Giochi e kit da disegno per i bambini di Gaza: un po’ di conforto per chi ha perso troppo in questa guerra brutale
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“Avevo dimenticato come si gioca con i giocattoli” ci dice Ritay (in copertina). Ha 12 anni e vive, con altre decine di altre famiglie in una scuola sovraffollata. La sua casa, i suoi giochi, la sua routine sono un lontano ricordo dopo dieci mesi di guerra.
Lo staff dell’UNICEF sta distribuendo borsoni pieni di giocattoli e materiale per disegnare ai bambini più difficili da raggiungere nel nord della Striscia di Gaza, mentre i bombardamenti e gli attacchi armati continuano a minacciare le loro vite e quelle dei loro familiari.
“Ho pianto molto quando la nostra casa è stata bombardata e ho perso tutte le mie cose” racconta un'altra bambina, Batool, di 9 anni.
Mi manca casa mia e i miei amici, vorrei vederli e poter giocare ancora insieme a loro.
Rozy, una bambina di otto anni, si aggrappa a suo padre.
"Lui cerca di proteggermi e di consolarmi perché ho paura delle esplosioni", dice. È rimasta paralizzata da un attacco e ora è costretta su una sedia a rotelle. “La guerra mi fa paura” ci dice. “Spero che finisca presto così possiamo tornare a casa, al sicuro”
Jihad è un ragazzo di 17 anni, prende in mano un cubo di Rubik e lo esamina attentamente. La guerra lo ha già privato degli ultimi anni di istruzione e della capacità di correre e giocare liberamente.
“Non riesco ad accettare di aver perso la mia gamba e di far così fatica a muovermi” dice con amarezza.
Anche lui non vede l’ora che la guerra finisca, così da poter tornare a casa e riprendersi i giorni dell’adolescenza che gli sono stati strappati via.
Per dieci mesi i bambini della striscia di Gaza hanno vissuto un orrore dopo l’altro
La maggior parte di loro è stata ripetutamente costretta a sfollare, fuggendo dai bombardamenti in cerca di beni di prima necessità come acqua e cibo, insieme ai loro familiari.
Migliaia di loro hanno perso membri della famiglia o subìto ferite terribili. Mohammed, 10 anni, ha un tutore avvitato alla gamba e non è in grado di camminare a causa delle ferite riportate. La sua famiglia per spostarsi utilizza un carro trainato da un asino.
Tiene in mano delle figurine di animali dai colori sgargianti, mentre ci dice “Questi giochi mi hanno portato gioia”. “Spero che la guerra finisca così potrò essere curato e camminare bene di nuovo”.
Nessuno degli ospedali di Gaza è completamente in funzione, le attività sono paralizzate dagli attacchi, dal personale in costante diminuzione e sotto shock e dalla mancanza di energia elettrica e forniture mediche.
Abbiamo bisogno di migliori condizioni di sicurezza, compresa la sicurezza nella circolazione dei camion che consegnano gli aiuti, per consentire agli operatori umanitari di raggiungere le comunità che ne hanno bisogno.
Ha dichiarato Catherine Russell, Direttrice Generale dell’UNICEF
Aiutiamo la resilienza
Fino a quando il cessate il fuoco non riporterà la normalità nella vita di questi bambini, l'UNICEF e i suoi partner lavoreranno per rafforzare la loro resilienza. Giocare con i membri della famiglia può essere un modo importante per affrontare il trauma e rafforzare i legami familiari.
Con il sostegno fornito dai governi di Svezia e Cipro, l'UNICEF sta distribuendo 3.000 kit psicosociali ai bambini nel nord della Striscia di Gaza. I kit includono giocattoli e materiale artistico adatti a bambini di età diverse, in particolare giocattoli e giochi che consentono l'interazione dei genitori.
Introdurre forniture all’interno della Striscia di Gaza e riuscire a distribuirle può essere difficile e pericoloso. La capacità dell’UNICEF di consegnare aiuti umanitari è stata seriamente ostacolata dagli spostamenti della popolazione, la difficoltà di accesso e movimento sul territorio e dalle difficili condizioni di sicurezza. Almeno 278 operatori umanitari sono stati uccisi dall’ottobre 2023.