COVID-19
L’emergenza che ha sconvolto il mondo
L’emergenza per il Coronavirus che ha sconvolto la vita dei bambini e delle loro famiglie in ogni parte del mondo, dichiarata dall’OMS Pandemia da COVID-19 l’11 marzo 2020 , ha rappresentato a livello globale la più grave crisi per l’infanzia dei tempi moderni.
I Lockdown adottati dai paesi come misura estrema per arginare la trasmissione del virus, e le pesanti interruzioni dei servizi di base che ne sono seguite, hanno determinato blocchi e sospensioni dei servizi sanitari e nutrizionali essenziali: come le vaccinazioni, l’assistenza prenatale e neonatale, le visite di monitoraggio della crescita e di diagnosi e terapia della malnutrizione infantile. Insieme a criticità per le forniture idriche e igienico-sanitarie, fondamentali per il contrasto al COVID-19.
La crisi economica mondiale che ne è seguita ha spinto sempre più persone in condizioni di povertà estrema, con una forte pressione su servizi sociali e sistemi sanitari già sovraccarichi, e ripercussioni per la condizione dell’infanzia nel mondo.
Sebbene meno esposti agli effetti letali del virus, bambini e adolescenti sono stati colpiti in modo sproporzionato, sconvolgendo tutto ciò che è fondamentale per il loro sviluppo sociale, fisico, mentale ed emotivo, per il loro apprendimento e benessere.
L'impatto del COVID-19 sui bambini
Come e ancor più delle precedenti epidemie, il COVID-19 ha aggravato le disparità esistenti per condizioni economiche, accesso ai servizi, età e genere, con il rischio di vanificare ciascuno dei risultati raggiunti per lo sviluppo dell’infanzia: contro la povertà, per la salute e la nutrizione infantile, l’accesso all’istruzione e alla protezione dell’infanzia, per la salute mentale e il benessere psicosociale di bambini e adolescenti.
Dopo 2 anni di pandemia, almeno 2/3 delle famiglie con bambini registravano pesanti perdite di reddito, come rilavato dal rapporto mirato UNICEF-Banca Mondiale. A causa del COVID-19, 100 milioni nuovi bambini sono caduti in povertà multidimensionale, facendone la più grave crisi mai affrontata dall’UNICEF nei suoi primi 75 anni di storia.
L’impatto sulla salute infantile è stato devastante: circa 50 milioni i bambini colpiti nel 2020 da Malnutrizione Acuta e in pericolo di vita, mentre problemi di salute mentale hanno sconvolto la vita del 13% degli adolescenti a livello globale. In base all’ultimo rapporto UNICEF sulle vaccinazioni di routine, in 3 anni 67 milioni di bambini non ne sono stati protetti, per le interruzioni della pandemia, povertà, guerre e disuguaglianze, con il più grande calo degli ultimi 30 anni: 25 milioni ii bambini sotto l’anno di età non protetti nel 2021, 6 milioni in più rispetto al 2019. E se gli ultimi dati UNICEF-OMS rilevano progressi nelle vaccinazioni, le coperture vaccinali restano inferiori a quelle pre-COVID-19.
Ancora più vulnerabili i bambini già vittime di emergenze, come i 426 milioni che vivevano in zone di conflitto, o quelli rifugiati, migranti e richiedenti asilo, che alla fine del 2020 risultavano esclusi dalle misure nazionali di protezione sociale e dai servizi essenziali anche per il COVID-19, a causa di leggi, politiche e pratiche discriminatorie, come evidenziava l’UNICEF nel suo Rapporto Annuale.
100milioni
i bambini caduti in povertà per il covid-19
1,6 miliardi
i bambini senza scuola per i lockdown
1,8miliardi
i bambini privati di servizi di protezione da violenze
Chiudono le scuole, aumentano i rischi
L'impatto devastante del COVID-19 ha sconvolto l’istruzione di bambini e ragazzi e i servizi di protezione dell’infanzia. Oltre 1,6 miliardi di alunni hanno visto le proprie scuole chiudere per i Lockdown nazionali, con l’80% che lo sono rimaste per tutto il primo anno di pandemia. Dopo 2 anni, 23 paesi dovevano ancora pienamente riaprire le scuole, mentre 147 milioni di bambini avevano perso più della metà delle lezioni in presenza.
Nei paesi a basso e medio reddito, il 57% dei bambini viveva in condizioni di povertà educativa già prima della pandemia, una soglia drammaticamente salita al 70%, a causa delle prolungate chiusure scolastiche, di contromisure inadeguate per l’apprendimento e delle condizioni di reddito delle famiglie più povere.
