Alle radici della resilienza. Here4U e il supporto psicosociale per adolescenti e giovani migranti e rifugiati

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07/04/2023

“Ogni espressione fisica del dolore, la difficoltà nel mangiare, dormire, svolgere semplici attività quotidiane, sono tutti segnali di uno stato di allerta costante, meccanismi semplici che il corpo mette in atto quando ci si sente in pericolo e bisogna difendersi da qualcosa” ci dice Diego Manduri, psicologo e psicoterapeuta.

Sono questi in genere i segnali che spingono adolescenti e giovani a raggiungere gli operatori di Here4U, il servizio di supporto psicosociale attivato dall’UNICEF in collaborazione con ARCI e APPRODI per rispondere ai bisogni specifici di ragazze e ragazzi con background migratorio che affrontano una fase di disagio.  
 

Il meccanismo è semplice: chi vuole fare una segnalazione o chiedere supporto può farlo gratuitamente attraverso la piattaforma U-Report On The Move. La segnalazione passa agli operatori specializzati di Here4U – una equipe di psicologi clinici, psicoterapeuti, operatori socio-legali e mediatori linguistico culturali - che si mettono in contatto con la persona offrendo supporto. Il primo contatto è incentrato sull’ascolto, per individuare il bisogno che ha spinto la richiesta. Con la presa in carico da parte del terapeuta il lavoro si sviluppa attraverso la definizione di una mappa delle risorse e sulla loro “riattivazione”, oltre che alla costruzione di una rete di supporto psico-sociale sul territorio.

“Noi lavoriamo per ridurre il livello di allarme e ristabilire e aumentare il senso di sicurezza della persona – dice Diego - C’è un presupposto fondamentale: l’orrore vissuto e subito ora non c’è, è nel passato. Ha lasciato sicuramente tracce, paure. Quel che c’è ora è la possibilità di rifiorire. Le ragazze, i ragazzi, le persone che incontriamo rifioriscono perché nutriamo parti vitali spente da sofferenza, stanchezza, dalla lunga burocrazia. Lavoriamo però con le risorse che hanno dentro di sé, che è ciò che le ha spinte a fuggire, a salvarsi, a chiedere aiuto a noi”.

Tante le storie dietro i 1500 casi presi in carico da Here4U

È il caso di Sasha, fuggita dall’Ucraina a seguito dei bombardamenti, o di Ismail, originario dell’Africa subsahariana, stanco dell’ennesimo trasferimento. O ancora il caso di Kamal, attivista egiziano, che ha vissuto una dura detenzione al Cairo, ricorda ancora l’isolamento forzato al buio. Nonostante i diversi contesti di provenienza e le diverse cause, il fattore comune di queste storie resta la forza che ognuno di loro ha avuto lasciando o superando una condizione negativa e cercando di tornare a vivere. È proprio quello il punto di partenza per l’intervento degli operatori. 

Dalla sua attivazione a oggi, Here4U ha preso in carico oltre 1500 casi, con due picchi nel periodo di pandemia e nella prima fase della guerra in Ucraina. L’accesso al supporto psicosociale e ai servizi di salute mentale è solo uno dei servizi offerti da Here4U.  

Spesso la causa delle richieste è legata anche alla stanchezza per i processi burocratici, a volte le cause sono multiple, possono essere legate alla ricerca di lavoro, ai percorsi formativi, alla salute, alla richiesta di informazioni di carattere legale.  

Gli operatori di Here4U offrono supporto online fornendo di volta in volta risposte concrete ai bisogni specifici e attivando una rete di interventi attorno alla persona. 

Adolescenti e giovani migranti e rifugiati possono accedere alla piattaforma gratuitamente attraverso i canali online di U-Report on The Move: 

  O scrivendo direttamente su: 

07/04/2023

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