#EmergencyLessons, evento finale a Bruxelles per la campagna UNICEF-UE su scuola e crisi umanitarie
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6 dicembre 2016 – Sono circa 2 milioni i bambini che, grazie alla collaborazione fra il Dipartimento per gli Aiuti Umanitari e la Protezione Civile della Commissione Europea (ECHO) e l’UNICEF, negli ultimi quattro anni, in 20 diversi Paesi, hanno proseguito il loro percorso scolastico, affrontando le conseguenze di conflitti, disastri naturali o emergenze di altro tipo.
I risultati del programma per l’Istruzione nelle Emergenze - sostenuto dall'Unione Europea - sono stati presentati oggi nel corso di un evento pubblico presso il Parlamento Europeo a Bruxelles, nell'ambito di un’innovativa campagna sui social media per diffondere consapevolezza sul tema e coinvolgere i giovani europei.
«Quando esplodono conflitti o altre crisi, i bambini non hanno bisogno solo di cibo, riparo e medicine» ha dichiarato nel corso dell’evento Christos Stylianides, Commissario Europeo per gli Aiuti Umanitari e la Gestione delle Crisi.
«L’istruzione può essere più di un salvavita: può fornire ai bambini uno spazio sicuro e protetto e contribuire a dare loro quegli strumenti utili per costruire un futuro migliore per sé stessi e per le loro comunità. L’Unione Europea sta quindi facendo da apripista nel sostegno all'istruzione nelle emergenze».
Dei 462 milioni di bambini in età scolare e di giovani che vivono in paesi colpiti da emergenze, circa 75 milioni hanno urgente bisogno di assistenza per l’istruzione. Nonostante ciò, l’istruzione continua a essere uno dei settori che riceve minori finanziamenti dagli appelli umanitari. Ad oggi, meno del 2% delle risorse umanitarie a livello mondiale sono impiegate a tale scopo.
La campagna #EmergencyLessons dell’Unione Europea e dell’UNICEF, negli ultimi 7 mesi, ha coinvolto più di 70 milioni di persone solo su Twitter, raggiungendo in particolare i giovani di sette paesi dell’Unione Europea (Grecia, Ungheria, Irlanda, Italia, Slovenia, Slovacchia e Regno Unito).
I sostenitori sono stati invitati a diffondere il messaggio fra i loro coetanei attraverso i social media, nelle loro scuole e durante eventi pubblici. La campagna si basa sulle toccanti storie di vita di bambini in Iraq, Ucraina, Nepal e Guinea, che hanno continuato a studiare nonostante guerre, disastri naturali ed epidemie.
«I bambini sono pronti a compiere sforzi straordinari pur di continuare a studiare, anche nelle circostanze peggiori» ha dichiarato Justin Forsyth, vicedirettore esecutivo dell’UNICEF. «Spetta a noi garantire che abbiano a disposizione le risorse necessarie per farlo. L’Unione Europea è stata d’esempio: si è impegnata ad aumentare, nel 2017, fino al 6% i fondi per gli aiuti umanitari per l’istruzione nelle emergenze. Speriamo che questo esempio venga seguito da altri».
Christos Stylianides aveva dato questo annuncio lo scorso 30 novembre, a Bruxelles, nell’ambito dell’International Education in Emergencies Forum.
La campagna ha ricevuto anche il sostegno di celebrità come l’attore britannico Tom Hiddleston, l’astronauta dell’ESA/Agenzia Spaziale Europea, Capitano Pilota dell’Aeronautica Militare e Goodwill Ambassador dell’UNICEF Italia Samantha Cristoforetti, il giocatore di basket sloveno Boštjan Nachbar, la conduttrice ungherese Kriszta D. Tóth e il ballerino slovacco Jaro Bekr.
Nel corso dell’evento a Bruxelles, una rappresentanza di bambini e ragazzi dei Paesi coinvolti nella campagna – tra cui la Giovane Ambasciatrice per l’Italia della campagna Jovana Kuzman - ha lanciato un appello per chiedere un maggiore impegno a livello internazionale sui programmi che permettono ai bambini nelle emergenze di proseguire il loro percorso scolastico.
All’evento ha partecipato anche una delegazione italiana composta da 4 ragazzi e ragazze, di età compresa tra i 17 e i 18 anni: Emanuele Greco, Elisa Ciaffei, Hiba Nairi e Christian Recchia.
Per la chiusura della campagna #EmergencyLessons, l’UNICEF e l’Unione Europea hanno lanciato la settima e ultima video-storia, ambientata in Nepal, paese colpito nel 2015 da un doppio, devastante terremoto in cui sono morte 9.000 persone.
Protagonista della storia è Amosh, che racconta la sua esperienza e descrive attraverso gli emoji il valore che ha avuto per lui la scuola in questa terribile esperienza.