati.
Tra i nostri obiettivi, assicurare assistenza medica ad oltre 578.300 donne e bambini e terapie nutrizionali a 24.800 bambini in pericolo di vita per Malnutrizione Acuta Grave. Raggiungeremo con acqua sicura più di 1,7 milioni di persone e 1,1 milione tra bambini e adulti con sostegno psicosociale e per la salute mentale. Oltre 278.000 bambini saranno sostenuti per l’accesso all’istruzione ordinaria o informale, inclusa la prescolare. Per l’assistenza alla comunità più a rischio, 4,3 milioni di persone saranno raggiunte con messaggi di prevenzione e per l’accesso ai servizi, 675.500 con attività di sensibilizzazione e mobilitazione comunitaria.
Per il 2025, l’Appello d’Emergenza UNICEF prevede necessari 188,2 milioni di dollari, per un’assistenza umanitaria integrata alle popolazioni rifugiate, le comunità ospitanti e per altre persone a rischio inondazioni, cicloni, ed emergenze sanitarie, con attenzione prioritaria ai bambini e alle donne più vulnerabili. Fondi essenziali per la risposta umanitaria nei vari settori, anche alla luce dell’estensione delle responsabilità di intervento dell'UNICEF per il 2025.
BANGLADESH - Appello d’Emergenza UNICEF HAC 2025_Dicembre 2024pdf / 827 kb
DownloadAsia Orientale e Pacifico
Nella regione operativa dell’Asia Orientale e Pacifico interveniamo attraverso 14 Uffici Paese coordinati dall’Ufficio Regionale di Bangkok, in Thailandia, nel quadro di un contesto estremamente diversificato, con alcune delle economie più dinamiche del mondo e paesi decisamente meno sviluppati, dove tra le varie sfide figura l’impatto sempre più pesante del cambiamento climatico.
La regione rimane tra le più soggette ai disastri naturali, con bambini e famiglie esposti a catastrofi ambientali multiple, causate da terremoti ed eruzioni vulcaniche, cicloni e alluvioni, inondazioni e siccità, ed altri eventi meteorologici estremi indotti dai cambiamenti climatici, sempre più frequenti e concomitanti. Come per il Tifone Yagi, con 5,3 milioni di persone colpite, tra cui gli ultimi dati riportano oltre 1,5 milioni di bambini. Tutto ciò in un contesto spesso caratterizzato da alti livelli di inquinamento atmosferico e aggravato da conflitti sociopolitici e disordini civili, con milioni di persone colpite ogni anno da emergenze umanitarie di diversa natura.
I nostri programmi si estendono dalla Mongolia a nord a Tonga a sud, in un’area in cui ogni anno nascono oltre 30 milioni di bambini. L’obiettivo dell'UNICEF è tanto promuovere i loro diritti che proteggerli dalle emergenze che costringono i Bambini in Fuga: come quella in Myanmar, per il conflitto che ha ridotto milioni di persone alla condizione di sfollati costringendone decine di migliaia a rifugiarsi nei paesi vicini, e per le tensioni e le violenze all’origine della crisi dei rifugiati Rohingya in Bangladesh.
Myanmar: una crisi umanitaria in costante peggioramento
Il Myanmar vive una grave crisi umanitaria in costante peggioramento, a causa dell'aggravarsi del conflitto, di disastri climatici ricorrenti e di emergenze di sanità pubblica diffuse. Nel paese, oltre 1/3 della popolazione, 19,9 milioni di persone, versa in bisogno di assistenza umanitaria, tra cui oltre 6,4 milioni di bambini. A causa del conflitto, 3,4 milioni di persone risultano sfollate e 66.100 rifugiate, oltre 1 milione sono state colpite dal tifone Yagi del settembre 2024. Emergenze che, con una situazione economica in peggioramento e tensioni interne perduranti, gravano sulle popolazioni più vulnerabili, tra cui i Rohingya, apolidi e privi di nazionalità e diritti.
Drammatica la condizione dei bambini e le Gravi violazioni dei diritti dell’infanzia, a causa di attacchi aerei indiscriminati su scuole ed ospedali, per l’uso di bambini nei gruppi armati, di armi pesanti e ordigni esplosivi: triplicate le vittime causate dalle mine, di cui oltre il 20% sono bambini. Un’ emergenza aggravata dalle difficoltà d’accesso ai servizi essenziali, soprattutto per gli sfollati, le persone più vulnerabili o che si trovano in aree difficili da raggiungere: nel paese, la mortalità sotto i 5 anni è la più altra della regione, 1 milione di bambini non sono stati vaccinati, 1/3 è privo d’accesso alla scuola.