Separati dagli amici e dai parenti più stretti, dai compagni di scuola e dai maestri, quando non addirittura confinati a casa con chi ne abusava, molti bambini e adolescenti hanno sviluppato paure, ansia, solitudine, con serie conseguenze per la loro salute mentale e benessere psicosociale: secondo il rapporto UNICEF La Condizione dell’Infanzia nel mondo 2021 - lo studio più completo sulla salute mentale di bambini, adolescenti e di chi se ne prende cura - 1 adolescente su 7 presentava con un disturbo mentale: 89 milioni di ragazzi e 77 milioni di ragazze.
E tra gli effetti indiretti dell’epidemia, l’aumento della violenza sui minori, con 1,8 miliardi a rischio in 104 paesi dove i servizi di prevenzione e risposta sono stati interrotti a causa del COVID-19.
Preoccupanti anche le previsioni sui matrimoni precoci, con il pericolo di 10 milioni matrimoni precoci in più rispetto ai 100 milioni già temuti nei prossimi 10 anni, e sulle mutilazioni genitali, con altre 2 milioni di ragazze a rischio dopo 2 anni di pandemia.
La più vasta operazione di logistica dei vaccini di sempre: l'UNICEF e il COVAX
L’UNICEF ha coordinato e sostenuto la più grande operazione di fornitura e distribuzione di vaccini della storia: attraverso la COVAX Facility - la partnership internazionale sottoscritta da 190 Stati, Italia inclusa, guidata da OMS, GAVI (l'Alleanza Globale per i Vaccini) e CEPI (Coalition for Epidemic Preparedness Innovations) – affinché tutti i paesi avessero accesso ai vaccini contro il COVID-19, e che quelli più vulnerabili non ne restassero esclusi.
L'UNICEF è il principale fornitore al mondo di vaccini per l'infanzia, con circa 2 miliardi di dosi distribuite ogni anno in quasi 100 paesi in via di sviluppo, per le campagne di routine e in risposta a focolai epidemici. In ragione di questa esperienza, l’UNICEF è stato designato l'agenzia deputata alla fornitura dei vaccini contro il COVID-19, in collaborazione con il PAHO Revolving Fund per l’area latino-americana, in un'operazione senza precedenti per portata e complessità.
L'UNICEF ha gestito l’intera filiera delle vaccinazioni, dall’approvvigionamento alla somministrazione negoziando il prezzo dei vaccini con le case produttrici, gestendo le scorte, organizzando il trasporto in via prioritaria con le compagnie aeree. E preparando i paesi all'introduzione del vaccino: dalla logistica per lo stoccaggio al trasporto e alla distribuzione, sostenendo la formazione del personale medico e la sensibilizzazione delle popolazioni locali. A conclusione del programma COVAX, quasi 2 miliardi le dosi fornite e 2,7 milioni le vite salvate nei paesi a basso e medio reddito.
L'azione dell'UNICEF in Italia
L’eccezionalità dell'emergenza verificatasi tra marzo e maggio 2020, quando l’Italia è stata il paese al mondo con più contagi e decessi per COVID-19, ha indotto l’UNICEF ad attivarsi, per la prima volta dall'immediato dopoguerra, con aiuti di emergenza al nostro paese.
Grazie al supporto della UNICEF Supply Division, il centro logistico per gli aiuti d’emergenza dell’UNICEF, alla generosità di cittadini e aziende, e all'azione congiunta del consorzio solidale "Insieme contro il COVID", tra il 30 marzo e il 27 aprile - nella fase più dura dell'epidemia nel nostro paese - sono stati consegnati agli ospedali italiani quasi 700.000 tra mascherine, disinfettanti e termometri, per un valore di oltre 1,5 milioni di euro.
Con il rapporto “Vite a colori”, l’UNICEF ha portato alla luce l’esperienza degli adolescenti nel primo anno di pandemia in Italia, attraverso oltre 100 testimonianze di ragazze e ragazzi, tra cui minorenni vulnerabili, in 16 le regioni italiane. Con il Rapporto "Non ero al sicuro in casa", abbiamo rilevato, dopo due anni di covid-19, l’aumentato rischio di violenze di genere per ragazze e donne rifugiate e migranti in Italia.
