Al servizio dei più vulnerabili. L’UNICEF fornisce assistenza economica alle famiglie afghane per sopravvivere all'inverno
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Situato a 400 chilometri da Kabul per raggiungere il distretto di Barg-i-Matal, nella provincia di Nuristan, si possono impiegare anche 15 ore di macchina. Con un paesaggio caratterizzato da alte montagne rocciose e fiumi che attraversano le valli, il Nuristan è un luogo di straordinaria bellezza ma rappresenta un ambiente estremamente difficile per chi ci vive. La provincia è una delle zone più remote dell’Afghanistan.
Con temperature che scendono al di sotto dei -30° in inverno, diventa quasi impossibile per le gli abitanti di queste zone accedere ai servizi. Una persona può impiegare anche quattro ore o più per camminare da casa al mercato più vicino o alla prima struttura pubblica.
Queste difficoltà non sono nuove, il Nuristan è stato isolato dal resto del paese per decenni durante la guerra in Afghanistan. Nonostante sia migliorato l’accesso alle strade (seppur non asfaltate), la sanità, l’istruzione e gli altri servizi essenziali restano difficili da raggiungere, soprattutto durante l’inverno.
Con un alto tasso di mortalità neonatale e infantile sotto i cinque anni, con solo l’8,3% del totale dei parti che avviene in strutture sanitarie (contro una media del 66,3% nel paese) e più del 60% dei bambini in età scolare che non frequentano la scuola primaria, lo scarso accesso ai servizi lascia i bambini e le donne in stato di vulnerabilità.
L'UNICEF, con il sostegno dell'Ufficio per l'Assistenza Umanitaria dell'USAID e dei fondi programmatici globali, sta distribuendo denaro per aiutare le persone ad acquistare articoli per la casa e beni di prima necessità e superare il duro inverno afgano. Questo programma è in fase di attuazione in 18 distretti all’interno delle province montuose di Nuristan, Panjshir e Daikondi e raggiunge 32 mila famiglie.
Sono un’ostetrica di formazione, ma da quando non posso più lavorare ho veramente pochi soldi per tirare avanti. Oggi sono qui per ricevere il sostegno in denaro dell’UNICEF per l’inverno. Mi basterà per un mese e mezzo circa, lo utilizzerò per comprare vestiti caldi e beni di prima necessità.
Zulaykha (35 anni), è una delle beneficiarie del programma
Un aiuto prezioso per superare l'inverno
Zulaykha è rimasta vedova e non ha figli. Vive con suo fratello e la sua famiglia e gestisce da sé le sue spese. Il denaro ricevuto dall'UNICEF le rende la vita un po’ più semplice: può soddisfare i suoi bisogni senza dipendere da altri. “Ci aspettiamo la neve da un momento all’altro e questo peggiorerà la situazione in tanti modi diversi” racconta.
Nel Nuristan, una delle provincie meno servite del paese e con il più alto tasso di povertà multidimensionale, l’UNICEF supporta quasi 3.200 famiglie in due diverse località del distretto di Barg-i-Matal, incusa quella di Zulaykha.
I beneficiari vengono identificati attraverso alcuni criteri specifici: la presenza di figli con meno di due anni o una donna incinta nel nucleo familiare; un nucleo con una donna come capo-famiglia; la presenza di un bambino con disabilità o di un capo-famiglia disabile.
Coltiviamo il mais per nutrire le nostre famiglie e il bestiame, io mi occupo della casa e di tutto ciò che ruota intorno ad essa. Non provvedo solo ai miei figli, ma anche ai miei nipoti perché mio figlio non gode di buona salute. Questi soldi mi aiutano a comprare legna, sapone, olio, grano e vestiti caldi, in particolare per i miei due nipoti. I fondi durano solo circa due mesi, ma almeno possiamo mangiare e proteggerci da questo freddo insopportabile.
Bibi Ayesha (63 anni) è madre di nove figli, suo marito è cieco e ha una disabilità alle gambe
Noorullah Mazloom, 46 anni, è in fila per ricevere assistenza in denaro nel villaggio di Sharqi, in Afghanistan. Ha otto figli e in famiglia sono in dieci in totale, utilizzerà i soldi per comprare vestiti caldi per l'inverno
Le famiglie considerate idonee per il programma ricevono 13,500 afghani (circa 200 dollari), sufficienti per un mese o due per la maggior parte dei beneficiari. In Afghanistan manca un vero e proprio sistema bancario nazionale. Per colmare questa lacuna, le transazioni finanziarie vengono effettuate tramite agenzie di “money service”. L'UNICEF collabora con i fornitori per organizzare la distribuzione del contante, in stretto coordinamento con i partner.
Come Bibi Ayesha anche Hafia, 21 anni, è tra le donne in beneficiarie del programma: "Sono stata informata dal comitato del nostro villaggio che l'UNICEF distribuiva denaro e che ne avevamo diritto" - ha raccontato - "Vivo in una famiglia di sette persone, ma mio padre è morto e le cose si sono fatte dure per noi. Se spendiamo il denaro ricevuto con attenzione, potrebbe coprire le nostre esigenze per un mese o un mese e mezzo. Sono profondamente grata".
Il programma invernale di trasferimento di denaro è stato introdotto dall'UNICEF dal 2021 e da allora è stato rinnovato ogni anno. Si stima che 22,9 milioni di afghani avranno bisogno di supporto umanitario nel 2025, di cui 12,4 milioni di bambini.
Per approfondire
L’Afghanistan è tra i paesi più esposti ai rischi climatici, rigidi inverni e disastri naturali come alluvioni, siccità e terremoti che aggravano le condizioni di vita già precarie di una popolazione colpita da un’instabilità economica persistente e da restrizioni crescenti per i diritti di donne e ragazze.
Nel paese l’emergenza umanitaria è prolungata negli anni e vede il sovrapporsi di crisi molteplici, l'UNICEF è presente sul campo per fornire servizi ed assistenza salvavita per bambine, bambini e famiglie in condizioni di estrema vulnerabilità. Per saperne di più, visita la sezione Emergenza Afghanistan.