La cittadinanza italiana alle Seconde generazioni sul palcoscenico di Miss Italia
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C'era da aspettarselo. Il tema dell'acquisizione della cittadinanza italiana da parte delle Seconde Generazioni è approdato sul palcoscenico dell'ultima edizione di Miss Italia, dove sono arrivate le finaliste di Miss Italia nel Mondo.
Molte sono figlie di immigrati, nate o cresciute Italia, ma che in base all'attuale normativa sulla cittadinanza rimangono straniere.
Nayomi Andibuduge è una delle sei concorrenti di “Miss Italia nel Mondo” ammesse alla finale del 9 settembre. 18 anni compiuti il 30 luglio scorso, originaria dello Sri Lanka, ma nata a Roma, dove ha sempre abitato insieme alla famiglia (il padre Reymond e la mamma Sandhya, nella Capitale rispettivamente da 30 e 20 anni) ha scritto una lettera al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nella quale tra le altre cose si legge:
«Illustrissimo Presidente,
mi chiamo Nayomi Andibuduge, sono una ragazza che in questi giorni sta partecipando al Concorso di Miss Italia a Montecatini. Ho diciotto anni e sono nata a Roma. E non ho la cittadinanza italiana, cittadinanza che vorrei invece avere di diritto essendo nata in Italia da genitori dello Sri Lanka che da decenni vivono nel Vostro (nostro) Paese.
Pur senza esserlo secondo le attuali leggi dello Stato, mi sento italiana a tutti gli effetti, vivo una vita normale e sono perfettamente inserita nel tessuto sociale di Roma, città che amo ed in cui vivo...»
Un’altra ragazza, Ana Carolina Da Silva, riserva nella sezione Miss Italia nel Mondo, nata a Rio de Janeiro 21 anni fa, residente da dodici anni a Oderzo, in provincia di Treviso, maturità scientifica e poi l’Università a Milano, mette l'accento sui tempi della burocrazia necessari ad ottenere la cittadinanza:
«Per un cittadino di un Paese non europeo occorrono dieci anni di permanenza in Italia per avviare l’iter per la cittadinanza. Le procedure burocratiche richiedono poi altri tre o quattro anni, un arco di tempo lunghissimo soprattutto per chi, come me, si sente italiana e in questo Paese ha sempre vissuto».
L'UNICEF Italia segue da vicino l'iter parlamentare di riforma della Legge 91/1992 sulla cittadinanza in relazione alle Seconde generazioni, affinchè avvenga in armonia con quanto sancito dalla Convenzione sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, nel rispetto del principio di non discriminazione e di quello del superiore interesse del minorenne.
Nell'ambito della Campagna “Io come Tu” per l'affermazione dell'uguaglianza dei diritti e l'eliminazione delle discriminazioni per tutti i bambini e gli adolescenti che, a diverso titolo, nascono, vivono, crescono in Italia - soprattutto i minorenni appartenenti a gruppi particolarmente vulnerabili come quelli di origine straniera - l'UNICEF ha promosso nel 2011 una indagine che ha coinvolto 400 adolescenti italiani e 118 adolescenti di origine straniera da cui è emerso come 7 adolescenti su 10, sia italiani che di origine straniera, non fossero a conoscenza della legislazione relativa alla acquisizione della cittadinanza italiana per le persone nate in Italia da genitori stranieri.
La maggior parte degli adolescenti italiani interpellati (67%) e la quasi totalità di quelli di origine straniera (91.7%) si sono però dichiarati d’accordo nel concederla per diritto a chiunque nasca in Italia.