Per il 2025, obiettivo del nostro appello d’emergenza è raggiungere 4,1 milioni di persone tra cui 3 milioni di bambini con un’assistenza integrata nei settori fondamentali per salute, nutrizione, acqua e igiene, protezione dell’infanzia, istruzione e protezione sociale, attraverso anche interventi di sensibilizzazione e mobilitazione comunitaria.
Tra i nostri obiettivi, forniremo assistenza medica per 400.000 tra donne e bambini, vaccineremo 800.000 bambini contro il morbillo assicurando a 450.000 diagnosi contro la malnutrizione. Nel corso dell’anno, raggiungeremo 1 milione di persone con forniture per l’acqua e l’igiene, 400.00 con acqua potabile e 350.000 con sevizi igienico-sanitari. Per la protezione dell’infanzia, sostegno psicosociale e per la salute mentale verrà assicurato a 552.000 tra bambini e adulti, più di 910.000 bambini saranno assistiti per l’istruzione ordinaria e informale, inclusa la prescolare. Oltre 102.100 famiglie saranno supportate con sussidi d’emergenza in denaro, 3 milioni di persone con messaggi di prevenzione dei rischi e per l’accesso ai servizi essenziali.
Per il 2025, l’Appello d’Emergenza UNICEF per il Myanmar stima necessari 286,4 milioni di dollari, per rispondere ai bisogni umanitari dei bambini più vulnerabili del paese, attraverso interventi d’assistenza integrati e per l’accesso ai servizi essenziali. I fondi necessari tengono conto del contesto operativo in rapida evoluzione e delle sfide logistiche causate da conflitto, disastri climatici e difficoltà d’accesso, per cui fondamentali risultano risorse flessibili nell’utilizzo che, nel 2024, hanno permesso di rispondere a disastri improvvisi, epidemie ed altre molteplici emergenze.
MYANMAR - Appello d’Emergenza UNICEF HAC 2025_Dicembre 2024pdf / 839 kb
DownloadAmerica latina e Caraibi
Nella regione operativa dell’America latina e Caraibi lavoriamo in 36 tra paesi e territori attraverso attraverso Uffici Paese coordinati dall’Ufficio Regionale di Panama. Nella regione, dove le diseguaglianze sono tra le maggiori al mondo, progressi enormi hanno migliorato la vita di molti bambini, ma tanti altri sono rimasti indietro, in condizioni di grave povertà o vittime di discriminazioni, come quelli di origine africana o indigena. Nonostante le sue vaste risorse, nell'area dell’America latina e Caraibi 33 milioni di persone vivono in condizioni di povertà multidimensionale, 14,3 milioni necessitano assistenza umanitaria perché costrette a migrare o vittime di conflitti.
Nella regione, disequilibri e disuguaglianze determinano condizioni di sovrappeso infantile e obesità superiori alla media globale, con seri problemi di salute pubblica, mentre povertà e mancanza di opportunità, conflitti e violenze, disastri naturali e cambiamenti climatici riducono molti nella condizione di rifugiati e migranti, con rotte migratorie che registrano livelli record di migrazione infantile. Troppi affrontano difficoltà, pericoli e discriminazioni lungo il percorso, una volta a destinazione o quando tornati nelle proprie terre, in una regione dove 1 su 4 dei migranti è un minorenne.
I nostri programmi sono diretti a promuovere i diritti dell’infanzia, rispondere a crisi sociopolitiche, economiche e ad emergenze sempre più legate ai cambiamenti climatici, come per l’urgano Beryl o la siccità da record in Amazzonia. Nel 2024 è stata prevista una crescita nella stagione degli uragani fino al 60% rispetto alla media degli ultimi 30 anni, con proiezioni altrettanto allarmanti per il 2025. Negli ultimi due decenni, più di 190 milioni di persone sono state colpite da disastri naturali, a causa di uragani, inondazioni, frane e siccità, con un grave impatto sui mezzi di sussistenza e i servizi essenziali. Una combinazione d’emergenze che costringono troppi Bambini in Fuga: come ad Haiti, per violenze e disastri naturali, o in Venezuela, dove tensioni, povertà e diseguaglianze alimentano movimenti di massa nell’intero continente.
