Acqua, un sogno tutto da realizzare per 750 milioni di esseri umani
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22 marzo 2015 - In occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua 2015, l’UNICEF ricorda che l’accesso all’acqua potabile ha fatto segnare uno dei maggiori progressi tra gli 8 "Obiettivi di Sviluppo del Millennio" (2000-2015), ma per 748 milioni di persone nel mondo (una popolazione pari a quella dell'intera Europa!) riuscire ad accedervi a questa risorsa di base resta una sfida.
Dal 1990, circa 2,3 miliardi di persone hanno ottenuto l’accesso a fonti migliorate di acqua potabile. Pertanto, l’Obiettivo di Sviluppo del Millennio 7 - quello che puntava a dimezzare a livello globale la percentuale di persone che non hanno accesso all’acqua - è stato raggiunto persino 5 anni prima del termine temporale fissato, ossia il 2015.
Oggi sono solo 3 gli Stati - Repubblica Democratica del Congo, Mozambico e Papua Nuova Guinea – nei quali oltre metà della popolazione non ha ancora accesso a fonti adeguate di acqua potabile.
Oggi sono solo 3 gli Stati - Repubblica Democratica del Congo, Mozambico e Papua Nuova Guinea – nei quali oltre metà della popolazione non ha ancora accesso a fonti adeguate di acqua potabile.
Nonostante i traguardi raggiunti, permangono grandi diseguaglianze. Dei 748 milioni di persone che nel mondo non hanno ancora accesso all’acqua, il 90% vive in aree rurali.
Per i bambini la mancanza di accesso all’acqua può essere tragica. Si stima che circa 1.000 bambini muoiano ogni giorno per malattie diarroiche legate all'ingestione di acqua non sicura, carenza di servizi igienici adeguati o pratiche poco igieniche.
Per donne e bambine, poi, c'è un prezzo ulteriore da pagare: il compito di recarsi a raccogliere acqua per la famiglia sottrae infatti enormi quantità di tempo allo studio o alla cura della famiglia. Nelle aree meno sicure, esse sono esposte anche a rischi di violenza.
Andare a prendere l'acqua, questione di (miliardi di) ore
Secondo l’UNICEF, nella sola Africa ogni anno si spendono 40 miliardi di ore per andare a prendere l’acqua a una fonte.
L'Africa Subsahariana è la regione che nel 1990 aveva la più bassa copertura idrica. Qui, dal 2000 a oggi, in media 50.000 persone ogni giorno hanno guadagnato l'accesso a fonti di acqua potabile adeguate.
Ciononostante, in questo continente si concentrano tuttora due quinti della popolazione globale priva di accesso all’acqua – in altre parole 325 milioni di persone. Molti Stati africani non riusciranno a raggiungere l’Obiettivo di Sviluppo del Millennio 7 entro la fine dell'anno in corso.
Un gran numero di persone senza accesso all’acqua potabile si trova in Cina (112 milioni di persone) e in India (92 milioni).
«Le tappe per l’accesso all’acqua potabile hanno visto importanti successi dal 1990 a oggi, nonostante incredibili difficoltà» afferma Sanjay Wijesekera, responsabile dei programmi Acqua e Igiene dell'UNICEF. «Ma c’è ancora molta strada da fare. L’acqua è la vera essenza della vita e circa 750 milioni di persone – tra le più povere e ai margini – ancora oggi vedono negato questo diritto umano di base.»
L’UNICEF lavora con governi e organizzazioni partner per promuovere metodi innovativi e concreti per garantire a tutti accesso all’acqua sicura.
In Bangladesh, ad esempio, l’UNICEF ha utilizzato un nuovo approccio per raccogliere l’acqua piovana e pomparla nelle falde idriche superficiali, garantendo così la sicurezza idrica a circa 1 milione di persone, il cui terreno si era salinizzato.
Nel 2014, nella Repubblica Democratica del Congo, con il progetto-pilota denominato “Villaggi sani”, più di mezzo milione di abitanti hanno avuto accesso a fonti migliorate di acqua e a servizi igienici e fognari nelle proprie comunità, mentre 229 scuole sono state dotate per la prima volta di acqua corrente e gabinetti.