Il sostegno ai giovani migranti e rifugiati, a rischio sfruttamento e violenza
Durante la pandemia di COVID-19, l’UNICEF ha proseguito in Italia il suo sostegno ai giovani migranti e rifugiati, per i quali al rischio sanitario si aggiungeva la vulnerabilità a situazioni di sfruttamento e violenza.
Nel quadro di un costante dialogo con le autorità competenti sulla riduzione del rischio insieme ai nostri partner abbiamo condotto azioni di informazione e screening volte all’individuazione precoce di casi sintomatici o di altre situazioni suscettibili di misure sanitarie nelle principali zone di transito dei minori migranti e rifugiati e negli insediamenti informali ed è stata attivata una linea telefonica per fornire le prime informazioni mediche a coloro che non sono registrati nel sistema sanitario nazionale.
Nei mesi di chiusura delle scuole, abbiamo garantito la continuità dei percorsi di istruzione non formale come UPSHIFT , il corso di educazione all’imprenditorialità rivolto a giovani italiani, migranti e rifugiati.
Non meno importanti sono i risvolti psicologici legati alla gestione dello stress e alla sovraesposizione a informazioni negative. Ragazze e ragazzi migranti e rifugiati hanno potuto condividere le proprie preoccupazioni e domande sulla piattaforma digitale U-Report on the Move , dove hanno potuto relazionarsi con medici e psicologi. E anche nel periodo più duro dei Lockdown sono state numerose le attività socio-ricreative condotte in streaming per alleviare l'isolamento e la frustrazione dei più giovani, nel quadro dei programmi d’emergenza per i rifugiati e migranti in Italia.
La risposta globale dell’UNICEF alla pandemia
Nel 2020, l’UNICEF si è trovato ad affrontare e rispondere ad un’emergenza senza precedenti nella storia recente. Attraverso lo sviluppo e l'implementazione di modalità di programma innovative e attuate anche da remoto, nel 2020 abbiamo sostenuto i servizi essenziali parte di tutti i programmi di intervento operati a livello globale, sostenendone la continuità in sicurezza durante tutta la pandemia, nonostante le interruzioni subite. Di seguito solo alcuni dei principali risultati raggiunti in settori essenziali quali Sanità, Nutrizione, Acqua e Igiene, Protezione dell’infanzia, Istruzione e Protezione Sociale nel corso del 2020.
- L'UNICEF ha rivestito un ruolo guida nella COVAX Facility, per sostenere l’acquisto e fornitura dei vaccini contro il COVID-19 in 92 paesi a reddito basso e medio-basso, preparandoli alla consegna, gestione e somministrazione delle scorte vaccinali.
- 2,6 milioni gli operatori sanitari che abbiamo equipaggiato con DPI essenziali per la prevenzione e la cura dei contagi, tra cui oltre 200 milioni di mascherine chirurgiche e 15 milioni di FFP2/ N95, 50 milioni di guanti, 2,7 di milioni di tute, 1,1 milioni di occhiali e 2,8 milioni di visiere protettive, oltre 1,8 milioni di concentratori d’ossigeno.
- 4 milioni tra operatori medici e sanitari sono stati formati sul programma IPC di Prevenzione e controllo dei contagi, ed oltre 30.000 operatori sociali sulla fornitura di servizi essenziali in sicurezza.
- 3 miliardi le persone che abbiamo raggiunto con messaggi e informazioni chiave su prevenzione e per l’accesso ai servizi disponibili per l’assistenza, tra cui 1,53 miliardi di donne e ragazze e 810 milioni tra bambini e adolescenti.
- 424,5 milioni le persone che abbiamo mobilitato sul COVID-19 – tra operatori sociosanitari, insegnanti, genitori, influencer locali, adolescenti e minori - tramite, il programma di Comunicazione del rischio e coinvolgimento comunitario (RCCE), per accrescere la consapevolezza dei rischi e dei comportamenti responsabili, e per contrastare ogni tipo di disinformazione.
- 92,2 milioni i bambini e le donne che abbiamo raggiunto con i servizi medici essenziali interrotti o messi a rischio dalla pandemia, inclusi quelli per le vaccinazioni, la salute prenatale e neonatale, l’HIV-AIDS, le violenze di genere.
- 5 milioni i bambini con Malnutrizione Acuta Grave, e in immediato pericolo di vita, inseriti in terapie di cura nutrizionale, sia domiciliare che, quando necessario, ospedaliera, in più di 70 paesi.
