Il dramma dei bambini migranti bloccati in Niger
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8 giugno 2018 – Sempre più numerosi i minori migranti che vengono respinti verso il Niger; a seguito degli sforzi degli Stati europei e nordafricani di contenere i flussi migratori irregolari.
L’UNICEF ammonisce che mancano meccanismi transfrontalieri sufficienti per proteggere questi bambini e adolescenti dai gravi rischi di tratta, violenza, abusi, sfruttamento e detenzione.
Dal novembre dello scorso anno, più di 8.000 migranti provenienti dall’Africa occidentale, tra i quali 2.000 bambini, sono stati espulsi in Niger dall'Algeria, mentre altri 900 rifugiati e richiedenti asilo provenienti da paesi dell'Africa orientale sono stati trasferiti in Niger dalla Libia per l’esame delle loro domande di asilo.
Al tempo stesso, non accennano a diminuire i flussi migratori dagli altri paesi dell'Africa occidentale verso il Niger.
Nel solo mese di aprile si è registrato un aumento del 14% nel numero di migranti transitati attraverso il Niger rispetto al mese precedente: quasi 500 al giorno, circa un terzo dei quali bambini, in gran parte stremati, vittime o testimoni di violenze o rimasti senza famiglia e senza una adeguata protezione.
Le cifre reali sono probabilmente ancora più alte, in quanto molti ragazzini non vengono registrati oppure si nascondono.
«Il Niger ha bisogno di aiuto per sostenere il crescente numero di bambini rifugiati e migranti che arrivano o vengono rimpatriati attraverso i suoi confini» dichiara Ted Chaiban, Direttore dei Programmi dell'UNICEF.
«Le soluzioni sono una migliore cooperazione transfrontaliera tra i governi per garantire che i bambini restino in condizioni di sicurezza, e maggiori investimenti per aiutare Stati come il Niger a mettere a disposizione di tutti i bambini nel paese, indipendentemente da chi siano o da dove provengano, dei sistemi di assistenza adeguati.»
Mentre i governi sono impegnati a negoziare i due Patti globali su migranti e rifugiati [rispettivamente Global Compact on Migration e Global Compact on Refugees), la cui approvazione è attesa per la fine di quest'anno] l'UNICEF fa appello soluzioni per garantire la sicurezza dei bambini: una migliore cooperazione transfrontaliera, politiche di gestione dei confini attente ai bisogni dei bambini, e servizi essenziali per i minorenni quali alloggio, protezione da abusi e violenze, istruzione e formazione
Occorre inoltre affrontare con urgenza le cause all'origine della migrazione irregolare dei minorenni, tra cui la povertà, la carenza di opportunità educative e la violenza.
I Global Compact rappresentano un'occasione unica per rivedere le politiche e le pratiche migratorie che rendono i bambini vulnerabili e per replicare quelle che contribuiscono a mantenerli al sicuro.
Alcune delle soluzioni esistenti nella regione includono la Rete dell'Africa occidentale per la protezione dei bambini (West Africa Network for the Protection of Children - WAN) – che collega governi, società civile e individui – che organizza servizi per aiutare i minori migranti non accompagnati durante il loro transito e quando rientrano a casa.
«Quei bambini che adesso sono bloccati in Niger hanno bisogno non soltanto di aiuto urgente per essere posti in sicurezza, ma anche di assistenza a lungo termine» sottolinea Ted Chaiban.
«Devono ricevere le informazioni necessarie per compiere scelte consapevoli e devono essere aiutati nel rimpatrio, laddove ciò sia possibile, o nel trasferimento verso un paese terzo.
Per coloro per i quali il ritorno a casa non è un'opzione, gli Stati devono farsi avanti e offrire opportunità di ricoloccamento. I bambini e gli adolescenti bloccati in Niger guardano a noi tutti per trovare soluzioni sostenibili.»
In questi giorni i nostri team hanno incontrato un gruppo di donne e bambini (tra cui anche una neonata e alcune madri in allattamento) che sono rimaste bloccate in Niger, insieme a un gran numero di uomini provenienti da altri paesi come Guinea, Liberia, Camerun, Sudan ed Eritrea.
Molti di loro, compresi i bambini, avevano compiuto estenuanti viaggi a piedi sotto un caldo cocente, senza avere modo di proteggersi dal sole e senza scorte sufficienti di acqua.
L'UNICEF sta lavorando per riunificare le famiglie separate, per fare in modo che i bambini possano continuare a studiare e per garantire che beneficino dei servizi sociali di base.
Insieme all'UNHCR e all'OIM, cooperiamo con le autorità del Niger per aiutare nelle riunificazioni familiari e favorire il reinsediamento in paesi terzi delle famiglie con bambini evacuate dalla Libia, in particolare quelli fuggiti da Eritrea e Somalia.
L'UNICEF sta anche assistendo i bambini che si trovano nei centri di transito e orientamento gestiti dal Dipartimento per la protezione dell'infanzia della capitale nigerina Niamey, per far sì che sia dato loro l'urgente sostegno psicosociale di cui hanno bisogno per affrontare il trauma dei loro terribile viaggio.
Nei prossimi mesi, l'UNICEF istituirà dei centri unificati di assistenza sociale che forniranno servizi di protezione per i bambini.
Questi centri assicureranno ai minori migranti non accompagnati e alle famiglie con bambini maggiormente vulnerabili aiuti di prima necessità, servizi sanitari e di orientamento, nonché assistenza per ristabilire e mantenere i contatti con i membri della famiglia.