Haiti: fattori concomitanti di una crisi drammatica per l’infanzia
Ad Haiti, una serie di fattori concomitanti sono causa di una crisi drammatica per l’infanzia. La popolazione affronta oggi una delle peggiori crisi nella storia recente del paese, per violenze incontrollate di bande criminali, disordini civili, instabilità politica e crisi socioeconomica, insicurezza alimentare e malnutrizione. Gravissime le violazioni dei diritti umani e senza precedenti i livelli di violenze di genere. Come risultato, più di 3,3 milioni di bambini hanno bisogno di assistenza umanitaria, su oltre 6 milioni di persone bisognose d’aiuto per la crisi in atto, 5 milioni affrontano condizioni di insicurezza alimentare acuta, con livelli d’emergenza e di carestia in alcune sacche di popolazione, in particolare tra gli sfollati.
Nel paese, oltre 1 milione di persone risultano sfollate dalle violenze, di cui oltre la metà bambini, con una situazione in costante peggioramento: il numero di bambini reclutati dai gruppi armati è aumentato del 70% nell'ultimo anno, con fino al 50% dei membri dei gruppi armati composto da bambini, le violenze e lo sfruttamento sessuale del 1.000%. In un contesto umanitario catastrofico, acuito dall’elevata vulnerabilità a disastri naturali come terremoti, uragani, siccità e inondazioni, 4,2 milioni di persone non hanno accesso all’assistenza medica e 3,8 milioni all’acqua potabile, con persistenti epidemie di colera, 1,2 milioni tra bambini e adulti necessitano supporto nutrizionale, 1,6 milioni di bambini di servizi di protezione, 1,5 milioni tra bambini e maestri di sostegno per l’istruzione.
Per il 2025, come UNICEF miriamo a fornire assistenza integrata a 2,1 milioni di persone tra cui 1,2 milioni di bambini, attraverso programmi d’emergenza per sanità e nutrizione, acqua e igiene, protezione dell’infanzia, istruzione e protezione sociale. In tutto il paese, l'UNICEF fornirà assistenza umanitaria attraverso sistemi per una risposta rapida ed integrata, promuovendo soluzioni intersettoriali, sostenibili e facendo leva su piani di intervento per la riduzione del rischio catastrofi, di preparazione alle emergenze e di risposta al colera.
Tra i nostri obiettivi, raggiungeremo oltre 652.400 donne e bambini con assistenza medica primaria e più di 129.000 bambini in pericolo di vita con terapie per la Malnutrizione Acuta Grave, sostenendo l’accesso di almeno 846.200 persone ad acqua sicura e 169.244 a servizi igienico-sanitari di base. Nel corso dell’anno, forniremo supporto psicosociale e per la salute mentale a 598.295 tra bambini, adolescenti e adulti che se ne occupano, sostenendo oltre 600.000 bambini per l’accesso all'istruzione ordinaria o informale, incluso per la prima infanzia. Più di 50.000 famiglie saranno supportate con sussidi in denaro finanziati dall'UNICEF, oltre 5,6 milioni di persone con informazioni tempestive su come e dove accedere a servizi vitali.
Per il 2025, l’Appello d’Emergenza UNICEF per Haiti stima necessari 272 milioni di dollari, indispensabili per rispondere alle emergenze in atto attraverso i nostri settori di intervento, con attenzione primaria ai bisogni essenziali dei bambini haitiani e delle loro famiglie. Fondi necessari per la risposta agli effetti combinati delle violenze nel paese e di emergenze complesse spesso sovrapposte, che nonostante la Missione multinazionale di supporto alla sicurezza si prevede si intensificheranno nel corso del 2025.
HAITI - Appello d’Emergenza UNICEF HAC 2025_Dicembre 2024pdf / 618 kb
DownloadVenezuela: crisi economica e condizioni difficili per l’infanzia
Il Venezuela continua a soffrire per l'impatto di crisi persistenti aggravate dai cambiamenti climatici. Per il progressivo declino economico, fattori strutturali e situazioni contingenti hanno profonde conseguenze sulla società, e in particolare sulle fasce più vulnerabili, tra cui bambini, donne e comunità indigene. In un contesto aggravato dal collasso dei servizi sociali, da disordini politici e dalla presenza di diversi gruppi armati, numerosi sono i rischi di violenze, reclutamento forzato, tratta di minori, abusi e sfruttamento. Per sfuggire a povertà e violenze, oltre 7,7 milioni di persone sono migrate all’interno del paese o all’estero. Per la crisi in atto, in Venezuela 7,7 milioni di persone sono in bisogno di assistenza umanitaria, di cui 3,8 milioni sono bambini.
