35 litri a testa, l'impegno dell'UNICEF per garantire l'acqua ai profughi siriani in Giordania

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24/03/2015

Speciale Siria: news, video, foto e informazioni sull'azione umanitaria dell'UNICEF per i bambini siriani

22 marzo 2015 -  Quando lo incontriamo, Turki è preso da un'accesa discussione con il suo supervisore e non ci presta subito attenzione. Finito di parlare, si mette a camminare a passo svelto. Gira intorno al suo camion, ispezionando una per una le sue otto grosse ruote, poi urla qualcosa all'uomo che, in cima al mezzo, sta riempiendo di acqua l'enorme cisterna. 

Soltanto allora ci concede qualche istante. «Scusate, ma non ho tanto tempo. Oggi siamo già in ritardo, devo sbrigarmi a partire. Cosa volete da me?» ci dice bruscamente, mentre già la mano è sulla maniglia della portiera.

Turki è uno degli oltre 200 autisti di camion che ogni giorno portano acqua potabile nel campo profughi di Za'atari, nel deserto della Giordania

L'UNICEF, grazie ai fondi dell'ufficio per gli affari umanitari della Commissione Europea (ECHO), e insieme all'ONG partner ACTED, rifornisce il campo con 4 milioni di litri di acqua al giorno, pari a circa 35 litri a persona.

«Sì, penso che il mio lavoro sia molto importante. Chi potrebbe mai vivere senza acqua? L'acqua è vita! Ogni giorno mi sveglio presto per venire qui e assicurarmi che tutto sia a posto, in modo che tutti ricevano l'acqua per tempo.» 

Turki fa questo lavoro da un anno, e sebbene non sia certo la prima occupazione della sua vita, è certamente la più importante. Ogni giorno compie 4 o 5 tragitti, a seconda delle necessità. L'acqua viene estratta dai due pozzi artesiani presenti nel campo, ma a volte bisogna attingerne anche da un terzo pozzo, collocato all'esterno.

Una volta che ha riempito la sua autocisterna, un addetto al monitoraggio dell'UNICEF effettua un controllo a campione sulla qualità dell'acqua, prima di dargli l'ok per partire.

Turki segue la mappa, recandosi nelle zone dell'immenso campo profughi [Za'atari si estende per oltre 3 chilometri quadrati e ospita al momento circa 85.000 rifugiati] che gli sono state assegnate per quel giorno, e man mano che procede scarica il contenuto dell'autocisterna nei vari serbatoi fissi, collocati nei punti strategici del campo.
 

In cerca di una soluzione duratura per acqua e igiene

Per via del suo clima semi-arido, la Giordania è uno tra gli Stati con la maggiore penuria di acqua al mondo: l'afflusso di oltre 620.000 profughi dalla vicina Siria ha creato in questi ultimi 4 anni un'ulteriore, pesantissima pressione sulle già scarse risorse idriche disponibili.

Per assicurare il fabbisogno di acqua potabile ai 104.000 rifugiati che attualmente vivono nei tre campi profughi allestiti dall'UNHCR in Giordania [oltre a Za'atari, ce ne sono altri due più piccoli], l'UNICEF sta valutando di attuare soluzioni meno emergenziali (e costose) della distribuzione con autocisterne: l'ipotesi allo studio è quella di sviluppare veri e propri acquedotti all'interno dei campi.

«Dobbiamo andare oltre la fornitura giornaliera di acqua trattata con cloro» spiega Ismail Ibrahim, responsabile per i programmi Acqua e Igiene dell'UNICEF Giordania. «Inoltre, dobbiamo occuparci anche dell'aspetto idrico legato ai servizi igienici e alle fognature, nell'ottica di una riduzione del rischio sanitario.»

Fonti di acqua non potabile, carenza di servizi igienici e fogne e comportamenti di scarsa igiene sono responsabili di malattie e decessi che colpiscono migliaia di bambini ogni giorno, nel mondo. Per questo l'UNICEF deve sempre associare l'intervento per fornire acqua a quello, strettamente connesso, dell'installazione di latrine e dello smaltimento di rifiuti solidi e dei liquami.

Qui a Za'atari, l'UNICEF si occupa della raccolta e del corretto smaltimento di circa 800 metri cubi di rifiuti solidi al giorno.

L'UNICEF ha anche costruito aree con docce, lavabi e gabinetti, e affianca il "Comitato per l'igiene", composto anche da rappresentanti dei profughi, estremamente attivo nelle iniziative per sensibilizzare la popolazione del campo sul tema dell'igiene personale e della pulizia ambientale.

«Uno dei problemi che stiamo affrontando è lo smantellamento degli allacci clandestini dell'acqua che sono stati creati nei 3 anni di vita del campo» confida Ibrahim. «Ma per riuscirci, dovremo prima creare un'infrastruttura idrica che garantisca un'equa ed efficiente redistribuzione dell'acqua attraverso tutte le aree di Za'atari».

(articolo originale di Rafik El Ouerchefani per UNICEF #ChildrenOfSyria, nostra traduzione)

Come puoi aiutare i bambini siriani 

Anche tu puoi contribuire a salvare la vita dei bambini con una donazione online oppure con uno degli altri modi per donare:

  • bollettino di c/c postale numero 745.000, intestato a UNICEF Italia, specificando la causale “Emergenza Siria”  
  • carta di credito online sul nostro sito oppure telefonando al Numero Verde UNICEF 800 745 000 
  • bonifico bancario sul conto corrente intestato a UNICEF Italia su Banca Popolare Etica: IBAN IT51 R050 1803 2000 0000 0510 051, specificando la causale “Emergenza Siria
  • donazione presso il Comitato UNICEF della tua città (trova qui quello più vicino a te)

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24/03/2015

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