Diario di Vladimir Luxuria in Mozambico/2
2 minuti di lettura
Membri dello staff dell'UNICEF Mozambico, tra cui Roberto De Bernardi, Responsabile UNICEF in Mozambico - ©UNICEF Italia
Primo giorno. Il mio viaggio è cominciato nell'Ambasciata del Mozambico a Roma, quando l'Ambasciatrice mi ha consegnato il visto d'ingresso con un discorso sincero di riconoscenza affettuosa.
Oggi sono atterrata a Maputo, in un piccolo aeroporto dove volano pochi aerei ma tante farfalle bianche.
Con me Andrea, giornalista, Valentino, fotografo e Claudia consulente audiovisivi UNICEF.
Incontriamo Roberto De Bernardis, responsabile UNICEF del progetto nutrizione e sanità, e nostro accompagnatore per questa missione.
Nella sede conosciamo Gabriel Pereira, Robert Jenkins, Luisa Brumana e Anjana Manga, parte dello staff UNICEF in Mozambico.
Nella loro introduzione alcuni dati: oltre 500.000 orfani di uno o entrambi i genitori a causa dell'AIDS, circa il 50% dei bambini abbandona la scuola, soprattutto bambine costrette a rimanere in casa ad accudire i fratellini al posto di un genitore scomparso.
Ci spiegano che l'aspettativa di vita qui è scesa a 37 anni.
Ci mostrano una statistica secondo la quale 90 bambini al giorno vengono infettati alla nascita direttamente dalle loro madri, sappiamo però anche che attraverso la terapia anti-retrovirale nella quasi totalità dei casi si fa in modo che rimanga solo l'amore, e non un virus trasmesso da madre a figlio.
Ma se al problema della sieropositività si somma la scarsa nutrizione, la malaria e una scarsa disponibilità di acqua potabile, il problema diventa una tragedia i cui protagonisti inizieremo a incontrare domani.