Nel paese, inflazione cronica, tensioni sociopolitiche e disastri naturali contribuiscono al basso potere d'acquisto che pregiudica le possibilità delle famiglie d’accedere all'assistenza sanitaria, al cibo e a quasi tutti i servizi di cui un bambino ha estremo bisogno. Il sistema sanitario è sovraccarico per il deterioramento delle infrastrutture pubbliche, forniture limitate e carenza di personale, il 57% degli ospedali non ha accesso regolare all'acqua potabile, appena il 54% dei bambini risulta vaccinato e la mortalità materna è cresciuta del 180% negli ultimi 20 anni. Bambini e adolescenti sono in costante rischio di violenze e con ridotto accesso all’istruzione, il 70% della popolazione risulta estremamente vulnerabile al rischio di disastri naturali.
Attraverso l’Appello d’Emergenza UNICEF per il 2025, opereremo per raggiungere con assistenza umanitaria 3,3 milioni di persone, tra cui 1,8 milioni di bambini, attraverso un pacchetto integrato di interventi per sanità, nutrizione, acqua e igiene, servizi di protezione dell’infanzia, contro le violenze di genere e per l’accesso all'istruzione, con attenzione particolare ai bambini senza accesso a scuola e alla protezione sociale dei più vulnerabili.
Tra i nostri obiettivi, sosterremo oltre 406.000 tra donne e bambini con assistenza medica primaria e 656.000 bambini con supporto nutrizionale per la prevenzione o cura della Malnutrizione Acuta. Nel corso dell’anno, assisteremo più di 2,3 milioni di persone per l’accesso ad acqua sicura, 300.000 tra bambini e adulti che li hanno in cura per la salute mentale e sostegno psicosociale, 430.000 bambini con materiali didattici individuali. Come supporto comunitario, 3 milioni tra bambini ed adulti saranno raggiunti con informazioni fondamentali su come accedere ai servizi essenziali, 150.000 con sensibilizzazione ed educazione su comportamenti e pratiche sociali nell’emergenza, per la riduzione dei rischi a questa connessi.
L’Appello d’Emergenza UNICEF per il 2025 prevede necessari per il Venezuela oltre 183 milioni di dollari, per una risposta multisettoriale alla crisi nel paese, diretta a fornire servizi salvavita ai bambini, proteggendone i diritti, preservandone la dignità e le possibilità di sviluppo. Fondi necessari a sostenere la risposta nel difficile contesto politico e post-elettorale, che insieme agli effetti del cambiamento climatico mette a dura prova un paese che già soffre di prolungate crisi umanitarie, politiche e socioeconomiche.
VENEZUELA - Appello d’Emergenza UNICEF HAC 2025_Dicembre 2024pdf / 707 kb
DownloadL'azione dell'UNICEF: per ogni bambino le giuste opportunità
L’UNICEF lavora in tutto il mondo per assicurare ai bambini rifugiati, sfollati o migranti che i loro diritti siano rispettati. Forniamo aiuti umanitari salvavita nei campi profughi e sfollati. Allestiamo Spazi a misura di bambino, ovvero luoghi sicuri dove i bambini possano giocare e ricevere educazione ed assistenza, e centri per mamme e bambini, dove le madri possano nutrire i loro piccoli e le famiglie separate possano riunirsi.
Assistiamo i governi nazionali e le istituzioni locali per leggi, politiche e servizi che siano inclusivi per tutti i bambini, e che si adattino alle loro esigenze specifiche, siano essi rifugiati, sfollati o migranti: sostenendoli non solo per la sopravvivenza, ma per crescere sani e sviluppare le proprie capacità, quali che siano le condizioni di vita precarie cui sono costretti.
Operiamo perché le famiglie possano riunirsi, e per porre fine alla detenzione dei bambini solo perché migranti, supportando le istituzioni per soluzioni alternative, basate sulla comunità e sulla famiglia. Lavoriamo con i governi, il settore privato e la società civile per offrire a bambini e giovani in movimento opportunità di inclusione all'avanguardia, coinvolgendoli, mobilitandoli e facendo sentire la loro voce.
Per informare le istituzioni e sensibilizzare le comunità che li ospitano, raccogliamo, analizziamo e diffondiamo dati ed evidenze sulla situazione e le esperienze personali di bambini e giovani adolescenti in movimento. Con i nostri partner, abbiamo rilasciato le prime linee guida di sempre per assistere i governi nell’aiutare a proteggere e responsabilizzare i bambini in movimento nel contesto dei cambiamenti climatici.
Il “Global Refugee Compact”: un patto per la Comunità Internazionale
Il Global Refugee Compact è un trattato internazionale che pone le basi per una risposta più forte, prevedibile ed equa alla crisi dei rifugiati. Adottato nel 2018, offre alla Comunità Internazionale e ai paesi ospitanti una tabella di marcia per includere al meglio i rifugiati nei sistemi nazionali, nelle società e nelle loro economie, per consentirgli di contribuire alle loro nuove comunità e di garantire il proprio futuro.
