"Il giorno che ho deciso di partire". La storia di Siradio
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Ricordo bene il giorno che ho deciso di partire, avevo solo 14 anni.
Siradio, diciannovenne, originario della Guinea Conakry racconta la sua storia.
"Era un periodo in cui ai problemi economici del mio Paese si sommavano continui disordini politici. Ricordo un pomeriggio in particolare, quelle manifestazioni continue, tante persone che continuavano a morire negli scontri in strada".
Siradio è il più grande di 5 figli, è cresciuto con l’immagine del padre che a fatica metteva da parte quanto bastava per mangiare. Così, ha dovuto lasciare la scuola, per lavorare come falegname e aiutare la famiglia. "Ho ricordi bellissimi del mio Paese – racconta sorridendo – la mia famiglia, il divertimento con i miei amici, sono immagini che conservo sempre e che mi mancano molto".
Lasciare casa è stato difficile, ci ho messo molto a decidere, ne parlavo con gli amici ma non dicevo nulla ai miei genitori, ho ascoltato tante volte storie terrificanti di chi aveva tentato il viaggio. Eppure ho deciso di andare.
Siradio
Il viaggio, nove mesi tra speranza e paura
"Sono partito da solo, facendo amicizia con alcune persone conosciute in viaggio. Sono passato per il Mali, dove per la prima volta ho richiamato casa per dire della mia decisione – poi per l’Algeria, fino in Tunisia, dove sono partito alla volta dell’Italia".
"Un viaggio durato circa 9 mesi, fatto di soste, per provare a racimolare un po’ di denaro che avrebbe consentito di proseguire il viaggio, con la paura costante di non farcela, di essere rimandato indietro, da quelle cose che voleva lasciare alle spalle. La parte più dura è stata viaggiare a piedi, senza cibo, perché non potevo permettermelo. Ricordo in particolare le notti nel deserto tra Mali e Algeria, dove ho visto i corpi di persone che non erano riusciti a superare il viaggio".
Il sogno di una vita migliore
Una volta arrivato in Tunisia, Siradio inizia a lavorare come muratore, poi da lì, più volte viene portato in una casa abbandonata, aspettando per giorni nascosto, insieme ad altre persone, che il mare si calmasse per potere intraprendere il viaggio verso l’Italia. Prova più volte e più volte viene rimandato indietro. Ma non si arrende. In quei giorni diventa forte il ricordo di casa, ma anche la motivazione che lo spinge ad andare, sogna una vita dignitosa per la sua famiglia, e sogna il calcio, come molti ragazzi della sua età.
Così una notte sale su uno di quei barchini di metallo che partono da Sfax e dopo 18 ore in mare vede le luci a terra. "Non ci potevo credere, pensavo fossero altre barche ma quelle luci diventavano finalmente più forti. Era terra". Siradio arriva direttamente sull’isola di Pantelleria, a sud ovest della Sicilia, con uno sbarco spontaneo nel luglio del 2021, a soli 15 anni. "Ricordo che quando siamo scesi da quella barca abbiamo gridato, abbiamo pianto, è stato emozionante".
La sua permanenza nell’isola è prolungata per via della pandemia da Covid, che lo colpisce insieme a molte delle persone con cui viaggiava, poi viene trasferito in una prima accoglienza in Sicilia, dove in otto mesi inizia a studiare e a imparare l’italiano. "Io sognavo di studiare, anche mio padre ha sempre saputo che volevo studiare. Ma non ho potuto perché dovevo aiutare casa. Per me riprendere era un sogno che si realizzava".
L'incontro con UNICEF
Oggi vive in seconda accoglienza, in una regione del Sud Italia. Entra in contatto con UNICEF attraverso U-Report On The Move, il canale di ascolto e partecipazione pensato per adolescenti e giovani migranti e rifugiati in Italia.
Inizia ad attivarsi, “la mia esperienza poteva aiutare altre persone che conoscevano le mie stesse difficoltà e che avevano bisogno di informazioni, suggerimenti”. Siradio diventa anche membro dello Steering group di U-Report. La sua voce diventa la voce di tante e tanti ragazzi che ogni giorno condividono pensieri, preoccupazioni e sogni attraverso la piattaforma. “Per me è un onore potere parlare davanti alle istituzioni rappresentando tante persone e provando a fare la differenza”.
Abbiamo chiesto a Siradio di guardarsi indietro, di dirci cosa vede. Ci ha risposto “Se penso al viaggio, a cosa ho subito, oh, non so se lo rifarei. A 14 anni ero piccolo ma avevo già la testa di un adulto, per tutto quello che ho vissuto in così poco tempo. Però oggi so dove sono, quanto ho imparato, cosa posso dare. Ci vuole coraggio, non è facile lasciare tutto. Mi auguro solo di non mollare mai, di raggiungere i miei obiettivi. Vorrei rivedere presto la mia famiglia, riabbracciarli, e soprattutto mi piace pensare che anche con i miei sforzi le mie sorelline e i miei fratellini possano continuare a studiare, seguire i loro sogni e lavorare duro, perché solo così potranno essere davvero liberi”.
U-Report On The Move
La piattaforma U-Report On The Move in Italia nasce nel 2017, pensata nello specifico per giovani persone migranti e rifugiate. Attraverso messagistica e sondaggi online, permette di dare informazioni su servizi di base disponibili, leggi e regolamenti esistenti in ambito di documenti e salute, eventi e attività ricreative, e altre informazioni utili che promuovono un percorso di inclusione sociale.
La piattaforma conta oggi oltre 18 mila iscritti. Pensata con e per i giovani, in Italia la piattaforma ha attivo uno Steering Group, costituito da un team di giovani pronti/e a guidare le attività della piattaforma, diffondere i sondaggi e restituirne i risultati per favorire riflessioni collettive e azioni concrete. Il gruppo è composto da sei ragazzi e ragazze che hanno già avuto esperienze significative di partecipazione giovanile e advocacy con l’UNICEF.