“A volte sono le connessioni a cambiare tutto.” Here4U e la storia di Tamari
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Tamari* ha vent’anni e ha imparato presto che, in un Paese nuovo, le connessioni possono fare la differenza. È arrivata in Italia dalla Georgia due anni fa per studiare e ricongiungersi con sua madre e i suoi fratelli che, in una situazione di difficoltà, si erano trasferiti poco tempo prima alla ricerca di condizioni di vita più dignitose. Da allora, ha cercato di essere un punto di riferimento per la sua famiglia. “Ho dato tutta me stessa. Volevo aiutarli a capire come funziona la vita qui, soprattutto da rifugiati. Anche le cose burocratiche. Volevo esserci.”
Sua madre le ha sempre detto: “Quando vai in un altro Paese ricominci da zero. Anche la tua identità riparte da zero. Ricominci.” Una frase che Tamari si ripete spesso come un mantra. Ma per lei, la parola che davvero riassume tutto è connessione. “Gira tutto intorno alle connessioni giuste, che possono cambiarti la vita. All’università, con gli amici, con i professori, con le persone che ho incontrato lungo il cammino. E con Here4U.”
È stata un’amica a parlarle del progetto e a darle una brochure. “L’ho messa nello zaino. Per settimane. Poi un giorno, mentre ero in stazione, mi sono detta: adesso o mai più. E ho cliccato su invia.” Dall’altra parte c’era Alba, operatrice di Here4U. “Ricordo che avevo paura. Non avevo ancora lo status di rifugiata e pensavo che se mi fossi esposta, avrebbero potuto rimandarmi indietro. Avevo il terrore di non poter più aiutare mia madre e i miei fratelli.”
Un servizio gratuito di supporto legale e psicosociale
Here4U è il servizio gratuito di supporto legale, e psicosociale dell’UNICEF in Italia, rivolto a ragazze e ragazzi rifugiati/e e migranti tra i 16 e i 24 anni. Funziona via chat attraverso i canali della piattaforma U-Report On The Move e in modo completamente anonimo, gratuito, multilingue e accessibile. “Mi ha rassicurata. Mi ha detto: parliamone, capiamo insieme. E da lì è cominciato tutto.”
Tamari all’epoca viveva in un centro di accoglienza. “C’erano molti problemi. Ma Alba mi ha aiutata a cambiare le cose. Mi ha dato forza. E poi, passo dopo passo, siamo riuscite a trovare una casa per me, mia madre e i miei fratelli. Era la prima volta che ci sentivamo davvero a casa finalmente.”
Quella stabilità le ha permesso di iniziare a lavorare anche su di sé. “Poter parlare con qualcuno e sentirmi dire che avevo ragione, che non stavo sbagliando, per me è stato un respiro di sollievo. Ho scoperto che non stavo facendo nulla di illegale. Dovevo solo fare domanda per i documenti. A volte è solo l’informazione giusta al momento giusto che ti cambia la vita.”
Il servizio di Here4U è stato fondamentale anche perché sua madre non parlava ancora bene l’italiano. “Poter ricevere supporto nella mia lingua ha fatto la differenza. Anche per la domanda di invalidità per mio fratello, o per i miei documenti: sapere di parlare con qualcuno che ha competenze legali è stato fondamentale.”
Un percorso psicologico digitale
Si ricorda perfettamente il giorno in cui ha ricevuto il documento. “La prima persona a cui ho scritto è stata Alba. Le ho mandato la foto. E lei mi ha risposto con un messaggio tutto in maiuscolo: CONGRATULAZIONI!!! con tipo venti punti esclamativi. Era come se stessimo festeggiando insieme.”
Da lì, ha deciso anche di iniziare un percorso psicologico digitale con Here4U. “Era la prima volta nella mia vita. E per un’ora intera ho parlato solo dei miei fratelli. E poi lo psicologo mi ha detto: E quando parliamo di te? È stato un momento potente. Ho capito che anche io avevo bisogno di spazio. Di tempo per me. Per fermarmi e ascoltarmi.”
La possibilità di avere accesso al supporto psicologico in modo gratuito, continuativo, e nella propria lingua, per lei è stata decisiva. “È importante, soprattutto se non conosci ancora bene il sistema, la lingua, se non hai soldi da spendere. Terapia vuol dire aprirsi. Vuol dire avere uno spazio tuo. Ora non vedo l’ora che arrivi il giorno in cui ho la mia seduta. Perché posso parlare, riflettere, anche conoscere me stessa meglio.”
Here4u per Tamari è stato un posto sicuro. Un luogo dove si è sentita accolta. “Nella mia esperienza, chi aiuta gli altri ha bisogno di essere aiutato a sua volta. Spesso ci dimentichiamo che anche noi siamo importanti.”
Oggi sogna di andare in Erasmus. “Non sono mai uscita dalla Georgia e da Roma. Vorrei vedere il mondo, costruire qualcosa di mio. Anche se vengo da una famiglia rifugiata, anche se a volte non so bene chi sono, voglio imparare a sognare. E voglio che anche mia madre possa farlo. Sogno che si senta fiera di sé. Come io lo sono di lei.”
*Tamari è un nome di fantasia utilizzato per mantenere l’anonimato della persona