“Essere e Malessere Social”, oltre 32.500 studenti si sono confrontati su temi come dipendenza dai social media, sicurezza online e benessere digitale

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17/01/2025

Ieri, oltre 32.500 studenti e studentesse delle scuole secondarie di secondo grado hanno partecipato all’evento in diretta streaming nazionale organizzato da Unisona e curato dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS), con la collaborazione di UNICEF e il sostegno di Fondazione Conad ETS. L’iniziativa, dal titolo “Essere e Malessere Social”, ha affrontato temi come la dipendenza dai social media, la sicurezza online e il benessere digitale degli adolescenti. 

Al centro del dibattito, le riflessioni emerse da un live poll, che ha coinvolto attivamente gli studenti con domande mirate a esplorare le loro abitudini e percezioni sull’uso dei social media. Con oltre 5.000 risposte raccolte, il sondaggio ha fornito una fotografia aggiornata della consapevolezza digitale tra i giovani. 

Una delle domande chiave era: “Quale comportamento potrebbe indicare una dipendenza dai social media?” Ben il 75% dei partecipanti ha selezionato la risposta “senso di irrequietezza e disagio causato dalla lontanza dai social”, scelta che denota consapevolezza rispetto ai possibili effetti causati da un’eccessivo utilizzo di questi canali.   Le altre opzioni includevano “controllare i social media subito dopo aver finito un compito importante” (12% dei partecipanti), “usare i social per rilassarsi dopo una giornata stressante. Un altro quesito esplorava il ruolo della scuola nella prevenzione delle dipendenze digitali, chiedendo agli studenti di scegliere tra diverse attività quella ritenuta più importante. Il 40% dei partecipanti ha espresso come richiesta quella di offrire spazi per attività creative ed espressive, seguita dal 24% che chiede di integrare stabilmente nelle lezioni percorsi di educazione all’uso consapevole del digitale, il 23% di promuovere spazi di dialogo per condividere e solo il 14% che ha indicato come scelta quella di venire informati su temi quali la sicurezza online e i rischi di violenza digitale.  

Un’ultima domanda del sondaggio chiedeva come i partecipanti pensassero di sentirsi  non usando  i social per un giorno. Il 48% dei partecipanti ha dichiarato che si sentirebbe , più concentrat3 e present3, mentre solo 14% ha dichiarato che si sentirebbe più solo/a e disorientata/o,il 13% si sarebbe sentito più creativo . Fa riflettere la risposta data dal 12%  - più di un ragazzo su 10 - che ha dichiarato di non saperlo,  perché mai gli è capitato di passare una giornata senza social. 

Gli interventi delle esperte dell’UNICEF Maddalena Grechi ed Estella Guerrera su social e benessere mentale e psicosociale

Un uso consapevole dei social media

Durante l’evento, Cristian e Sofia dello Youth Advisory Board hanno portato la loro esperienza e contribuito a promuovere un uso consapevole dei social media, basato su una maggiore protezione dei dati personali, la tutela della privacy e la conoscenza dei rischi legati a sexting, doxing e morphing.

Questo approccio si allinea al Commento Generale n°25 del Comitato ONU per i Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza sulla sicurezza dei minorenni in ambiente digitale Il dibattito è stato arricchito dai contributi delle esperte dell’UNICEF, Maddalena Grechi e Estella Guerrera, che hanno affrontato il tema da angolazioni diverse ma complementari.

Da una parte, un’analisi dei trend emergenti nell’uso dei social media tra i giovani ha offerto uno spaccato delle loro abitudini digitali, mentre una riflessione più approfondita sull’impatto di questi fenomeni sul benessere psicosociale ha evidenziato l’importanza di strategie educative informate e bilanciate. Questi approfondimenti hanno fornito strumenti utili sia per gli studenti che per gli educatori, contribuendo a creare un quadro completo e sfaccettato del rapporto tra i giovani e il digitale. 

Dall’evento emerge la necessita’ di formare i giovani ad un uso consapevole dei social media, basato su una maggiore protezione dei dati personali, la tutela della privacy e la conoscenza dei rischi legati a sexting, doxing e morphing.

Dipendenze comportamentali della Generazione Z

La Psicologa dell’ISS, esperta di dipendenze comportamentali, Adele Minutillo, ha presentato alcuni dati rilevanti tratti dal rapporto “Dipendenze comportamentali della Generazione Z”, di cui è coautrice. Secondo questo studio solo poco più del 2% della Gen Z soffre di una vera e propria dipendenza da social media. Più diffuse e numericamente rilevanti le dipendenze da videogame (12%) e le food addiction ( 28,8%).

Questo dato è stato utile per contestualizzare il dibattito e spostare l’attenzione sull’importanza di educare e informare, piuttosto che demonizzare l’uso del digitale. Preoccupante il dato relativo all’invio e alla ricezione di immagini con contenuti sessuali espliciti, soprattutto nella fascia di età 14/17 anni, che raggiunge picchi elevatissimi soprattutto tra chi ha un profilo di social media addiction. 

Gli studenti hanno espresso chiaramente la loro richiesta di una maggiore attenzione da parte delle scuole nel trattare temi legati al digitale, non solo attraverso informazioni sui rischi ma anche promuovendo attività che favoriscano la creatività e lo sviluppo di nuovi interessi. Queste proposte rafforzano l’idea che il benessere digitale passi attraverso una strategia educativa integrata. 

Con oltre 32.500 partecipanti, l’evento UNISONA  “Essere e Malessere Social” ha rappresentato un passo importante verso la promozione di un utilizzo più consapevole e sicuro dei social media, grazie anche al sostegno di Fondazione Conad ETS, che ha reso possibile la partecipazione gratuita degli studenti. 

17/01/2025

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