"Budapest è la mia seconda casa". Le storie di Masha, Danylo, Polina e Yulia fuggiti dall'Ucraina

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28/06/2024

"Questa scuola è la mia seconda casa. Mi piace davvero l’atmosfera” dice Masha, 13 anni, arrivata in Ungheria con l’intensificarsi dei combattimenti in Ucraina. Ora frequenta la scuola pubblica locale ma trascorre i pomeriggi nell’Istituto degli Scolopi in cui si svolge un progetto educativo per i bambini migranti e rifugiati insieme all'UNICEF Ungheria.

Attualmente, più di cento bambini rifugiati insieme ai loro genitori partecipano alle attività della scuola, ogni settimana. Possono seguire classi di recupero per materie come biologia, storia, anatomia e chimica. Le lezioni di lingua sono aperte a bambini e genitori e vi sono anche attività extracurriculari come teatro e sport.

Un progetto nato per aiutare i bambini a scuola, e non solo

Creata con lo scopo di aiutare i bambini ad integrarsi nei programmi scolastici, questa iniziativa dà la possibilità di incontrare altre persone di nazionalità ucraina o russofoni e di creare una rete di amicizie: un’ancora di salvezza per la vita di tutti i giorni.

“Ospitiamo bambini rifugiati dal marzo 2022. Appena saputo dell’inizio della  guerra, ci siamo resi conto che era necessario dare una mano e abbiamo deciso di farlo nel miglior modo possibile per una scuola: con l’istruzione. Lavoriamo affinché i bambini che partecipano al programma non restino indietro con gli studi. Mentre cercano la loro strada, vogliamo dare continuità al percorso di studi e conoscenze intrapresi a scuola, nonostante le difficili circostanze”
dichiara Bálint Horváth, preside della Scuola Secondaria degli Scolopi.

L’integrazione nel curriculum di lingua ungherese è stata difficile per alcuni studenti ucraini. “Quelli che si rivolgono a noi sono determinati ad imparare la lingua e fare di tutto per eccellere. Abbiamo osservato che gran parte dei bambini si stanno riprendendo dallo shock di aver dovuto abbandonare le loro case, ora sembrano gioiosi e felici. Amano il clima che si è venuto a creare qui, li aiuta a sentirsi al sicuro, maggiormente connessi con la vita di tutti i giorni” racconta Natasha Pavlovski, a capo del programma.

Adesso abbiamo una nuova insegnante: dobbiamo ancora abituarci, ma per il resto le cose vanno davvero bene qui. Sono felice perché nella scuola pomeridiana è più facile comunicare ed ho amici sia qui che nella scuola pubblica. Se guardiamo le cose da vicino, c’è gioia in ogni momento

Polina, 11 anni, arrivata da Kherson 

La maggior parte dei bambini hanno trovato un nuovo modo di affrontare la vita di tutti i giorni, sentendosi molto più al sicuro rispetto a quando sono arrivati. Maria Cvetuhina, coordinatrice del programma e insegnante di inglese, dice che grazie al programma i bambini vanno bene a scuola e riusciranno a finire l’anno con buoni voti e una bella sicurezza emotiva. “Abbiamo un team fantastico per le attività pomeridiane” aggiunge. “È un piacere lavorare con colleghi così dediti al lavoro, l’atmosfera è rassicurante e di supporto per tutti”.

La gentilezza, un pilastro dell'accoglienza

Masha preferisce i programmi pomeridiani, rispetto alla scuola pubblica, e sente che questi ultimi due anni hanno provocato dei cambiamenti in lei. La gentilezza con cui lei e la sua famiglia sono stati accolti sin dal primo istante, ha significato davvero molto. Quando non sta studiando, si gode la vita da adolescente. “Mi piace andare sullo skateboard” racconta “In qualche modo finisce sempre per essere una bella esperienza: quando cado, le persone vengono ad aiutarmi. Mi fa sentire bene.”

Danylo, 17 anni, frequenta la nona classe nell’Istituto Tecnico: iniziare la scuola in Ungheria è stato difficile all’inizio. “Mi sento meno in ansia, ora che posso capire i miei compagni di classe: non solo per la lingua, ma anche per la cultura…hanno un modo diverso di esprimersi rispetto ai noi ed è stato strano, all’inizio”.

Yulia è arrivata in Ungheria due anni fa e, all’inizio, ha sentito il suo mondo sgretolarsi.

“Ero davvero sconsolata perché ho sempre desiderato diventare un medico e ho pensato che i miei sogni ormai fossero irrealizzabili. I miei genitori mi hanno dato la forza per continuare a studiare. Così, ho studiato l’ungherese e nel frattempo sono stata ammessa alla scuola professionale di medicina, dove sto lavorando sodo per prepararmi agli esami di ammissione alla facoltà di medicina. Oltre alla lingua, sto seguendo delle lezioni extracurriculari di anatomia durante il programma pomeridiano, il che mi aiuta molto. Pratico anche la scherma, che mi aiuta in tutto, con l'ungherese e la capacità di resistere. Quando faccio scherma, sento di essere capace, che avrò successo in campo medico e riuscirò a superare tutte le difficoltà".

Nel liceo degli Scolopi, ci sono studenti che lavorano come volontari con i bambini rifugiati. Yulia, per esempio, ha avuto tre diversi mentori tra gli studenti ungheresi e sente di dover molto a loro. “Come istituzione è importante per noi che anche i nostri studenti partecipino il più possibile nell'aiutare gli altri e diventino adulti responsabili", afferma Bálint Horváth. 

La guerra ha causato lo sfollamento di oltre 6,3 milioni di persone dall'Ucraina, la maggior parte delle quali donne e bambini: l'Ungheria ospita ora più di 63.000 rifugiati ucraini. Grazie al Bureau of Population, Refugees, and Migration degli Stati Uniti, il Refugee Response Office dell'UNICEF in Ungheria è in grado di sostenere i bambini rifugiati e le loro famiglie, nonché i bambini della comunità ospitante con attività educative, protezione dell'infanzia, salute (compresa la salute mentale) e servizi di protezione sociale.

 

28/06/2024

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