COVID-19, ridurre il debito per combattere la pandemia nei paesi poveri
3 minuti di lettura
La pandemia di COVID-19 sta generando una crisi economica globale senza precedenti. E, come vediamo in tutte le crisi del genere, il danno economico è distribuito in modo spietatamente ineguale.
Per i Paesi più poveri del mondo, le ricadute finanziarie causate dalla pandemia, unite ai debilitante pagamento dei servizi del debito [gli interessi sul debito contratto con banche e governi occidentali], stanno ostacolando la loro capacità di proteggere i cittadini dall'espandersi dei contagi.
E per le famiglie che vivono in quei paesi, alle prese con la perdita delle fonti di reddito e con un accesso limitato al cibo, in ambienti nei quali il distanziamento sociale è impraticabile, dove anche il sapone e l'acqua corrente per lavarsi le mani sono un lusso e i servizi sanitari di qualità inesistenti, la situazione è già disastrosa e non farà che peggiorare.
Sebbene ai bambini siano in gran parte risparmiate le conseguenze sanitarie della pandemia, essi sono i più esposti alla devastazione economica che ne seguirà.
Più di 200 milioni di bambini vivono in paesi schiacciati dal debito pubblico o ad alto rischio. Il peso del debito lascia questi Stati in grosse difficoltà nel prevenire la trasmissione della malattia.
I Paesi a basso reddito, in particolare, sono costretti ad aumentare drasticamente la spesa sanitaria per rispondere alla crisi, e al tempo stesso a potenziare - o, in alcuni casi, a creare ex novo - sistemi di protezione sociale che includono sussidi monetari senza condizionalità, redditi garantiti per coloro che perdono il lavoro e misure di sicurezza occupazionale.
La spesa aggiuntiva necessaria non deve andare a discapito di altri servizi essenziali per l'infanzia, come le vaccinazioni di routine, l'assistenza alla maternità e la protezione dell'infanzia. In questo momento cruciale, questi paesi devono poter spendere di più per proteggere il futuro dei propri bambini.
Con l'obiettivo di contenere la trasmissione della malattia e prevenire un'ulteriore catastrofe economica, l'UNICEF unisce con forza la sua voce agli appelli del Presidente della Banca Mondiale e dell'Amministratore Delegato del Fondo Monetario Internazionale (FMI) per una riduzione o ristrutturazione del debito per gli Stati più in difficoltà.
Come ha osservato il Segretario Generale delle Nazioni Unite António Guterres nella sua recente lettera al G20, la ristrutturazione del debito è una priorità - a cominciare dalla deroga immediata del pagamento degli interessi per il 2020.
Allentando l'onere del finanziamento del debito, gli Stati avranno maggiori possibilità di intervenire in modo rapido ed efficace per ridurre l'impatto della crisi economica e contrastare l'espansione del COVID-19.
(Dichiarazione del Direttore esecutivo dell'UNICEF Henrietta Fore)