- 106 milioni le persone raggiunte con servizi e aiuti per l’acqua e l’igiene, di cui 58 milioni bambini sotto i 18 anni, fondamentali anche per la prevenzione dei contagi, e prodotti igienico-sanitari, inclusi gli essenziali igienizzati per le mani.
- 301 milioni i minori che abbiamo sostenuto per l’istruzione a distanza e su base domiciliare, di cui 147 milioni tra bambine e ragazze, attraverso vari mezzi di comunicazione, dalle piattaforme digitali e app online a modalità via TV, radio, SMS e materiali stampati.
- 78 milioni tra bambini, adolescenti, genitori e persone con in cura minori sono stati assistiti in 117 paesi per la salute mentale e con sostegno psicosociale.
- 1,8 milioni le famiglie colpite da COVID-19 e in condizioni di grave vulnerabilità che abbiamo supportato con sussidi d’emergenza in denaro contante.
- 47 milioni le famiglie che abbiamo sostenuto sul piano della Protezione Sociale, lavorando con i governi per estendere la copertura dei programmi nazionali di assistenza sociale.
Nel primo anno della pandemia, tali risultati sono stati conseguiti grazie a una risposta globale dispiegata attraverso tutti i settori di intervento e le regioni operative dell'UNICEF. Dal 2021, l'UNICEF è stato deputato quale principale fornitore dei vaccini per il COVID-19, nel quadro della piattaforma COVAX, con l’obiettivo di un accesso equo e globale ai nuovi vaccini, con attenzione primaria ai paesi più vulnerabili.
Tra gli interventi e i risultati attraverso il COVAX, nel 2021 abbiamo procurato vaccini, test diagnostici, terapie di cura, DPI e il necessario per la lotta al COVID-19, sostenendo l'informazione e la sensibilizzazione delle comunità assistite. Con l'Appello d’Emergenza per il 2022, abbiamo operato per un accesso equo agli strumenti di contrasto al COVID-19.
Tra i risultati del 2022, abbiamo procurato 977,9 milioni di dosi vaccinali sostenedo le vaccinazioni in ben 143 paesi, operando una risposta globale per la somministrazione di 2,82 miliardi di dosi di vaccino in 133 paesi, la fornitura di 2,1 milioni di test diagnostici, 14,6 milioni di terapie di cura e DPI per 40 milioni di giornate di utilizzo in 44 paesi, adattando gli obiettivi inziali all’evoluzione della pandemia.
La nuova fase della risposta al COVID-19
Nel corso del 2021, nuove varianti del virus hanno messo alla prova le misure di risposta alla pandemia, con il numero di nuovi casi cresciuto progressivamente tra ottobre e dicembre 2021 per la nuova variante Omicron, che già alla fine dell’anno risultava quella dominante in molti paesi.
Sebbene il numero di casi di Omicron sia cresciuto sostanzialmente a livello globale, ciò non ha causato un aumento proporzionale dei decessi correlati, aprendo una nuova fase della pandemia: per una variante più trasmissibile ma meno grave delle precedenti, e grazie alla protezione fornita dai vaccini contro le forme gravi.
Alla chiusura il 1° luglio 2022 della Fase di Livello 3 della risposta d’emergenza alla pandemia, segue il 31 dicembre 2023 la conclusione del programma COVAX, con le vaccinazioni contro il COVID-19 integrate nei servizi di routine, in particolare attraverso un rafforzamento dei programmi Salute e Vaccinazioni, e con tutte le attività messe in campo assorbite nei Programmi di intervento dell’UNICEF, potenziati sulla base delle esperienze e delle piattaforme sviluppate per la risposta d’emergenza al COVID-19.
L'UNICEF continua a rispondere agli effetti della pandemia sui bambini, le loro famiglie e comunità, intervenendo sui servizi e i sistemi sociali che ne devono garantire condizioni di vita e sviluppo, operando per colmare la mancanza d’equità tra paesi ricchi e a reddito medio-basso nell'accesso ai servizi sanitari essenziali, e in primo luogo alle vaccinazioni di routine per i bambini, messe a dura prova dalle interruzioni causate dalla pandemia.
Pagina aggiornata al 21 dicembre 2023
L’Azione Globale dell’UNICEF - Quadro dei Risultati_21-7-2023pdf / 1.18 Mb
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DownloadCOVID-19. La RISPOSTA GLOBALE nel 2020_La Crisi in Numeri_31/3/2021pdf / 3.29 Mb
DownloadCOVID-19 -Risposta Rifugiati e Migranti Italia_Maggio 2020pdf / 2.62 Mb
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