Darfur - Sudan, la più vasta crisi umanitaria del pianeta
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- Madre e bambino in attesa della vaccinazione nell'ospedale del campo profughi di Dorti (Darfur occidentale) - ©UNICEF/HQ04-0916/S.Noorani
Quella che si consuma in Sudan è la più grave e complessa emergenza umanitaria attualmente in corso nel mondo.
Basti pensare che l'Appello umanitario dell'UNICEF per il 2009 dedica a questo paese ben 145 milioni di dollari, somma pari a oltre un settimo dei fondi complessivamente richiesti per tutte le 36 crisi in corso nel mondo.
Cuore della crisi sudanese è senz'altro il Darfur, vasta regione semidesertica ma ricca di risorse sotterranee, messa a ferro e fuoco dalle milizie dei Janjaweed spalleggiate dal governo di Khartoum, le cui scorrerie hanno costretto alla fuga metà della popolazione contadina.
Neppure nei campi per sfollati allestiti nello stesso Darfur o in altre aree del Sudan c'è sicurezza per i civili: complice il sovraffollamento e la scarsa tutela delle forze dell'ordine locali, è sempre più diffuso l'uso della violenza sessuale come arma di ricatto e umiliazione ai danni di donne e bambini.
Allo stato attuale, almeno 4,7 milioni di persone - circa due terzi della popolazione del Darfur - subiscono direttamente le conseguenze del conflitto. Metà di essi sono bambini.
Circa 2,7 milioni di sfollati sopravvivono in 165 campi di accoglienza, mentre altri due milioni risiedono in comunità locali che prestano loro accoglienza. Altri 250.000 profughi sudanesi si sono rifugiati in Ciad, dove contendono di fatto le scarse risorse naturali e gli ambiti aiuti umanitari alla poverissima popolazione locale.
Moltissimi altri abitanti del Darfur (tra cui 1,2 milioni di bambini) non hanno abbandonato le proprie terrre ma restano tagliati fuori da ogni assistenza, isolati in aree rurali controllate dal Governo o dai ribelli, ma egualmente inaccessibili alle agenzie umanitarie.
La situazione è decisamente peggiorata con 'espulsione dal Darfur di 16 Ong (organizzazioni non governative) decretata dal governo del Sudan come ritorsione dopo il mandato d'arresto nei confronti del presidente Al-Bashir da parte della Corte Penale Internazionale per i crimini contro l'umanità (marzo 2009).
La perdita di questi preziosissimi partner (in tutto sono 7.700 gli operatori umanitari espulsi) è un colpo durissimo per l'UNICEF, che pur non avendo subito provvedimenti diretti è ora nella quasi impossibilità di garantire la prosecuzione di alcuni programmi e progetti.
L'azione umanitaria dell'UNICEF in Darfur e nel resto del Sudan
Ogni giorno muoiono in Darfur 75 bambini sotto i 5 anni, in massima parte per infezioni e malattie facilmente prevenibili. La situazione umanitaria è di poco migliore nel Sud Sudan e nel Kordofan, regioni per molti anni dilaniate da conflitti ormai risolti, ma che richiedono tuttora una costante azione di assistenza da parte della cooperazione internazionale.
Anche qui, come racconta in un'intervista in esclusiva per il nostro sito Lucia Soleti, cooperante italiana impegnata con l'UNICEF nel Sud del paese, aiutare i civili è un'impresa ardua.
Gli aiuti dell'UNICEF sono di fondamentale importanza in tutti i settori vitali per l'infanzia: dalla distribuzione di acqua potabile alla costruzione di servizi igienici d'emergenza, dall'assistenza medica di base e contro la malnutrizione, agli interventi per l'istruzione e la protezione dei bambini nei campi per sfollati in Sudan e nei campi profughi nel Ciad.
Nel solo 2008 l'UNICEF ha garantito il rifornimento di acqua potabile per 1,9 milioni di sfollati, inviato farmaci e materiali sanitari sufficienti per le cure di 2 milioni di civili e ha organizzato campagne di vaccinazione e somministrazione di vitamina A, come quella - davvero gigantesca - che ha consentito di vaccinare contro la polio quasi 10 milioni di bambini in tutto il Sudan.
Per conoscere in dettaglio le attività umanitarie che l'UNICEF ha realizzato in Darfur e nel resto del Sudan fino a oggi, leggi il report a fondo pagina.