''A Promise Renewed'', la nuova iniziativa globale per ridurre la mortalità infantile
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Oggi oltre 80 Governi, insieme a numerosi partner del settore privato, rappresentanti della società civile e organizzazioni religiose, lanciano "Child Survival - A Call to Action" - un Forum ad alto livello promosso dai Governi di Etiopia, India e Stati Uniti, in collaborazione con l'UNICEF, per portare avanti un impegno globale per salvare la vita dei bambini.
Negli ultimi 40 anni, nuovi vaccini, migliori pratiche di assistenza sanitaria, investimenti nel settore dell'istruzione e l’impegno di governi, società civile e altri partner hanno contribuito a ridurre il numero di decessi infantili (0-5 anni) di oltre il 50%.
Eppure, milioni di bambini - la maggior parte dei quali nell'Africa subsahariana e in Asia meridionale - muoiono ogni anno per cause che potrebbero facilmente essere prevenute, prima di raggiungere il loro quinto compleanno. Nel 2010, il tasso di mortalità si è attestato a 57 decessi ogni 1.000 nati vivi.
L'iniziativa "Call to Action" sfida la comunità internazionale a ridurre la mortalità infantile a 20 – o anche meno - decessi infantili ogni 1.000 nati vivi, in ogni Stato, entro il 2035. Raggiungere questo storico traguardo si tradurrebbe in 45 milioni di vite umane salvate di qui al 2035, avvicinando il mondo all'obiettivo ultimo di porre fine alle morti infantili evitabili.
Cinque interventi per un unico obiettivo
Sappiamo dall'esperienza che per conseguire questo risultato occorre massimizzare gli impegni in 5 settori chiave:
1. A livello geografico: intensificare gli interventi nei 24 Paesi in cui si verificano circa l’80% delle morti di bambini sotto i 5 anni
2. Popolazioni molto numerose: estendere l’accesso ai sistemi sanitari per le fasce meno servite, incluse popolazioni rurali e a basso reddito
3. Soluzioni ad alto impatto: affrontare le 5 cause che rappresentano quasi il 60% dei decessi infantili: polmonite, diarrea, malaria, nascite premature e decessi durante il parto.
4. Istruzione e formazione per donne e ragazze: al di là dei programmi sanitari, bisogna investire nell'istruzione femminile, nell'emancipazione (empowerment) delle donne e promuovere una crescita economica inclusiva.
5. Responsabilità reciproca: occorre concentrarsi su obiettivi condivisi e utilizzare i medesimi parametri per misurare i progressi compiuti.
Alla conferenza Call to Action, a Governi e partner si chiede di sostenere "A Promise Renewed" (Una promessa rinnovata): un impegno a collaborare per orientare i Piani nazionali d'azione alla sopravvivenza dell'infanzia, monitorare i risultati e concentrare l’attenzione sui bambini più svantaggiati e vulnerabili.
Non abbiamo scuse per non eliminare la mortalità infantile
«Abbiamo gli strumenti, le cure e le tecnologie necessarie per salvare milioni di vite ogni anno, e non ci sono scuse per non farne uso» ha affermato il Direttore dell'UNICEF, Anthony Lake.
«Per rinnovare la nostra promessa per i bambini nel mondo dobbiamo concentrarci sulle principali cause di mortalità infantile, quali diarrea, polmonite e malaria, aumentare la copertura di cure ad alto impatto e a basso costo, diffondendo l'innovazione e stimolando una maggiore responsabilità politica per raggiungere anche i bambini più marginali. Il grande obiettivo di sventare la mortalità infantile deve essere la nostra causa comune!»
«L'India è onorata di co-promuovere questa conferenza globale, un'opportunità che dobbiamo cogliere tempestivamente» ha aggiunto Ghulam Nabi Azad, Ministro indiano per la Salute e la Famiglia. «Sebbene negli ultimi 10 anni il tasso di mortalità infantile nel nostro Paese abbia visto un calo costante, non possiamo indulgere all'autocompiacimento.
Ridurre la mortalità neonatale e infantile resta l'obiettivo primario della Missione sanitaria rurale dell'India. Grazie alla nostra esperienza nei programmi per la sopravvivenza dell'infanzia e alla scala del nostro lavoro, l'India è nella posizione ottimale per promuovere iniziative per a sopravvivenza infantile nella regione dell’Asia e del Pacifico.».
«Nel mondo non esistono due Paesi uguali. Ognuno pertanto deve disegnare il proprio percorso per giungere a questo meritorio obiettivo» ha aggiunto Tedros Adhanom Ghebreyesus, Ministro della Salute dell’Etiopia
«In Etiopia, nell'ultimo decennio, abbiamo dimezzato il tasso di mortalità infantile portandolo da 166 a 88 decessi ogni mille nati vivi. Ciò che promettiamo al mondo e ai nostri figli ora è che l’Etiopia farà del suo meglio, come già nel passato, per abbassare entro il 2035 il tasso mortalità infantile a meno di 20 per 1.000. Allora potremo guardare indietro e dire: abbiamo fatto giustizia per i nostri bambini e scritto una pagina importante nella storia dell’umanità.»
Rajiv Shah, Amministratore di USAID - l'agenzia governativa statunitense per lo sviluppo internazionale - ha concluso: «Nella cooperazione allo sviluppo ci sono numerosi problemi che presentano soluzioni difficili. Aiutare i bambini ad arrivare al quinto compleanno non è uno di questi. Non è più questione di sapere se il mondo sia capace di porre fine alla mortalità infantile, ora si tratta di capire se voglia davvero farlo.»