Dispersione scolastica, gli alunni stranieri sono quelli più a rischio
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Il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR) ha recentemente reso pubblici i risultati di un focus su “La dispersione scolastica” in Italia: l’indicatore utilizzato per l’analisi del fenomeno in ambito europeo è quello dell’Early School Leavers (ESL) che prende a riferimento la quota di giovani tra i 18 e i 24 anni con titolo di studio non più alto dell’istruzione secondaria inferiore e non inseriti in programmi di formazione professionale.
Nel 2012 in Italia, nonostante i progressi (nel 2012 gli studenti tra i 18 e i 20 anni che hanno abbandonato gli studi sono stati 758mila, 29 mila in meno rispetto al 2011), l’indicatore ESL è stato pari al 17,6% a fronte di una media europea del 12,8%.
Il Molise è stato l’unica Regione ad aver raggiunto il target europeo con un valore dell’indicatore pari al 9,9 %.
Maggiormente colpite dal fenomeno invece le regioni del Mezzogiorno, con punte del 25,8% in Sardegna, del 25% in Sicilia e del 21,8 % in Campania.
L'integrazione, argine contro la dispersione
Al divario territoriale si aggiunge quello relativo alle origini etniche: gli studenti di origine straniera sarebbero quelli maggiormente a rischio di abbandono scolastico. In particolare, i giovani immigrati nati all’estero sembrano essere in situazione di maggiore difficoltà rispetto alla "seconda generazione" (figli di stranieri nati in Italia) che, al contrario, incontrano minori difficoltà nel percorso di studi.
L’84,5% del numero complessivo di alunni stranieri a rischio di abbandono è rappresentato infatti da alunni stranieri nati all’estero, percentuale che nella scuola secondaria di II grado tocca il 92%.
Quanto al dettaglio della cittadinanza degli alunni, nella scuola secondaria di I grado gli alunni che presentano la percentuale più alta di rischio di abbandono hanno cittadinanze di Stati africani (Libia, Eritrea, Guinea e Somalia).
Nella scuola superiore, gli alunni a maggior rischio di abbandono scolastico hanno invece cittadinanza di Paesi asiatici (Taiwan, Georgia, Cina e Thailandia).
Il Governo ha stanziato un finanziamento di 14 milioni di euro entro il 2014 per mettere a punto politiche di contrasto alla dispersione scolastica (il cosiddetto Pacchetto Scuola e Università) finalizzate a raggiungere entro il 2020 l’obiettivo del 16% dell’indicatore ELS.
L’UNICEF Italia guarda con attenzione a questi dati, che confermano la crescita esponenziale del numero di studenti di origine straniera nella scuola italiana e testimoniano come i successi scolastici e l’obiettivo dell’istruzione universale e di qualità passino attraverso l’integrazione, le pari opportunità, il sostegno alle fasce più deboli della popolazione e, non ultimo, il diritto di cittadinanza.
Tutti elementi portanti della nostra campagna di sensibilizzazione contro le discriminazioni "IO come TU".