Delia: crescere tra culture, affrontare la discriminazione e la campagna "OPS!" dell’UNICEF

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19/03/2025

Delia ha 24 anni, è nata a Bergamo da genitori ivoriani e nigeriani. La sua storia è quella di tanti giovani con background migratorio in Italia, lei lo descrive come un equilibrio costante tra più identità, tra radici e appartenenza. "Mi sono spesso sentita divisa tra tre culture. Crescendo, ho capito che l’equilibrio lo avrei trovato abbracciando tutte e tre." 

Fin da piccola, Delia si è trovata a rispondere a domande che mettevano in discussione la sua identità. "Mi chiedevano sempre: ‘Di dove sei?’. Quando rispondevo ‘Bergamo’, la domanda successiva era quasi sempre: ‘Sì, ma di dove sei davvero?’. Questa cosa mi ha sempre spiazzata. Io sono di Bergamo, è la città in cui ho sempre vissuto." 

Il legame con le sue origini è stato mantenuto soprattutto attraverso la famiglia. "Principalmente attraverso la cucina. I sapori e i profumi di casa mia mi hanno sempre fatto sentire connessa alle mie radici." Ma il contesto in cui è cresciuta le ha insegnato che spesso la società non è pronta ad accettare identità complesse. "L’Italia non è solo quella che ci è sempre stata raccontata, è molto più complessa. E la complessità non è un problema." 

L’incontro con la piattaforma dell’UNICEF U Report On The Move e la campagna OPS!

L’incontro con la piattaforma dell’UNICEF U Report On The Move e la campagna OPS! contro i pregiudizi inconsci è stato quasi casuale. "Ho visto un post su Instagram sull’Academy di OPS! e ho deciso di partecipare. Mi sembrava una buona opportunità per discutere nel pratico di tematiche così importanti." Per due anni, Delia ha fatto parte di questo percorso e l’esperienza l’ha spinta a proseguire gli studi con un dottorato con una ricerca sulle ONG. "Ho capito che volevo fare qualcosa di concreto per cambiare la narrazione sulla migrazione e sull’identità." 

È proprio per cambiare questa narrazione che l’UNICEF ha lanciato la campagna "OPS!", un’iniziativa pensata per sensibilizzare i giovani sui pregiudizi inconsci e sulla narrazione mediatica della migrazione. "Sempre più giovani come me si stanno informando su cosa significhi avere un background migratorio. Oggi il discorso sull’identità si sta evolvendo: non sono solo le origini a definire chi siamo, ma anche il nostro vissuto e le esperienze personali. Nessuno, al di fuori di noi, dovrebbe dirci se quello che sentiamo è giusto o sbagliato." 

Il messaggio di Delia per chi si sente diverso o affronta discriminazioni è chiaro: "Non c’è sempre un ‘giusto’ o uno ‘sbagliato’, il mondo non è in bianco e nero. Quando si tratta di identità, la cosa più benefica che si possa fare è abbracciare quello che si è e riscoprire i propri valori. Se nessuno attorno a te ha mai sottolineato la tua unicità̀, riscoprila tu." 

19/03/2025

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