L'UNICEF è fortemente impegnato nel Global Compact on Refugees, e sta lavorando per contribuire a raggiungere i suoi obiettivi. Abbiamo documentato le buone pratiche del nostro lavoro in tutto il mondo a sostegno dei bambini e dei giovani rifugiati, così come quelle delle comunità ospitanti, affinché possano fornire delle linee guida di base per lo sviluppo.
Operiamo perché le famiglie possano riunirsi, e per porre fine alla detenzione dei bambini solo perché migranti, supportando le istituzioni per soluzioni alternative, basate sulla comunità e sulla famiglia. Lavoriamo con i governi, il settore privato e la società civile per offrire a bambini e giovani in movimento opportunità di inclusione all'avanguardia, coinvolgendoli, mobilitandoli e facendo sentire la loro voce.
Per informare le istituzioni e sensibilizzare le comunità che li ospitano, raccogliamo, analizziamo e diffondiamo dati ed evidenze sulla situazione e le esperienze personali di bambini e giovani adolescenti in movimento. Con i nostri partner, abbiamo rilasciato le prime linee guida di sempre per assistere i governi nell’aiutare a proteggere e responsabilizzare i bambini in movimento nel contesto dei cambiamenti climatici.
Action for Refugee Childrenpdf / 7.50 Mb
DownloadIl “Global Compact for Migration”
ll Global Compact for Safe, Orderly and Regular Migration è un accordo storico che per la prima volta riconosce che i bambini sono parte centrale per la gestione delle migrazioni, che dimostra che l'Agenda d'azione in 6 punti dell'UNICEF è praticabile e costituisce una cornice per dare applicazione all’accordo.
L'UNICEF ha partecipato attivamente ai 18 mesi di negoziati che hanno portato all’adozione del documento finale, nel dicembre 2018, anche facilitando la partecipazione attiva dei giovani migranti a questo processo. L'UNICEF opera per tradurre gli impegni che i governi hanno assunto per un cambiamento reale, e un impatto positivo nella vita dei bambini in movimento in tutto il mondo.
Global Compact for Safe, Orderly and Regular Migrationpdf / 482 kb
DownloadI risultati raggiunti
Nel 2023 l'UNICEF ha operato a livello globale per proteggere i diritti dei bambini sfollati, rifugiati e migranti: nel corso dell’anno, abbiamo sostenuto la risposta umanitaria per 412 situazioni di crisi in 107 paesi, causate da guerre, conflitti e disastri naturali, tra le prime cause all’origine di sfollamento di popolazioni all’interno di singoli paesi o di movimenti forzati di rifugiati e migranti a livello globale.
Tra i risultati raggiunti nel 2023, abbiamo fornito attrezzature per rifugi e campi d’accoglienza per un valore d’oltre 47,2 milioni di dollari, tra cui più di 9.000 tende ad alte prestazioni per 58 paesi, adatte a servire come scuole, centri sanitari, spazi a misura di bambino, depositi di stoccaggio degli aiuti e per gli altri usi necessari nelle varie fasi della risposta alle emergenze.
Nel corso dell’anno, abbiamo assicurato protezione in 42 paesi ad oltre 580.000 minori sfollati, rifugiati o migranti, raggiunti con assistenza integrata nei vari settori d’intervento, per fornire loro opportunità di integrazione ed inclusione sociale nei luoghi d’accoglienza. Per il ricongiungimento familiare o assistenza alternativa, abbiamo supportato nelle emergenze oltre 253.600 bambini separati dalle famiglie a causa di conflitti o sfollamento di popolazioni.
Attraverso programmi di istruzione mirati, nel 2023 abbiamo assistito oltre 3,1 milioni di minori in movimento privi d’accesso alla scuola, tra sfollati, rifugiati o migranti in età scolare. In 38 paesi, abbiamo sostenuto piattaforme di apprendimento per l’istruzione dei bambini rifugiati, in emergenza o in aree prive di connettività.
I bambini sradicati dalle proprie case e terre d’origine, e privati dei servizi essenziali, sono stati al centro delle misure per salute e nutrizione nelle emergenze, come le vaccinazioni contro il morbillo di 32,4 milioni di bambini e l’assistenza per 118,6 milioni in pericolo per malnutrizione, e degli interventi per acqua e igiene, che hanno raggiunto oltre 42,4 milioni di persone in contesti di crisi umanitarie.
Pagina aggiornata al 17 gennaio 2025