Dai suoi occhi. L'hotspot di Lampedusa visto da A.

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14/07/2023

A. ha soli 15 anni, viene dalla Sierra Leone. L’abbiamo incontrata all’hotspot di Lampedusa.

Quanto tempo devo restare qui? Quando possiamo uscire? È strano aver fatto questa strada e restare bloccati in questo posto, senza sapere cosa succede adesso e cosa succederà dopo. Vedo spesso che chiamano alcune persone, salgono in un bus e vanno via da qui. A me ancora no, e sono qui da diversi giorni ormai. Dicono che per donne e bambini sia più difficile, ma perché?

Ho 15 anni, vengo dalla Sierra Leone, mi manca tutto del mio Paese, in questi giorni mi sento molto sola.

Ho lasciato casa perché mi sono sentita in pericolo. Da quando mio padre si è risposato la mia vita è cambiata. Ho dovuto lasciare la scuola, per lavorare al mercato provando a racimolare qualcosa per la famiglia, la mia matrigna e i miei fratelli più piccoli, ma non bastava, così hanno deciso che avrei dovuto sposare un uomo più grande: 40 anni. 25 in più dei miei. So che succede e che può essere pericoloso per le ragazze. Mi ha aiutato mia zia, con il suo aiuto ho deciso di scappare. Non so ancora cosa mi aspetta. A volte mi sento in colpa, a volte sono solo stanca, altre sono serena, perché penso che comunque andrà potrò avere la libertà di tornare a studiare e sentirmi al sicuro.

Oggi ho parlato con gli operatori. Raccontavo che da quando sono andata via ho perso i contatti con tutti. Avrei voluto mi cercassero, sapere da mia zia che aspettavano tornassi, ma non è successo. Mi sono chiesta mille volte cosa farò adesso, come inizierò qui, se davvero potrò riprendere a studiare e come sarà la mia vita da sola in un posto che non conosco. Oggi alcuni operatori mi hanno detto che non sono da sola, che starò bene. È davvero così? ci sarà qualcuno su cui posso contare? Cosa succederà adesso?

A. è soltanto una delle tante ragazze incontrate nell'hotspot

Donne e bambini, per via delle vulnerabilità specifiche, sono sempre tra le categorie più esposte al rischio di sfruttamento e violenza durante tutte le fasi del percorso migratorio. Ed è per questo che necessitano di supporto specifico. Per loro però le attese per il trasferimento in accoglienza diventano spesso più lunghe per via della difficoltà a reperire posti in strutture adeguate per loro.

L’UNICEF è attivo sul posto e anche nelle altre regioni di arrivo e transito in Italia con una risposta operativa per fornire informativa e protezione a minorenni, in particolare ai minori stranieri non accompagnati, ragazze, donne e famiglie migranti e rifugiati.

Dal 2023 l’UNICEF ha potenziato l’azione in frontiera e in prima accoglienza attraverso PROTECT, progetto finanziato Direzione Generale della Migrazione e degli Affari Interni (DG Home) della Commissione europea attraverso il Fondo Asilo, Migrazione e Integrazione (FAMI).

14/07/2023

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