Il virus Mpox è emergenza mondiale e colpisce sempre più bambini. Ecco cosa sappiamo del virus e cosa fa UNICEF per arginare la sua diffusione
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Il virus mpox è una malattia infettiva, precedentemente conosciuta come “vaiolo delle scimmie”, che può essere particolarmente pericolosa per bambini e donne incinte.
Nella Repubblica Democratica del Congo, epicentro della crisi, dall'inizio dell'anno asono stati registrati più di 21.000 casi sospetti di mpox, tra cui oltre 5.000 casi confermati e 700 decessi. Quattro decessi su cinque hanno riguardato bambini.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato che l’aumento di casi di mpox in RDC e in diversi altri Stati africani costituisce un'emergenza sanitaria pubblica di interesse internazionale, a causa del suo ampio potenziale di trasmissione. Nella battaglia contro la diffusione del virus, dare priorità ai bisogni dei bambini non è solo necessario, è anche urgente.
Di seguito qualche informazione sul virus mpox e su come stiamo rispondendo a questa epidemia.
Cos’è il mpox?
Il mpox è una malattia infettiva precedentemente conosciuta come il “vaiolo delle scimmie” ed è parte della stessa famiglia di altri virus come il vaiolo “originale”, molto più pericoloso, eradicato completamente negli anni 80. Una nuova variante del virus mpox (clade Ib) desta preoccupazione a causa dell’alto potenziale di contagio tra diversi gruppi di età, anche tra bambini molto piccoli.
Il mpox non fa discriminazioni. Chiunque venga esposto al virus può essere contagiato e i bambini, gli individui immunodepressi e le donne incinte sono a rischio di prendere la malattia in forma grave.
I bambini malnutriti o affetti da altre patologie sono altrettanto vulnerabili alle conseguenze provocate dal vaiolo.
Come si diffonde il virus?
L’mpox può passare dagli animali alle persone, dalle persone all’ambiente circostante e viceversa. Si può diffondere attraverso:
- contatto con lesioni presenti sulla pelle o fluidi corporei infetti
- contatto con materiali contaminati come vestiti, biancheria o necessarie per la cura del corpo che può provocare piccoli tagli (es. lamette)
- contatto con i droplets, le goccioline emesse quanto respiriamo, che fuoriescono dalla bocca o dalla gola della persona contagiata
- contatto con animali infetti
- le donne incinte possono trasmettere il virus al proprio bambino non ancora nato
I bambini possono essere esposti al virus sia a casa che nella comunità in cui vivono, entrando a stretto contatto con persone sintomatiche inclusi genitori, parenti o altre persone che si prendono cura di loro.
Quali sono i sintomi del mpox nei bambini?
Il mpox causa sintomi molto simili al vaiolo ma meno gravi. Alcuni dei più comuni sono:
- rash cutaneo
- febbre
- gola infiammata
- mal di testa
- dolori muscolari
- mal di schiena
- scarsa energia
- linfonodi ingrossati
Dove si trovano i bambini più a rischio?
La Repubblica Democratica del Congo è all’epicentro dell’attuale epidemia e i minori di 15 anni rappresentano più della metà dei casi. Fino ad ora sono stati registrati casi in Burundi, Kenya, Ruanda e Uganda. Si osserva un aumento dei contagi anche nella Repubblica Centrafricana e oltre.
In tutti questi paesi la diffusa malnutrizione, le affollate condizioni abitative e la presenza di altre infezioni, insieme al limitato accesso ai servizi sanitari rendono la diffusione del virus particolarmente pericoloso per i bambini.
Inoltre, con sistemi sanitari sovraffollati e indeboliti, con la carenza di kit diagnostici e con una scarsa consapevolezza nella popolazione, la situazione dei bambini e delle loro famiglie è ancora più complicata.
Esiste un vaccino contro Mpox?
Sì ed è attualmente utilizzato in Italia e molti altri paesi: il MVA-BN (virus vaccinico vivo Ankara modificato, non replicante, prodotto dalla Bavarian Nordic). È un vaccino di terza generazione, indicato per la prevenzione del vaiolo e di Mpox nei soggetti a partire dai 18 anni di età, ad alto rischio di infezione
Durante la prima settimana di settembre l'UNICEF ha ricevuto le prime spedizioni di vaccino contro mpox per un totale di 215.000 dosi. Altre spedizioni dovrebbero arrivare presto. Nel frattempo, l'UNICEF stiamo preparando i paesi alla somministrazione del vaccino attraverso la logistica e la formazione degli operatori sanitari per il trasporto, la conservazione e la somministrazione dei vaccini.
Per proteggere i bambini contro il virus è importante:
- conoscere i sintomi della malattia, come il virus si diffonde e cosa fare se nella tua zona qualcuno si ammala
- evitare il contatto e la condivisione delle cose altrui se presentano sintomi del contagio
- lavare frequentemente le mani con acqua e sapone ed aiutare i bambini a fare lo stesso
- se qualcuno della tua famiglia sviluppa questi sintomi, contatta il medico prima possibile. Alle persone contagiate potrebbe essere chiesto di isolarsi in casa o in ospedale
Come sta rispondendo l’UNICEF?
Un’azione internazionale coordinata è essenziale per fermare l’epidemia e salvare vite. L’UNICEF sta lavorando con Africa CDC e OMS ed altri partner per supportare i governi nella gestione dell’epidemia. L'UNICEF ha inoltre annunciato di aver indetto una gara d'appalto d'emergenza per l'acquisto di vaccini che possono svolgere un ruolo fondamentale nel contenere l'epidemia.
La nostra risposta si focalizza sui bambini, le donne incinte e le comunità svantaggiate dando priorità all'interruzione della trasmissione della malattia e affrontando gli impatti secondari sui bambini e sulle comunità, come la protezione dei bambini e la chiusura delle scuole.
Questo include:
- il supporto alle autorità sanitarie nazionali e provinciali nel coordinamento e nella pianificazione e attuazione delle strategie di risposta
- il coinvolgimento delle comunità attraverso lo sviluppo di piani di comunicazione, formazione degli operatori sanitari e campagne di comunicazione di massa
- il miglioramento della prevenzione e del controllo delle infezioni a casa, nelle comunità e nelle strutture sanitarie attraverso la formazione degli operatori e della distribuzione di kit igienico-sanitari
- la fornitura di kit medici, supporto nutrizionale per bambini malnutriti e la distribuzione di vaccini
- la creazione di piani per intervent mirati a sostegno delle persone colpite dallo stigma e dalla discriminazione con supporto psicosociale e servizi di salute mentale
- la garanzia che i servizi sociali essenziali continuino ad essere accessibili a tutti, in particolare ai bambini, alle donne incinte e alle comunità svantaggiate
È a causa della carestia che ha colpito il campo sfollati dove viviamo che mia figlia è malnutrita. Le infermiere le danno spesso latte terapeutico. Grazie alle cure che ha ricevuto qui, Vanessa si sta gradualmente riprendendo.
Sifa mamma di Vanessa, ricoverata al Nyiragongo General Hospital
Per saperne di più
Leggi il nostro ultimo comunicato stampa per saperne di più sull'intervento dell'UNICEF.
Per maggiori informazioni sul virus, visita la pagina dedicata sul sito dell'OMS Monkeypox o visita la pagina del Ministero della Salute, dettaglio mpox.