Centrafrica, ancora minori arruolati e uccisi
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L’UNICEF condanna nel modo più fermo il reclutamento e l’uccisione nella Repubblica Centrafricana di un ragazzo di 17 anni. Lo scorso 24 aprile un ufficiale di Seleka [la milizia ribelle che ha preso il controllo della capitale Bangui costringendo alla fuga il Presidente, François Bozizé], conosciuto come "il Colonnello", ha ordinato a due ragazzi, rispettivamente di 17 e 19 anni, di rubare un veicolo nei dintorni di Bangui.
Una folla di persone ha assisto alla scena e i due ragazzi sono stati lapidati a morte, mentre il Colonnello, che guidava l’operazione, si allontanava dalla scena.
I due ragazzi assassinati erano stati smobilitati dal movimento ribelle CPJP (Convention of Patriots for Justice and Peace) e facevano parte di un gruppo di 64 tra bambini e giovani associati con gruppi armati arrivati a Bangui nel dicembre 2012, quando i combattimenti si sono intensificati.
Molti di essi sono stati accolti in famiglie affidatarie, ma alcuni sono stati nuovamente arruolati dopo che la milizia Seleka ha ripreso il controllo della capitale, a fine marzo.
«Desideriamo esprimere il nostro cordoglio alle famiglie dei due giovani, uno dei quali ancora minorenne, e condannare le azioni che hanno portato a questa tragedia» ha dichiarato Souleymane Diabate, Rappresentante dell’UNICEF nella Repubblica Centrafricana. «Chiediamo uno sforzo urgente per proteggere i bambini dal conflitto, chiediamo l’immediato rilascio di tutti bambini associati a gruppi armati. Bisogna prendere provvedimenti contro coloro che reclutano e usano bambini per commettere crimini.»
L’UNICEF si sta impegnando con tutte le parti per proteggere i diritti dei bambini nella guerra civile che dilania la Repubblica Centrafricana. Stiamo impegnano tutte le nostre risorse per cercare di far cessare il reclutamento dei minori e favorire la loro smobilitazione e la riunificazione con le famiglie e con le comunità.
Tutti i bambini hanno il diritto di essere protetti dalle violenze. Il reclutamento e l’uso dei minori nei conflitti armati è una delle 6 violazioni gravi dei diritti umani dei bambini elencati nella Risoluzione del Consiglio di Sicurezza ONU 1612 del 2005. Coloro che commettono tali crimini devono essere chiamati a risponderne.